22. Un appuntamento da urlo.

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                                     Melody

<<Puoi anche smetterla di nasconderti. Non hai speranze con me>> afferma con voce roca, chiudo entrambe le palpebre quando sento il rumore dei suoi passi, così dannatamente vicini a me.

Mi sembra di vivere in un film horror.

Me la sto facendo sotto.

<<Sei una fifona. Perché non esci dal tuo nascondiglio?>> continua a provocarmi, sghignazzando come un matto appena uscito dal manicomio.

Scuoto la testa, per nulla interessata ad uscire dal mio nascondiglio.

Rimarrò qui, fino a quando il mio principe sexy e tremendamente inquietante non si stancherà di rincorrermi.

<<Io non ho paura>> replico, urlando non appena vedo il suo viso riflettersi su uno degli specchi.

Maledizione!

Stavo per avere un infarto.

<<Ah no?>> scuoto la testa, indietreggiando non appena sento la sua voce sempre più vicina a me.

Non ci penso nemmeno a farmi prendere.

Sono troppo giovane per morire.

<<Ti offro una porzione di patatine fritte, se la smetti di essere così inquietante>> propongo, guardandomi intorno alla ricerca dell'uscita di questa casa, che è più inquietante di Nathe.

<<Dovresti proporlo alla tua pancia. Accetterebbe sicuramente. Io non mi faccio corrompere per così poco>> rifiuta la mia proposta puntando le sue iridi chiare su di me, o almeno credo, con tutti questi specchi non riesco a capire bene dov'è.

<<Un pollo arrosto intero, con due porzione di patatine e la maionese.>> rettifico, asciugandomi la bava che sta colando dalle mie labbra.

Pensare al cibo mi fa sempre questo maledetto effetto, inizio a sbavare e lo stomaco inizia a brontolare talmente forte, che nemmeno il rumore di un camion riuscirebbe a coprire i lamenti della mia pancia.

<<Ma per chi mi hai preso?>> la sua risata riesce a rilassarmi e a farmi per un momento abbassare la guardia.

<<Per un uomo affamato>> affermo, facendo una piccola risata isterica.

<<Dimenticavo di non essere l'unico uomo presente in questo posto.>> sbuffo sonoramente riducendo gli occhi in due fessure, non appena sento la sua voce roca e profonda offendermi di nuovo.

<<Sei un cretino>> borbotto, iniziando a cercarlo, per potergliele suonare di santa ragione.

Almeno così la smette di offendermi.

<<Giuro che se ti prendo>> lo minaccio, camminando a passo svelto per scovare il prima possibile il suo bellissimo viso, che non vedo l'ora di prendere a pugni.

<< Cosa farai Cornelio? Mio fratello, Trey che ha iniziato a muovere i passi da pochi mesi è molto più veloce e agile di te>>  apro e chiudo la bocca più volte prima di riuscire a parlare.

Sono talmente offesa che non basterà nemmeno un barattolo di gelato a farmi tornare di buonumore.

<<Nathe>> dico tra i denti il suo nome, iniziando a correre non appena vedo il suo corpo a pochi centimetri dal mio.

Un dolore acuto si diffonde il tutto il mio viso, non appena sbatto contro lo specchio.

Una lacrima scivola sul mio viso, che mi affretto ad asciugarla, provando a massaggiarmi il naso che per la seconda volta ne è uscito distrutto.

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