Mi stiracchio leggermente e guardo fuori dal finestrino. L'Hogwarts express sta rallentando e tra poco terminerà la sua corsa al binario 9 e 3/4. Fuori è una bellissima e calda giornata di fine giugno, senza una nuvola in cielo. Mi preparo per scendere dal treno ed esco dallo scompartimento dietro la folla di studenti. Appena scesa, individuo subito le teste rosse di Ron, Fred e George un po' più avanti, insieme ad Hermione. Sono con Harry, quindi rallento il passo per dargli modo di raggiungere suo zio Vernon; dopo quasi vent'anni, è probabile che non mi riconoscerebbe, ma non ne sono certa, quindi meglio evitare di incontrarlo.
"Professoressa Mancini!" mi sento chiamare. Mi volto e vedo Ginny Weasley che mi sta raggiungendo dopo aver salutato alcune amiche. Adoro questa ragazzina dai lunghi capelli rossi: è dolce e timida ma sotto sotto ha un bel caratterino e, per avere solo tredici anni, è una strega estremamente brillante, la migliore del suo anno nel mio corso.
"Ciao Ginny!" la saluto allegra "hai fatto un buon viaggio?"
"Sì, grazie!" esclama lei "Mi scusi, lei sa dove andremo adesso? Mamma non mi ha voluto dire niente..." dice un po' contrariata.
"Andremo in una casa che è stata abbandonata per molti anni, ed il nostro compito sarà ripulirla e renderla un posto vivibile. Noi adulti ci incontreremo lì per parlare di alcune questioni molto importanti, dopo quello che è successo una settimana fa. Per ora scusami, ma non posso dirti altro". Mi interrompo un attimo e mi fermo sul binario, perché ho visto da lontano Molly che abbraccia Harry mentre Vernon Dursley lo aspetta lì accanto; poi riprendo a parlare: "ah, Ginny un'altra cosa: da ora in poi, finché non saremo a scuola, ti prego di non considerarmi più la tua insegnante. Dammi del tu e chiamami semplicemente Amy, ok?"
"È fantastico!" esclama lei "voglio dire, va bene Amy..." aggiunge arrossendo un po'.
"Lo dirò anche ai tuoi fratelli e ad Hermione; passeremo un bel po di tempo insieme, mi sembra inutile essere formali. Ora possiamo andare, tua madre ci aspetta!" esclamo guardando Harry che si allontana con Vernon Dursley.In pochi passi raggiungiamo Molly che ci sta aspettando con Ron, Fred, George ed Hermione che ha con sé Grattastinchi. Molly ha l'aria triste e gli occhi gonfi e rossi, come se avesse pianto a lungo.
"Ciao Molly, va tutto bene?" le chiedo un po' preoccupata."Non proprio" mormora lei "comunque, andiamo". Ci spostiamo in una zona isolata della stazione e Molly estrae dalla borsa uno specchio lungo e sottile. "Questa è la passaporta, mettete tutti le mani qui sopra al mio tre. Tenere stretti i bauli. Siete pronti?" Annuiamo tutti e lei inizia a contare "Bene! Uno, due... tre!" Sette mani si tuffano insieme sullo specchio, chiudo gli occhi e immediatamente sento quella sensazione di vuoto allo stomaco che provo ogni volta che uso una passaporta. Ma è una sensazione di breve durata: presto atterriamo con i nostri bauli dietro un cespuglio, ai margini di una piazzetta.
Sono la prima a rialzarsi e mi guardo velocemente intorno: questo posto è orribile, le case sono per la maggior parte vecchie e diroccate, con i muri scrostati e i vetri delle finestre opachi da quanto sono sporchi. Cumuli di immondizia giacciono abbandonati ai margini della strada da chissà quanto tempo, a giudicare dall'odore che emanano.
"Ma dove accidenti siamo finiti?" chiedo a nessuno in particolare.
"Credo sia il posto giusto, Silente me lo aveva descritto più o meno in questi termini" mormora Molly notando la mia espressione inorridita. Vedo sui volti di Ginny ed Hermione la mia stessa espressione, mentre sento Ron mormorare "Miseriaccia!" e uno dei gemelli dire "Bel posto, eh?""Vediamo..." mormoro facendo qualche passo in direzione di quelle case così malridotte. "Qui c'è il numero undici, e quello successivo è il tredici. Dove sarà il numero dodici?" Cammino ancora un po' avanti e indietro, trovando altri numeri, ma del dodici neanche l'ombra. Mandiamo Fred e George a fare il giro della piazza, ma anche loro non riescono a trovare il numero dodici. Estraggo appena la bacchetta per evitare che dei babbani possano vedermi, e mi concentro pensando "Grimmauld Place numero dodici". E finalmente succede qualcosa: una porta nera, scrostata e graffiata, con un batacchio d'argento dalla forma di un serpente attorcigliato, affiora dal nulla tra i numeri undici e tredici, seguita da muri sudici e finestre opache e sporche. Sembra che una casa in più si sia gonfiata, spingendo da parte quelle ai lati. Restiamo tutti immobili a fissare a bocca aperta l'edificio apparso magicamente davanti ai nostri occhi.
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Stars in a Black Sky
Fanfiction[COMPLETA] Ho sempre pensato che nella saga di Harry Potter mancasse un grande amore per Sirius Black, nato ai tempi della scuola e ritrovato dopo la sua fuga da Azkaban. Come sarebbe cambiato il suo destino, e anche quello di altri personaggi de...