"Grazie per avermi chiamato" Blake mi ignora e si avvicina a Zack, gli stringe la mano e gli dà una pacca sulla spalla come se io non fossi presente qui in questo momento.
"Ci pensi tu a lei?" sospira Zack preoccupato, Blake annuisce mentre un sonoro sbuffo lascia le sue labbra morbide e piene.
Vorrei baciarle.
Tieni a freno gli ormoni ubriacona, ringrazio la mia coscienza che ogni tanto si decide a far capolino sotto forma di una piccola e fastidiosa vicina situata nei meandri della mia mente.
"Sì" aggiunge poi quest'ultimo, continuano a parlare come se io, che a quanto pare sono l'oggetto del discorso, non fossi qui.
"Charlie fatti sentire, tienimi aggiornato su come ti senti" Zack lancia un altro sguardo nella mia direzione prima di scomparire dietro al cancello di ingresso dell'enorme giardino di Reese, annuisco piano in risposta.
"Sei una deficiente, questo lo sai?" Blake fissa i suoi occhi di ghiaccio nei miei, è evidente che sia infuriato con me e mi sarei di certo aspettata una tale reazione da parte sua.
"Sì" rispondo con un filo di voce appena udibile, probabilmente non è neanche riuscito a sentire cosa ho appena detto.
"Cosa hai preso?" chiede con le braccia incrociate al petto, decide di non fare nemmeno un passo nella mia direzione.
"Non ricordo il nome, era una pasticca bianca è tonda credo" ammetto farfugliando una serie di parole alla rinfusa, Blake continua a scrutarmi pensieroso mantenendo una debita distanza fra i nostri corpi.
"Forse aveva una forma allungata ed era un po' giallina? Proprio non me lo ricordo" aggiungo scuotendo non troppo vigorosamente la testa.
"Cazzo, Charlie" sbotta tirando un calcio addosso a un secchione della spazzatura, un rumore secco e forte riempie le mie orecchie causando un'ennesima fitta dolorosa.
Il cassonetto si incrina leggermente senza però cadere, penso che abbia creato uno squarcio sul fondo di esso con quella botta forte che gli ha tirato contro.
"Ahia" mi lamento toccandomi la testa.
"Ti porto a casa" dice secco.
"Non a casa mia" replico subito con un'espressione allarmata dipinta in viso, non posso permettere che i miei genitori riescano ha scoprire cosa ho fatto.
"Alla Sway ci sono i ragazzi" borbotta fra sé e sé, si gratta il mento passandoci l'indice e il pollice in modo quasi nervoso. Di certo non possiamo andare lì, non credo proprio che Blake rischierebbe che i suoi amici e soprattuto Amelie finissero per scoprire che lui è venuto da me anche questa notte.
"Mia sorella?" chiedo piano.
"No, lei no" sbuffa scocciato.
"Ho un'idea, monta in macchina" suona più come un ordine che una domanda, ma non sono proprio nella posizione di lamentarmi.
"Okay" biascico, lo seguo in silenzio fino alla sua macchina nera lucida che ha parcheggiato poco più avanti lungo il piccolo viale.
"Sali" ordina di nuovo mentre apre la portiera del veicolo permettendomi di salire, mi accomodo contro il sedile e allaccio la cintura sorprendente beccando il buco dove inserirla al primo tentativo.
"Potresti anche essere più gentile" queste parole escono dalla mia bocca senza il controllo della mia testa, credo che io sia ancora sotto l'effetto di quello schifo che ho assunto.
"Sono qui di nuovo Charlie, non ti basta? Un altro se ne sarebbe fregato di te, invece guarda un po' dove sono per l'ennesima volta" sbatte le mani contro il volante, poi lo stringe fino a far sbiancare del tutto le nocche delle sue mani.
Le sue parole potrebbero anche avere senso, ma non devo lasciarmi abbindolare dopo il modo in cui si è comportato in seguito al nostro bacio.
"Dove stiamo andando?" tento curiosa, mi viene naturale socchiudere appena le mie palpebre. Le mie ciglia lunghe e nere arrivano perfino a solleticare i miei zigomi, mi sforzo di mantenere aperti i miei occhi.
"Alla vecchia Sway House, è ancora di nostra proprietà e per tua fortuna ho le chiavi" sospira mentre aumenta la velocità del veicolo, non toglie nemmeno per un attimo i suoi occhi dalla strada che ha di fronte a sé.
"Oh" sospiro, mi limito a guardare il paesaggio che scorre veloce al mio lato. Assottiglio gli occhi riducendoli a due fessure per riuscire a mettere a fuoco il tutto, ma proprio non riesco a vedere le varie cose in modo distinto.
"Siamo arrivati" mi avverte lui, non dico nulla e abbasso la maniglia che mi permette di spalancare il portello della macchina.
Metto a terra un piede e poi l'altro, da quando è diventato così difficile camminare? Le mie gambe si fanno sempre più pesanti, mi sembra davvero di essere immersa in una pozza profonda di sabbie mobili.
"Vieni qui" sento il braccio di Blake che circonda prontamente i miei fianchi per darmi un po' di sicurezza e di fermezza nei movimenti, con un'enorme fatica e grazie al suo aiuto arrivo fino al portone di ingresso.
Blake infila le chiavi nella toppa con una certa fretta, la spalanca permettendo ad entrambi di entrare nell'ampio salone. Mi accompagna fino al divano in similpelle nera, mi accascio contro il morbido schienale imbottito.
"Dove vai?" chiedo non appena lo vedo allontanarsi, non avrà mica intenzione di lasciarmi qui tutta sola?
"Aspetta" sbuffa.
Torna qualche secondo dopo con un bicchiere pieno d'acqua, almeno credo, che porge nella mia direzione.
"È acqua?" me ne accerto.
"Acqua e sali minerali per compensarne la perdita, dovrai bere spesso per mantenerti idratata" mi spiega subito lui, afferro subito io contenitore in vetro e lo avvicino alle mie labbra per mandarne giù qualche sorso visto che stavo letteralmente morendo di sete.
"Piano" mi ammoscisce.
"Come sai queste cose?" chiedo curiosa.
"Le so e basta" risponde schivo, non capisco perché non voglia mai darmi delle risposte a qualsiasi domanda io gli tenti di porre.
"Sei arrabbiato con me?" domando facendo sporgere leggermente il mio labbro inferiore, il suo sguardo sembra intenerirsi per un attimo che è quasi impercettibile.
"Da morire" borbotta.
"Ho caldo" comincio a sventolarmi con l'aiuto delle mie mani, è come se una vampata di calore avesse assalito il mio corpo.
"So anche questo, è uno degli effetti collaterali" inizia a mordicchiare la parte interna della sua guancia, ha tutta l'aria di essere innervosito da tutta questa situazione.
"Perché l'hai fatto?" chiede, il suo tono di voce è a metà fra il rassegnato e lo sconsolato.
"Non lo so, ho bevuto un po' troppo e quindi non ci ho pensato due volte quando Reese mi ha chiesto di provare" mormoro con gli occhi semichiusi, mi sistemo in modo più comodo sul divano allungando le gambe arrivando a toccare involontariamente quelle di Blake.
"Non ero lucida" mi giustifico ancora, il suo sguardo inquisitore decide finalmente di spostarsi dal mio viso e di concentrarsi su un punto indefinito alle mie spalle.
"Charlie" sbuffa, riesco a percepire la seduta morbida che si incrina leggermente nel momento in cui decide di avvicinarsi a me.
"Sono arrabbiato con te, mi sono spaventato a morte quando quel tuo amico ha risposto al telefono al posto tuo" confessa, passa una mano fra i suoi capelli scuri per scompigliarli in quel modo a dir poco perfetto. Comincio a nutrire il timore di poter dimenticare le parole che mi sta dicendo in questo momento, dovrei forse scriverle nelle note del telefono?
Charlie sei fuori di testa, ecco quella vocina irritante che torna ad ammonirmi come se io fossi una bambina di quattro anni.
"Mi dispiace, sono stata io a chiedergli di chiamarti, ma proprio non mi ricordo di averlo fatto perciò penso che sia successo mentre ero sull'orlo di svenire" continuo a biasciare confusamente, penso di aver bisogno di riposare un po' anche se vorrei davvero restare a parlare con questa versione di Blake.
Devo ammettere che mi piace quando si preoccupa per me, questo suo lato protettivo, che lui cerca sempre di nascondere, mi fa davvero perdere del tutto la testa.
Che poi mi piace anche quando fa lo stronzo, adesso penso di star impazzendo davvero.
Charlie è fidanzato, ricordo a me stessa che non sono quel tipo di ragazza che farebbe di tutto per intrufolarsi nelle relazioni altrui.
"Non devi farlo più, sono serio. Se è necessario ti starò addosso tutto il giorno e tutti i giorni" quando dice queste cose riesce sempre a confondermi, mi illudo che davvero io possa piacere a lui. Non devo viaggiare troppo con la mente o finirò per bruciarmi un'altra volta, mi devo imporre di ricordare cosa ha fatto e detto subito dopo il nostro bacio.
"La tua fidanzata non ne sarebbe felice, no?" ribatto in modo sarcastico senza neanche rendermene conto, mi porto una mano alla bocca non appena mi accorgo delle parole che hanno appena lasciato le mie labbra.
"Adesso lei non c'entra nulla, sto parlando di te e non cercare di cambiare discorso come il tuo solito" torna serio all'improvviso, il suo sguardo si fa piuttosto freddo e lo percepisco subito più lontano da me.
Ho rovinato tutto? Ormai faccio di continuo a quanto pare, commetto un errore dietro l'altro senza neanche rendermene conto.
Mi chiedo davvero se riuscirò mai a uscire del tutto da questo vortice nel quale mi sono ritrovata, devo accettare l'aiuto delle persone che mi stanno tendendo una mano e devo tirarmi fuori da questa situazione.
Devo farlo al più presto possibile.
"Perché continui a frequentare quei tipi? Non dirmi che c'era anche quel biondo idiota e giuro che se trovo questo Reese che mi hai nominato io lo.." lo interrompo prima che possa aggiungere dell'altro, non credo che sia necessario che si metta a fare a botte con il ragazzo dai capelli rossi.
"Tu non fai nulla" dico a fatica, la gola continua a bruciarmi sempre di più ad ogni parola che tento di pronunciare.
"Non è stata colpa sua, anche se non ero del tutto in me sono stata io a decidere di farlo" aggiungo ammettendo le mie colpe, mi auguro di non cadere più in una tale tentazione. Non ho pensato alle conseguenze ed ecco dove sono finita, riesco davvero a essere più giudiziosa da fatta che da sobria?
"Eri ubriaca" puntualizza.
"E lui era fatto perciò non c'entra nulla, tu non devi prendertela proprio con nessuno se non con me" i miei occhi sono chiusi, sento la sua mano che si allunga in direzione del mio viso per spostare una ciocca di capelli ribelli che mi è finita sulla fronte.
"Ci penserò su" fa spallucce lui ritirando il suo braccio come se avesse appena ricevuto una scossa dalla mia pelle, arrotolo nervosamente una ciocca di capelli attorno alle mie dita.Ecco il nuovo capitolo, ho deciso di dividerlo in due parti perché oggi ho avuto nove ore di lezioni e il mio cervello sta letteralmente andando in fumo, ma spero tanto che vi sia piaciuto🤍
Fatemi sapere un po' quelli che sono i vostri pensieri e che cosa vi aspettate dal proseguimento della storia!
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WHY ME?
FanfictionCharlie, una ragazza di 16 anni che abita a Los Angeles, è una ragazza particolarmente ribelle che non ama sottostare a nessun tipo di regola. I suoi genitori sono preoccupati per lei, la ragazza continua a frequentare un gruppo di ragazzi ricchi e...