Mi sveglio di soprassalto a causa di un rumore fastidioso e ridondante, mi sono resa conto di essermi addormentata con il libro aperto appoggiato sull'addome.
Inutile dire che mi sono fermata alla seconda pagina delle dieci che avrei dovuto studiare, so bene di essere un caso perso.
Il prossimo anno dovrò cominciare a lavorare per le lettere di ammissione ai vari college e, se dovessi continuare di questo passo, so che darei costretta a rinunciare a qualsiasi campus di alto o medio livello. A me piacerebbe restare qui a Los Angeles e frequentare la UCLA, ma so che dovrò impegnarmi di più per poterlo fare.
Qualcuno sta bussando in modo insistente alla porta della mia stanza, odio essere svegliata in questo modo.
"Charlie, ci sei?" ecco la voce stridula di mia madre, è appena tornata e ha già iniziato ad irritarmi.
È mai possibile?
"Sto studiando" mento.
"Apri, voglio solo salutarti" penso che il suo intento sia quello di controllare che non ci sia nessuno all'interno della mia stanza.
Mi alzo svogliatamente dal letto, non ho voglia di sorbire ancora per molto le sue lamentele. Abbasso la maniglia della porta e la spalanco, mia madre, come previsto, rivolge subito un'occhiata fugace alle mie spalle per accertarsi che la mia camera sia vuota.
"Ciao" borbotto.
"Ho saputo che hai passato molto tempo con tua sorella in questi giorni, dovresti farlo più spesso" se ne esce mia madre, anche mio padre fa capolino alle sue spalle con un sorrisetto soddisfatto dipinto sulla sua bocca.
"Ciao papà" lo saluto rivolgendo un cenno del capo nella sua direzione.
"Hey Charlie" mio mio padre ricambia il saluto, ma viene subito interrotto da mia mamma.
"Spero proprio che tu abbia capito che devi smettere di frequentare quei ragazzini viziati, mi auguro poi che tu abbia smesso di uscire con quel biondino" mia madre riprende a espormi i suoi pensieri di cui proprio non mi interessa.
"Hai finito?" mi acciglio.
"No, vedo che stai studiando ed è una prova che tua sorella abbia un'ottima influenza su di te" continua il suo stupido monologo, è appena tornata e già mi ha stancata.
"Torno a studiare" alzo gli occhi al cielo e richiudo la porta alle mie spalle, la sento borbottare qualcosa di incomprensibile di cui poco mi importa.
"Sei appena tornata a casa e già le hai fatto la morale, ecco perché Charlie non vuole parlare con te e ha ragione" riconosco la voce di mia sorella, non mi sarei di certo aspettata che mi avrebbe difesa e non nego che mi faccia piacere che abbia preso le mie parti.
"Falla uscire più spesso con te, deve smettere di frequentare quella gentaglia" mia madre ignora del tutto ciò che le ha detto Lauren, si comporta sempre in questo modo e ormai ho anche smesso di farglielo notare.
"Può uscire con me quando vuole, ma dipende dalla sua volontà" mia sorella obietta.
Decido di smetterla di prestare attenzione a questa conversazione, i miei genitori non cambieranno mai.
Di sicuro, quando andrò al college, prenderò un appartamento tutto mio al campus perché non voglio restare a vivere ancora a lungo in questa casa.
Riprendo il libro e mi sforzo di leggere almeno un altro paio di pagine, ma non resisto e afferro il mio cellulare. Senza nemmeno riflettere, vado a controllare il profilo social di Blake in caso abbia postato qualcosa.
Oh, c'è una nuova storia.
La apro per capire di che cosa si tratti, un'espressione contrariata si dipinge sul mio viso non appena vedo una foto di Amelie che gli tiene la mano.
Blocco lo schermo del cellulare e lo lancio infastidita sul materasso, non capisco perché mi dia così tanta noia vederli insieme.
Blake mi piace, questo non posso negarlo, ma ho la consapevolezza che fra noi non potrebbe mai succedere nulla.
È inutile continuare a ossessionarmi con lui, devo limitarmi ad essere felice di aver conosciuto un ragazzo che ho sempre sognato di vedere dal vivo.
Non posso permettermi di fare altrimenti."Charlie" mia madre spalanca la porta della mia camera, dovrei proprio iniziare di nuovo a chiuderla a chiave.
Non conosce la parola privacy?
"Cosa c'è?" domando scocciata.
"Non vedi che sto studiando?" afferro uno dei tanti quaderni aperti sulla scrivania e lo sventolo in aria in modo plateale.
"Io e tuo padre stiamo andando a una cena di lavoro in un ristorante, è uno dei migliori qui in città" mi comunica, non capisco come questo possa avere a che fare con me.
"Okay" faccio spallucce.
"Vuoi venire?" propone mia madre.
"Lauren viene?" chiedo a mia volta, non ho la minima intenzione di essere l'unica adolescente in mezzo a una massa di adulti pronti a giudicarmi e a squadrarmi dall'alto verso il basso. Sono già stata a delle cene simili con i miei e non sono state di certo delle belle esperienze, meglio che io non mi soffermi su certi ricordi.
"No esce con una sua amica e tu non puoi rimanere a casa da sola" ribatte mia madre incrociando le braccia al petto.
"Ho sedici anni, posso eccome" sbotto.
"Sei irresponsabile, non mi fido" obietta lei.
"Charlie esce con me" mia sorella ci raggiunge, mi fa l'occhiolino alle spalle di mia madre in modo tale che lei non possa accorgersene.
"Oh, potevi dirlo prima" quest'ultima lancia un'occhiata torva nella mia direzione, poi se ne va soddisfatta dalla mia camera.
È tanto brutto se dico che non la sopporto?
"Con chi esci?" chiedo a Lauren che è rimasta in piedi appoggiata allo stipite della porta della mia camera da letto.
"Con Emma" risponde lei.
"Solo voi due?" indago.
"Sì, per questa sera sì, ma se vuoi venire a me farebbe piacere eh" ridacchia mia sorella, mi rendo conto di quanto posso aver perso continuando, per anni, a rifiutare di avere un qualsiasi rapporto con lei.
Smetto che mi abbia fatto piacere che, anche in questa situazione, non abbia esitato a coprirmi con i nostri genitori.
"Devo studiare" sbuffo, la realtà dei fatti è che non sono molto dell'umore di uscire.
"Tranquilla, quando c'è Blake ti avverto" ride di gusto, mi limito a guardarla con gli occhi spalancati per ciò che ha appena detto.
"Ma che dici" mi fingo offesa.
"Fa finta che io non abbia detto nulla" solleva le mani in segno di resa e sparisce lungo il corridoio, è evidente che stesse tentando di nascondere un sorriso ad ogni costo.
Sono così prevedibile?
Sono sempre stata convinta di essere brava a mentire e a nascondere le mie emozioni, ma questa mia certezza si sta sgretolando a poco a poco. Dovrò impegnarmi di più, non mi piace che le persone riescano a capire quali siano i miei punti di debolezza.
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WHY ME?
FanfictionCharlie, una ragazza di 16 anni che abita a Los Angeles, è una ragazza particolarmente ribelle che non ama sottostare a nessun tipo di regola. I suoi genitori sono preoccupati per lei, la ragazza continua a frequentare un gruppo di ragazzi ricchi e...