24. Devi dirmi altro?

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Melody

Ieri sera è stato a dir poco meraviglioso sentirlo dormire.
Il suo respiro così calmo e regolare è riuscito a cullarmi per tutta la notte.

È stata come una dolce ninna nanna, che in pochi minuti è riuscita a farmi crollare, facendomi chiudere finalmente gli occhi.

Il pensiero di averlo al mio fianco, mi ha un po' preoccupata, la paura di fare qualcosa mi ha messo talmente tanta ansia che anche durante il sonno ho cercato di stare attenta.

Infatti sono felice.

Niente scorregge.

Niente risucchi di bava.

Non ho nemmeno russato.

Sono una principessa con i fiocchi.

E adesso però mi ritrovo a fissare il cellulare, non ho smesso di farlo nemmeno per un istante oggi.

Nonostante sia già scesa la sera, continuo a sperare che lui faccia la prima mossa con me.

Voglio che mi chiami, che mi parli e mi chieda di dormire con lui, come ieri notte.

È assurdo che è bastato così poco per farmi perdere letteralmente l'interesse per Nathe.

Ho cercato di evitarlo, un po' per i sensi di colpa e un po' perché non riuscivo a smettere di pensare a quello stronzo.

Mi sto comportando male, lo so bene anch'io però non riesco a fare altrimenti, anche se dovrei smetterla di stargli dietro, mi faccio sempre prendere in giro.

Mi basta una piccola attenzione, per farmi dimenticare tutto.

Sono sicura che ci rimarrò male di nuovo.

Mi ferirà.

Lo fa sempre.

Sbuffo sonoramente, buttando il cellulare sul comodino bianco, gettando il mio corpo sul letto, provando a chiudere entrambe le palpebre, per addormentarmi il prima possibile.

Nathe.

Lui è perfetto.

Non mi farebbe mai del male.

È a lui che devo pensare.

Punto lo sguardo sul soffitto, che avrebbe bisogno di una bella riverniciata.

Il silenzio che mi circonda, e il buio che regna in questa stanza mi mette ancora di più di cattivo umore.

Odio gli ospedali!

Ho bisogno di parlare con qualcuno.

Di svuotare la mia mente.

Riprendo il cellulare, presa da un impeto di coraggio che mi consente di cliccare il suo nome.

Attendo impaziente di sentire la sua voce, mordo il labbro inferiore non appena mi rendo conto del enorme sbaglio che ho commesso.

È troppo tardi.

<<Pronto?>> la sua voce roca e assonata mi fa capire che stava già dormendo.

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