Capitolo 32 - Verità allo specchio

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Chiudo la valigia con un po' di fatica, forse l'ho riempita davvero troppo, ma in effetti non so quanto tempo dovrò stare via, potrebbe trattarsi di pochi giorni come di settimane. L'unica certezza che ho è che il primo settembre dovrò tornare al lavoro, quindi almeno qualche giorno prima dovrò essere di ritorno.

Domani parto e non ho ancora risolto il problema di come farò a comunicare con i membri dell'Ordine

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Domani parto e non ho ancora risolto il problema di come farò a comunicare con i membri dell'Ordine. Ho riprovato più volte ad evocare il mio Patronus ma senza nessun risultato. Forse lontano da qui, nella casa dove ho vissuto, tutto sommato abbastanza tranquillamente, fino a due anni fa, riuscirò a ritrovare qualche sensazione felice, o per meno me lo auguro. Sembra così assurdo che un'insegnante di Incantesimi non sappia evocare un Patronus, eppure è proprio così.

Sento bussare alla porta della mia stanza: è quasi ora di cena, sarà qualcuno dei ragazzi, mandato da Molly a chiamarmi. Apro la porta e mi trovo davanti Sirius. "Molly voleva mandare Ginny ad avvisarti che la cena è pronta, ma le ho detto che sarei venuto io. Volevo darti questo..." Mi prende la mano e mi appoggia sul palmo un oggetto rotondo, chiudendomi le dita sopra di esso. Trattiene la mia mano tra le sue un po' troppo a lungo, ma è una bella sensazione e vorrei che non la lasciasse.

Quando lo fa, riapro la mano per guardare incuriosita di cosa si tratta. Fisso con gli occhi sgranati lo specchietto, quello che ho visto usare così tante volte da James per comunicare con Sirius e da Sirius per comunicare con James. "Li hai tutti e due tu? Ma come è possibile?" mormoro incredula.
"Non so se lo sai, ma la notte in cui James e Lily sono morti, avevo capito che c'era qualcosa che non andava. Sono stato il primo ad arrivare a casa loro ed entrando in quel che rimaneva della casa, la prima cosa che ho visto, prima ancora di vedere il corpo di James, è stato lo specchietto sul mobile in ingresso. Io avevo l'altro con me, avevo già cercato senza successo di mettermi in contatto con James quella notte, e istintivamente ho preso anche il suo e l'ho portato via con me. Li ho tenuti per tutto il tempo ad Azkaban ed ora vorrei che uno dei due lo portassi con te. Così potrai contattare almeno me senza bisogno del Patronus. Spero non ti arrabbierai".
"Arrabbiarmi? E perché dovrei?"
Sono infinitamente sollevata e non vedo proprio perché dovrei arrabbiarmi.

Sirius sorride "Sbaglio o non hai mai apprezzato molto i miei tentativi di darti una mano nei momenti di difficoltà?" E in effetti non sbaglia affatto. Io rinfaccio a lui di essere orgoglioso ma non è che io lo sia tanto di meno, in effetti.
"È vero" ammetto arrossendo leggermente "ma non in questo caso. Ti devo ringraziare invece, hai avuto davvero un bel pensiero".
Sorride ancora e i suoi occhi chiari brillano in quel modo così intenso che sembrano sorridere anche loro.
"Non avrei sopportato di stare troppo tempo senza avere tue notizie. Mi mancherai molto".

Rimango un attimo in silenzio, colpita dalle sue parole.
"Ma come funziona?" chiedo posando gli occhi sullo specchietto che ho ancora in mano, cercando di cambiare discorso "Basta che ci guardi dentro e ti chiami?"
"Sì. Lo stesso farò io quando vorrò parlare con te".
"Grazie Sirius, davvero". Mi volto e poso lo specchietto sul letto accanto alla valigia. "Ora però scendiamo, altrimenti Molly chi la sente?"

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