Consegna di mappe a domicilio (e il cervello di Alex si squaglia)

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Dopo diverso tempo passato in acqua Alex decise di tornare in camera e quando aprì la porta si trovò faccia a faccia con la conferma della loro fuga.
Un uomo era seduto sul suo letto e stava giocherellando con i suoi capelli scuri in attesa del ragazzo.
Quando lui entrò l'uomo alzò lo sguardo e si alzò in piedi, mosse la mano e la porta si chiuse.
-Alex, sei tu?- chiese l'uomo vestito con dei pantaloni neri e una camicia viola.
Il ragazzo non poté che trattenersi dall'urlare dalla gioia, poi si calmò.
- Sì, sono io. Tu sei l'uomo di cui parlava Cameron nella lettera?
-Che bravo ragazzo che era- disse l'uomo, pensando al passato. Poi si ricordò della presenza di Alex- Scusami, non devo farmi prendere troppo dai ricordi. Devo parlarti.
I due si sedettero sul letto e Alex chiese agli Ariai della sua stanza di non far parola di questo con nessuno.
-Non ti preoccupare- disse l'uomo -Ho fatto un incantesimo, solo tu puoi vedermi e sentirmi, e nessuno ti vedrà parlare con me.
-Oh- rispose Alex confuso- Bene, di cosa mi deve parlate?

-Alex, stasera devi scappare.
-Lo so, ma ho paura di quello che potrebbe accadere. Non so neppure se usciremo vivi di qui. Non so nemmeno se riusciremo ad arrivare alla colonna senza che qualche guardia ci veda.
-Ce la farete, e sai perché? Non ci sono guardie, me l'ha detto qualcuno di cui mi fido. Il direttore avrà di sicuro un piano che vi impedirà di scappare, ma grazie al mio aiuto ce la farete. Nessuno sa che sono qui. Ora però devo raccontarti cosa dovrai fare dopo essere uscito.
-Cosa devo fare?
-Devi recarti in quella che viene definita "la città del Sole". Qui dovrai cercare il sindaco, accompagnato solo dalle persone di cui ti fidi ciecamente. Lui ti dirà come raggiungere quella che sarà la vostra guida nella missione per salvare l'umanità. Lui vi dirà come raggiungere la maga Ellie.
Alex non aveva più voglia di fidarsi di gente sconosciuta, di essere tradito. - Come posso sapere che devo fidarmi di te?
-Hai alternative? A meno che tu non voglia vagabondare a caso in attesa di essere ritrovato dal direttore, non hai molte scelte. O Ellie o lui. Fidati Alex, io so cosa c'è qui fuori e che cosa è successo a questo pianeta. Sono il primo che vuole che venga salvato e tu sei l'unico che può farlo. Questa mappa di guiderà, con essa potrai raggiungere la città senza problemi. Ti guiderà.

L'uomo gli porse un foglio di carta bianca.
-Inoltre sono entrato qui con la magia, mettendo a repentaglio la mia stessa vita. Non esiterei neanche un istante a morire per salvarti. Fidati.
Alex abbasso lo sguardo per osservare la mappa e quando rialzò gli occhi lui non c'era già più.
Alex si crogiolò sul letto cercando di capire se potesse fidarsi di quell'uomo oppure no. Prese in mano il foglio e cercò di osservarci simboli nascosti, ma non vide niente. Si convinse che non poteva fare altro che fidarsi di quell'uomo. Dopotutto era l'unico che gli aveva dato una meta, Ellie. E aveva rischiato grosso entrando di soppiatto nell'albergo. Non poteva uscire da qui e vagare a caso per il pianeta, doveva fidarsi di lui.
Ad Alex venne in mente che la strana donna in biblioteca gli aveva detto che sarebbe dovuto partire con i pantaloni che indossava quel giorno, quindi nascose dentro la tasca di quei jeans la mappa e, dopo essersi fatto la doccia, si diresse a cena.
Si sedette al tavolo, e dopo essersi assicurato che Anthony non lo sentisse, comunicò la notizia.
-L'uomo era in camera mia- disse -Quindi alle due di notte ci troviamo davanti al corridoio.
-E cosa ti ha detto?- chiese Matilde.
-Mi ha dato una mappa che ci guiderà alla "Città del Sole", qui il sindaco ci dirà come arrivare dalla maga Ellie, colei che ci guiderà nel salvataggio del mondo.

-Ma possiamo fidarci di lei e dell'uomo, dopo quello che è successo?- chiese a bassa voce Matilde (mi sono sempre dimenticato di dire che, chiaramente, quando a tavola parlavano cose segrete, i ragazzi erano attenti a non farsi sentire. Chiedo venia per la mia sbadataggine, non sono uno scrittore professionista).
-Non abbiamo alcuna alternativa, quindi lo ascolteremo e nel caso sistemeremo tutto. Va bene?
Tutti annuirono in segno di consenso e passarono la cena a parlare di altro, per non preoccuparsi della fuga.
-Forse è il caso di andare a riposarci prima di partire- propose Matilde.
-Esatto, ci aspetta una lunga nottata. Dobbiamo anche tenere le forze per usare i nostri poteri- disse Noemi, consapevole del grande sforzo che richiede cancellare la memoria.
-Io- annunciò Alex -Prima devo fare una cosa importante.
Alex dopo cena si diresse verso l'aula di scoperta e utilizzo dei poteri per prendere dall'ufficio di Grey il libro "Storia dell'Antartide e del regno di Avarna" ricordandosi di quello che gli aveva detto: "Prima di uscire torna qui a prendermi".
Alex entrò nell'aula e si ritrovò davanti alla signora Loveney (e sclerò interiormente). Era ovvio che sarebbe stata lì.
-hai bisogno di qualcosa?- chiese la Loveney.

Alex cercò di inventarsi una scusa per entrare nel suo ufficio. - potrei ...ehm... vedere uno dei suoi meravigliosi vestiti?
Grande scusa, grande piano, bravo Alex...
-MA CERTAMENTE, VIENI CON ME!
La Loveney lo accompagnò nel suo appartamento, lo
portò nella sua cabina armadio e gli spappolò il cervello raccontandogli la storia di ognuno dei suoi vestiti.
Dopo un'ora terminò e si sedette alla scrivania nel suo ufficio.
-Grazie di avermi ascoltata nella mia fantastica storia- disse lei.
"E.P.I.C.A." pensò Alex, sempre più annoiato.
-Ora puoi andare, io starò qui seduta tutta la notte. Alex doveva trovare un modo, ma poi sentì una voce
nella testa, era l'Ariai del libro. - Alex, apprezzo l'impegno ma non riuscirai a prendermi oggi, te la caverai anche senza di me finché non ci sarà un'altra occasione.
Così Alex, sconsolato, andò a dormire, anche se non riuscì poi molto.
All'ora della partenza, Alex si infilò i pantaloni suggeriti da quella che oramai era stata ribattezzata "la donna della biblioteca".
Si recò all'ingresso dei dormitori dove Roberta, Hannah, Matilde e Noemi lo stavano aspettando.
La fuga stava iniziando. -Pronte?- sussurrò Alex.

-Non proprio- rispose Hannah -Ma non ci arrenderemo.
-Roberta, trasformaci in acqua- suggerì Matilde -Così potremmo muoverci verso la sala dell'Arrivo-Andare senza rischiare di essere visti.
Roberta tese le mani in avanti, e si concentrò, ma non accadde nulla. Ci riprovò ma ancora nulla. Lo fece ancora, nulla. Ci provò ancora, ancora e ancora, ma continuò a non riuscire.
Aveva le lacrime agli occhi.
-Scusate, non riesco- continuò lei cercando di trattenersi dopo aver iniziato a singhiozzare- Non devo piangere, non devono sentirci.
La ragazza si alzò e smise di piangere, come se nulla fosse.
-Sto bene. Andiamo avanti.
-Roberta sei sicura che...- iniziò Alex.
-Ho detto che sto bene.
Alex intuì che era meglio parlarne successivamente.
-Il signore che è venuto a trovarmi- disse Alex -
sostiene di sapere per certo che non ci saranno guardie. Decisero di rischiare, incamminandosi nel corridoio
buio, pronti per scappare.

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora