Avverto qualche squillo per pochi interminabili istanti, poi finalmente la sua voce.
"Charlie?" sembra sorpreso, lo sento sospirare dall'altro capo del telefono. In effetti starà pensando che io sia impazzita, oppure, visto che è piuttosto sveglio e perspicace, potrebbe avere capito il motivo di questo mio gesto.
"Sei solo?" domando senza riflettere, spero proprio che non ci siano né Amelie né mia sorella nei paraggi.
"Mi sono allontanato dagli altri, si può sapere perché mi hai chiamato?" domanda lecitamente, non ho idea di qualche scusa rifilargli adesso.
Se devo essere sincera, non so neanche io il perché io lo abbia fatto. Ho agito d'istinto, senza il minimo controllo da parte della mia testa e della mia coscienza.
"Non lo so" ridacchio sincera.
Stupida me.
Domani, quando sarò lucida, so bene che me ne pentirò amaramente. Lui crede che io sia una stupida ragazzina e io, dal mio canto, sto facendo di tutto per confermarglielo.
"Hai fumato di nuovo?" borbotta lui.
"Chi lo sa" ridacchio ancora, la mia voce fuoriesce come un farfuglio confuso.
"Sto arrivando e no, non dirò nulla a tua sorella" sbuffa prima di riagganciare la chiamata, non mi lascia neanche il tempo di dire nulla in risposta.
Sta davvero venendo qui?
Non può vedermi in queste condizioni, corro in bagno per darmi una veloce sistemata. Afferro una salvietta a struccante e cerco di rimuovere con attenzione tutto il trucco colato al di sotto dei miei occhi, non sono di certo nelle mie migliori condizioni anche per quanto riguarda il mio aspetto esteriore. Cerco di allisciare le pieghe che si sono formate sulla mia t-shirt bianca oversize adesso leggermente stropicciata, cerco poi di raccogliere i capelli in una coda decente. Non sono riuscita nel mio intento, alcuni ciuffi ribelli ricadono sul mio viso che appare piuttosto pallido e smunto.
Ho gli occhi completamente rossi, questo dettaglio non c'è modo di camuffarlo.
Torno in salone e mi butto di peso sul divano, milioni di dubbi iniziano ad attraversare la mia povera testa confusa.
E se non venisse davvero?
Ho fatto la figura dell'idiota?
Continuo a ridacchiare fra me e me senza alcun apparente motivo, quella roba stacca del tutto la connessione fra la mia mente e il mio corpo.
Sussulto non appena avverto il suono del campanello, mi avvicino alla porta trascinando a fatica i miei poveri piedi.
Quando mi sono tolta le scarpe?
Neanche me lo ricordo, bene.
Afferro la maniglia e la abbasso, i miei occhi si spalancano leggermente non appena metto a fuoco la figura di Blake.
"Cazzo" sbotta subito, entra nel salotto di casa mia e richiude la porta alle sue spalle con un sonoro tonfo.
"Si saluta eh" ridacchio buttandomi ancora una volta sul divano, atterro con la schiena sopra uno dei tanti cuscini adagiati sopra ad esso.
"Ho mollato Amelie alla Sway e sono stato costretto a mentire a tutti per venire qui senza che tua sorella lo venisse a sapere" sbuffa sonoramente, prende posto accanto a me lasciando una certa distanza fra di noi.
"In che senso l'hai mollata?" domando innocente, lui si gira verso di me assottigliando gli occhi e riducendoli a due fessure.
"Nel senso che è rimasta lì con gli altri, che cosa credevi?" ribatte con tono ovvio.
Avrei preferito sentire che avesse smesso di frequentarla definitivamente, ma forse è meglio che io tenga per me questo pensiero.
"Posso farti una domanda?" chiedo piano, lui mi lancia una fugace occhiata incuriosita.
"Mh va bene, te lo hanno mai detto che parli davvero troppo?" annuisce, un sorrisetto divertito si fa spazio sul suo viso.
"No" scuoto la testa facendo sporgere leggermente il mio labbro inferiore, incrocio le braccia di fronte al mio petto.
"Allora?" mi esorta.
Ah giusto, la domanda.
"Perché sei venuto?" in questo momento di certo non mi manca il coraggio, quella roba riesce a eliminare ogni miseria barriera costituita dalle mie insicurezze. So che è sbagliato farne uso e devo riuscire a uscirne prima che sia troppo tardi, ma al momento la mia testa è troppo concentrata su Blake per pensare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
"Non voglio che anche tu cada in ciò che ho passato io" sospira, io mi limito ad annuire facendo su e giù con il capo.
Avrei voluto sentire una risposta diversa da parte sue e invece, a quanto pare, mi vede un po' come se fossi una ragazzina da salvare.
"Solo per questo?" insisto per via dei miei freni inibitori che sono del tutto sgretolati.
"Sì, perché?" domanda confuso.
"Niente" liquido il discorso.
"Hai gli occhi rossi" lo nota non appena i suoi occhi azzurri si soffermano con insistenza nei miei, scuoto piano la testa.
"È la stanchezza" rido ancora senza motivo.
"Quando sbadigli tanto ti vengono gli occhi rossi, non lo sapevi?" ridacchio inventando la teoria più stupida mai sentita prima d'ora.
"Sì, come no" borbotta riluttante.
"Vorrei arrabbiarmi e dirti che sei un'idiota irresponsabile" ha cambiato del tutto umore, in questo momento momento sembra piuttosto irritato e infastidito dalla situazione. Ha intenzione di tenermi il muso per tutta la notte? Sempre che abbia intenzione di restare, forse sto viaggiando un po' troppo con la mia fervida immaginazione. Sicuramente sarà venuto per dare un'occhiata alle mie condizioni, poi se ne andrà.
"Perché non lo fai?" domando piano, stiracchio le gambe stendendole sul divano fino a toccare appena le sue.
"Perché sei troppo fatta, nessuna delle mie parole ti entrerebbe in testa in queste condizioni" sbuffa ancora.
"E fidati lo so per esperienza, ma io l'ho capito subito che stavo sbagliando e ho smesso prima di arrivare a un punto di non ritorno" mi confessa qualcosa in più sul suo passato, non me lo sarei aspetta da lui.
Dei brividi, dovuti al freddo, fanno scuotere il mio corpo all'improvviso.
"Hai freddo?" lui sembra notarlo.
"No" mento.
"Non è vero" lui sfiora con le sue dita la pelle delle mia gambe lasciata scoperta dagli shorts striminziti che indosso, abbasso lo sguardo e mi rendo conto che la pelle d'oca che ricopre le mie cosce è piuttosto evidente.
Si sfila sua felpa grigia e l'orlo della t-shirt bianca, che indossa al di sotto, si solleva leggermente lasciando intravedere il suo addome scolpito.
"Tieni" me la porge.
Afferro la sua felpa e la indosso facendola passare per la mia testa, mi rendo conto che è davvero enorme per me. Il tessuto in cotone grigio arriva a coprirmi fino alla metà della mia coscia, il suo profumo che sa di limone e citronella avvolge i miei sensi.
"Grazie" biascico, noto anche che le lunghe maniche arrivano ben oltre i miei polsi. Blake è molto alto rispetto a me, diciamo che questo non fa altro che evidenziare i tre anni di differenza che ci separano. Per me non è un divario poi così abissale, ma lui non perde occasione per ribadirlo perciò non credo proprio che sia della mia stessa idea.
"Perché lo fai Charlie?" mi soffermo a pensare a quanto sia bello sentire il mio nome che esce dalle sue labbra, dovrei concentrarmi nel formulare una risposta alla sua domanda.
Sono fuori di testa, del tutto ormai.
"Cosa?" scuoto la testa.
"Questo" indica i miei occhi arrossati con un cenno del suo mento, non ho la minima idea di che cosa rispondergli. Potrei dirgli che l'ho fatto senza pensarci e che mi aiuta a non pensare, ma continuerei a passare come un'immatura ai suoi occhi.
"Non mi va di parlare" cerco di sviare il discorso con una frase del tutto insensata, lui cerca di nascondere un sorriso che minaccia di fare capolino sulle sue labbra morbide.
"Ah no?" ridacchia.
"Cosa ti va di fare allora?" ammicca, questo discorso sta prendendo decisamente una strana piega.
"Niente" metto il broncio.
"Cosa hai detto agli altri?" chiedo curiosa e cambio argomento nella conversazione, c'è da dire che in questo ho delle grandi abilità.
"Che avrei dovuto raggiungere un amico che si è appena lasciato con la ragazza" sospira, è una giustificazione piuttosto strana e mi auguro che tutti se la siano bevuta senza fare domande.
"Ti hanno creduto?" indago.
"Certo, ho davvero un amico che ha rotto da poco con la sua fidanzata e gli ho scritto per chiedergli di non postare nulla questa notte" fa spallucce, so bene che è piuttosto furbo.
"Vediamo un film" se ne esce lui, allunga un braccio sopra il mio corpo per afferrare il telecomando dal lato opposto del divano.
Quindi resta qui?
Accende il televisore e comincia a scorrere fra i vari titoli, si sofferma su un film horror che non ho mai avuto coraggio di vedere.
"Oh no, ti prego non questo" mi lamento.
"Non ti piacciono gli horror ragazzina?" lui scoppia a ridere, sono talmente in tilt che non riesco a lamentarmi per il modo in cui mi ha appena chiamata.
"Mi piacciono, ma questo no" ammetto, appoggio i miei gomiti sulle ginocchia e tengo la mia testa fra i palmi delle mani.
È uno di quegli horror psicologici e cervellotici, mi mettono un'ansia tremenda e non credo che sia l'opzione migliore visto che non sono in ottime condizioni.
"Vediamo questo" schiaccia play senza curarsi minimamente delle mie proteste.
"Stronzo" biascico.
"Che cosa?" finge di non aver capito bene.
"Stronzo" rispetto soddisfatta con un sorrisetto dipinto sulle mie labbra, lui scuote la testa con un evidente divertimento in viso.
"Ripetilo se ne hai coraggio" ormai conosce il mio punto debole, inizia a farmi il solletico e non riesco a fare a meno di scoppiare a ridere e dimenarmi.
"Sei un stronzo" gli faccio la linguaccia e continuo a contorcermi sotto le sue dita che solleticano senza sosta la mia pelle.
"Blake" mi lamento.
"Ritira ciò che hai detto" ridacchia.
"Mai" riesco a dire fra una risata e l'altra, non so come le sue mani siano finite al di sotto della sua felpa che indosso e poi siano arrivate a toccare la mia pelle nuda sui fianchi.
Un urlo inquietante, proveniente dal televisore, mi fa sobbalzare e sbarrare gli occhi.
Blake approfitta di questo mio momento di debolezza per mettersi a cavalcioni su di me e immobilizzare la mia vita fra le sue gambe, mi viene d'istinto di mordicchiare nervosamente l'interno della mia guancia. Deglutisco non appena avverto questo improvviso contatto fra i nostri bacini, lui non sembra farci molto caso. Per lui, a quanto pare, è una cosa normalissima scherzare in questo modo come una ragazza e non sembra dargli tutto il peso che gli attribuisco io. So che mi vede come una ragazzina, magari come se fossi una sorella minore, perciò non vede nessuna malizia in questi semplici gesti.
Interrompe bruscamente i miei pensieri iniziando di nuovo a farmi il solletico senza alcuna pietà, mi contorco inarcando la schiena e facendo scontrare con una certa pressione il mio bacino contro il suo.
"Scusami" biascico.
Lui afferra entrambi i miei polsi e li blocca sul retro della mia testa, avvicina il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio. Mi ritrovo a desiderare che si sporga di poco fino a sfiorare le mie labbra, ma so bene che questo pensiero non potrebbe sfiorare neanche l'anticamera del suo cervello. Lui si sta frequentando con Amelie, è odio ammettere che lei sia dannatamente perfetta per lui.
"Che stai facendo?" chiedo cercando di mostrarmi sicura di me, sono più che sicura che il mio sguardo mi stia tradendo.
"Sto per baciarti, ovvio" un sorrisetto beffardo si fa spazio sulle sue labbra, io resto interdetta senza sapere cosa replicare.
"Che c'è non parli più? Basta così poco a mettere a freno la tua lingua lunga?" ride di gusto avvicinandosi ancora di più al mio viso, il mio cuore perde un battito per poi recuperarne altri cento e mi sembra quasi che voglia esplodere dalla mia gabbia toracica.
"Stronzo è poco per definirti" metto il broncio incerta su come comportarmi, non mi sono mai sentita così in difficoltà con un ragazzo.
"Comunque non ti bacerei Charlie, te l'ho detto già" si ferma per qualche istante, sposta il suo peso dal mio corpo e torna a sedere sul divano.
Resto a guardarlo con un'evidente incertezza dipinta sul mio volto, sono davvero confusa dal suo comportamento e non so cosa dirgli.
"Magari quando sarai maggiorenne potrei anche farci un pensierino" ridacchia, è evidente che sia ironico adesso.
"Sta zitto e guardiamo il film" sbotto.
"Hai detto che non ti piace" controbatte.
"Mi piace, anche molto" ribatto infastidita.
Sta giocando con me e questo non mi piace.
"Sei permalosa eh" ridacchia lui, mi da una leggera gomitata, in risposta roteo i miei occhi in direzione del soffitto.
"Può darsi" non stacco i miei occhi da questo film orrendo, mi sta facendo salire un fastidioso senso di ansia.
"Dove sono?" domanda lui in senso retorico, non capisco proprio dove voglia arrivare.
"Qui?" rispondo incerta.
"Ecco, potresti fartelo bastare senza offenderti per delle cose insensate?" domanda infastidito, faccio scontrare i suoi occhi azzurri con i miei. Non credo di aver capito il senso delle sue parole, continuo a guardarlo confusa.
"Odio chi si prende gioco di me" sputo sincera, ancora gli effetti di ciò che ho fumato non sono svaniti del tutto dal mio corpo. Non smetto di sentirmi intontita, la mia vista è piuttosto ovattata e leggermente sfuocata.
"Stavo soltanto scherzando" lui solleva entrambe le mani in segno di resa, devo ricordargli che ha appena finto di baciarmi? Non mi sembra uno scherzo carino e divertente da fare, anzi è tutto il contrario.
"Non mi piace il tuo modo di scherzare" metto il broncio, una scena raccapricciante sta passando sullo schermo del televisore. Non saprei neanche come descriverla, posso dire soltanto che c'è del sangue sparso ovunque.
"Charlie" ridacchia Blake abbassando lo sguardo, mi rendo conto soltanto ora di essermi avvinghiata al suo braccio.
"È colpa di questo stupido film" borbotto staccandomi immediatamente da lui, noto che sta facendo di tutto per trattenere quel sorriso che minaccia di far capolino sulle sue labbra.
"Torna qua" mi afferra per un braccio e mi trascina di nuovo più vicina a lui, fa in modo che io appoggi la mia testa sul suo petto.
Perché si comporta in questo modo?
Ha appena detto che non mi bacerebbe mai, che è qui soltanto perché non vuole vedere qualcun altro che cada in quel brutto giro dove si è ritrovato in prima persona anni fa.
"Sei fastidioso" mi lamento, sento il suo braccio che si solleva fino a fermarsi stringendosi attorno alla mia vita.
"Può darsi" evidentemente sa bene che, questa vicinanza, mi da tutt'altro che fastidio.
Ha messo in chiaro più volte come stanno le cose fra noi, adesso sta a me cercare di non viaggiare troppo con l'immaginazione e restare con i piedi per terra. Non devo fantasticare ogni volta che fa un gesto carino nei miei confronti, per lui sono solo in amicizia.
Ha una quasi ragazza e io non posso né competere né mettermi in mezzo, è questa la dura realtà dei fatti.
"Odio questo film" sobbalzo all'ennesimo urlo squarciante, il cuore mi batte all'impazzata e sarei davvero tentata di afferrare il telecomando per premere il tasto di spegnimento.
"Io no" ridacchia lui, credo che il suo intento sia proprio quello di farmi saltare i nervi.
Mi irrigidisco non appena sento la sua mano che scivola fino all'orlo della sua felpa che ho addosso, lo solleva leggermente e si inoltra al di sotto di essa. Le sue dita, calde e ruvide, sfiorano la mia pelle fredda facendomi sussultare al contatto.
"Basta poco per non farti lamentare" mi punzecchia ancora una volta, sollevo di poco il mio viso per lanciargli un'altra occhiataccia.
"Te l'ho già detto che mi irriti?" chiedo ribadendo il concetto, assottiglio i miei occhi riducendoli a due fessure.
"Sì, ma so che non è vero" ride lui.Ecco un nuovo capitolo e spero tanto che vi sia piaciuto, mi avete chiesto di scrivere di più su Blake e vi ho accontentate. Allora che cosa pensate del comportamento di Blake?
Charlie ormai è cotta di lui, ma chi è che non lo sarebbe dopo aver conosciuto Blake?🤍
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WHY ME?
FanfictionCharlie, una ragazza di 16 anni che abita a Los Angeles, è una ragazza particolarmente ribelle che non ama sottostare a nessun tipo di regola. I suoi genitori sono preoccupati per lei, la ragazza continua a frequentare un gruppo di ragazzi ricchi e...