Hannah

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Alex non era certo che Hannah avrebbe voluto parlare con lui.
Per questo era un pochino nervoso, e iniziò a sudare. Non è una gran bella cosa da immaginare, e non è il modo migliore per parlare ad una ragazza, direte voi. Sono d'accordo, ma fortunatamente lei non lo notò (non so come francamente, se fossi stato lì le avrei consigliato una bella visita oculistica).
- Ciao Hannah- disse timidamente.
Lei alzò lo sguardo. Aveva gli occhi rossi di pianto.
- Ciao Alex, che vuoi?- rispose lei, quasi scocciata.
- Sei qui tutta sola, e mi sembri triste.
-Wow, che intuito- replicò lei ironicamente.
-Ecco io...-
Alex non sapeva che replicare. Cosa poteva dire che
non fosse incredibilmente stupido? Non aveva tempo di fissarla imbambolato mentre pensava, doveva buttarsi.
-è successo qualcosa?
-Sono fatti miei, non credi? Sei arrivato qui per essere invadente?- rispose lei, con un pelo di fastidio. Si accorse poi di essere stata sgarbata -Scusa.
-Non preoccuparti. Volevo aiutarti, o almeno tirarti un po' su di morale. Se c'è qualcosa che posso fare...
- Non c'è, oramai non si può fare più niente.

-So che non ci conosciamo ancora bene, ma non sopporto di vedere le persone così.
- Alex... grazie dell'interesse ma non ti preoccupare davvero, non è importante.
-Non è vero che non lo è, altrimenti non saresti così triste.
-E' che...- lei esitò- Da quando sono qui è come se mi mancasse qualcosa... Sento un vuoto e so che qualcosa non va, so che c'è qualcosa di strano in questo posto. Qualcosa che ci nascondono. E come se non bastasse ora anche una delle poche cose di cui mi interessa è spacciata.
Ad Alex non sembrò opportuno chiederle di che cosa si trattasse, ma non seppe come risponderle. Anche a lui però sembrava che ciò che stava accadendo fosse molto strano. C'era qualcosa che non tornava in quella storia.
-Non preoccuparti se non sai cosa dire. Grazie di avermi ascoltato. Voi sarete sicuramente dei buoni amici.
-Noi?- chiese Alex stupito.
-Si, tu ed Anthony.
Le spuntò un piccolo sorriso.
-E' simpatico?- chiese Hannah.
-Moltissimo. È anche gentile. Stanotte si è persino
svegliato per consolarmi dopo un incubo.
-Non è che per caso ti piace?- chiese Hannah, con un
sorriso malizioso. Alex arrossì.

-Cosa?- balbettò -No no, non ci conosciamo neppure da un giorno. Siamo solo amici.
-Si si, dicono tutti così.
-E' vero!
I due risero.
-Grazie della compagnia. Però sai mi piacerebbe
comunque che ciò che amo non venga distrutto! Troverò un modo.
-E io ti aiuterò- esclamò Alex- Tra amici ci si sostiene sempre, no?
Hannah sorrise.
- Ora va, non voglio che Grey ti uccida.
Alex si ricordò di quell'uomo, si alzò, saluto Hannah,
e ritornò vicino alla colonna con l'intenzione di esaminarla un po' meglio. Successe esattamente quello che era accaduto prima. Il pilastro divenne molle, le pietre cambiarono posizione e apparvero di nuovo gli strani simboli.
Alex sentì ancora una volta quella dolce voce femminile.
"Devi osservare, solo chi osserva può capire il mondo. Chi guarda senza comprendere è perduto, chi osserva e ragiona può cambiare le cose."
- CHI SEI!?! COSA VUOI DA ME!- urlò Alex frustrato.
La voce non rispose, e la colonna tornò al suo stato originario.
Il ragazzo decise di tornare in classe.

Alex stava riflettendo sull'accaduto. Chi era che parlava? Cosa voleva, cosa doveva osservare? Perché era lì? Stava davvero succedendo qualcosa di strano come affermava Hannah? Qual era la verità dietro a tutto questo?
Finalmente arrivò in classe.
Anthony stava spazzando il pavimento, sembrava tutto normale, poi...
-DOVE TI ERI CACCIATO- sbottò il signor Grey.
- Ero in bagno.
-NON DIRE FESSERIE, SEI USCITO UNA VITA
FA. LA LEZIONE È ANCHE QUASI FINITA. ORA ASCOLTAMI BENE. VAI NELL'UFFICIO DELLA SIGNORA MIRROR IN MODO TALE CHE LEI DECIDA COSA FARE DI TE. OGGI NON PRANZERAI.
Alex uscì dalla classe con gli occhi bassi. "Perfetto, dovrò ancora una volta aspettare per avere risposte, che mi sarebbero state date a pranzo! Cosa mi farà la Mirror? Come sarà?"
Mentre era assorto in questi pensieri, Alex svoltò a destra per raggiungere l'ufficio della signora Mirror, in un lungo corridoio buio, di cui non si vedeva il fondo.

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora