Un filo di luce, sottile e non troppo fioco, entra dalla tapparella forata e mi colpisce in pieno viso. Mi trovo costretta a sollevare lentamente le mie palpebre, non mi sono nemmeno resa conto del momento in cui ieri notte mi sono addormentata. Mi guardo intorno, sono sola all'interno di una stanza da letto che per il momento non riesco proprio a riconoscere.
Come sono finita qui?
Cerco di mettere meglio a fuoco i vari dettagli della stanza, il mio sguardo finisce su una gigantografia di Blake appesa al muro. Credo che si tratti di uno scatto che ha fatto per qualche campagna pubblicitaria di una casa di moda, indossa dei pantaloni in pelle nera e una camicia bianca lasciata aperta strategicamente per mostrare il suo addome.
Mi volto in cerca di lui, ma mi rendo subito conto che non è qui con me in stanza. Davvero se ne è andato e mi ha lasciata qui da sola?Deve essere stato sicuramente lui a portarmi in questa stanza, mi sarò addormentata sul divano e si sarà trovato costretto a trasportarmi in braccio fin qui.
Ammetto di esserci rimasta male del fatto che se ne sia andato senza neanche aspettare che io mi fossi svegliata, ma non mi sarei potuta aspettare nulla di diverso dopo le mie parole di ieri sera. Sono stata testarda come al mio solito, ma ho deciso di pensare a me stessa per non rischiare di rimanerci male ancora. Blake a volte ha degli atteggiamenti contraddittori nei miei confronti, non so proprio come spiegarne il motivo neanche a me stessa, ma devo cercare di farglieli limitare. È l'unico modo che ho per farmi passare questa cotta che devo aver preso per lui, sbuffo e decido di alzarmi dal letto.
Mi blocco sui miei passi quando un dubbio attraversa la mia mente, come faccio ad andarmene via da qui?
Non ho alcun mezzo a mia disposizione, devo vedere se il mio cellulare è abbastanza carico per poter chiamare un taxi che mi venga a prendere e mi riporti a casa mia in pochi minuti. Ho detto a mia mamma che non sarei tornata, di sicuro non si starà preoccupando per me in questo momento.
Sobbalzo quando vedo la maniglia della porta che si muove interrompendo ogni mio pensiero, mordicchio nervosamente l'interno della mia guancia in attesa di capire chi stia cercando di entrare.
Magari è qualcuno dei ragazzi che è tornato qui per recuperare qualcuna delle loro vecchie cose, come potrei spiegargli la mia presenza in questa camera? E se invece fosse Blake?
"Ah, sei già sveglia Charlie" è proprio lui, un'espressione confusa si dipinge sul mio viso quando incontro i suoi occhi ghiacciati. Abbasso lentamente lo sguardo sul suo corpo, mi rendo conto che tiene una bustina in carta bianca fra le sue mani.
"Buongiorno" rispondo titubante.
"Sono andato a prenderti la colazione visto che stanotte ti sei lamentata rompina" ridacchia sventolando in aria la confezione bianca che tiene fra le mani, non so perché mi viene da sorridere al nomignolo che mi ha dato.
"Mh grazie" biascico dondolandomi sui piedi, in questo momento mi sento incerta su cosa dire o fare. Nonostante mi faccia piacere, trovo strano questo gesto da parte sua vista la forte conversazione che abbiamo avuto ieri sera. Ha già dimenticato tutto?
"E grazie anche per essere venuto stanotte e per essermi stato vicino, di nuovo. Spero di non avere interrotto nulla" trovo doveroso ringraziarlo anche questa volta, ma non deve di certo fare l'abitudine con questo mio lato che preferisco tenere sepolto.
Non mi piace mostrarmi come una persona carina e gentile, negli anni mi sono costruita una percezione completamente diversa della mia personalità. Mi mostro sempre forte come se nulla potesse scalfirmi, a volte finisco per sembrare anche strafottente, è il carattere che ormai si è formato in me anche come una sorta di protezione. Questo muro che ho eretto nel tempo, che pensavo fosse forte come se fosse stato costruito di mattoni e cemento, sembra esser fatto di cristallo ogni qual volta sono con Blake. Le mie certezze si sgretolano e finisco per sembrare debole di fronte a lui, odio sentirmi in questo modo e non sopporto il fatto che sia dovuto alla sua presenza. Non mi piace il fatto che qualcuno possa influenzarmi, sono abituata ad essere del tutto indipendente e ben sicura di me stessa.
"Andiamo di sotto" mi fa segno di seguirlo al piano inferiore dove, a quanto ricordo dai video che ho visto in questa casa, si trova la cucina. Lo seguo senza dire una parola, anche perché non sono una persona particolarmente mattiniera e poi avverto ancora i postumi di tutto ciò che ho assunto ieri sera.
Usciamo dalla stanza e attraversiamo uno stretto corridoio con i muri color crema, percorriamo poi la scalinata a ritroso fino a varcare la soglia della cucina. Ci mettiamo entrambi seduti attorno al grande tavolo rotondo posto al centro della stanza, Blake si accinge ad aprire la bustina bianca con l'aiuto di un paio di forbici con la punta leggermente arrotondata.
"Ho preso due cornetti al pistacchio, purtroppo è tardi e in pasticceria sono rimasti solo quelli" si affretta a giustificarsi, ma non sa che si tratta proprio della mia crema preferita.
"Va benissimo" annuisco accennando un sorriso, Blake mi passa uno dei due dolciumi dopo averlo avvolto con un sottile tovagliolo in carta di un colore verdognolo.
"Io e te abbiamo un discorso in sospeso, te lo ricordi vero furbetta?" avrei preferito che non avesse tirato di nuovo fuori l'argomento, mi viene da ridacchiare anche per questa specie di soprannome che mi ha attribuito.
È quasi carino.
Allo stesso tempo però, mi da quasi fastidio quando mi parla come se io fossi una ragazzina perché mi sembra come se il suo intento fosse quello di rimarcare i tre anni di differenza di età che ci sono fra noi.
"Dobbiamo proprio parlarne adesso?" borbotto mentre addento il mio cornetto, un po' di crema verde fuoriesce schizzando fuori dall'impasto e finisce dritta sulla mia guancia.
"Sei incredibile" Blake scoppia a ridere mentre allunga la mano per togliere i residui di pistacchio che sono finiti proprio all'angolo delle mie labbra, un sorrisetto quasi imbarazzato fa capolino sulla mia bocca.
"Sei arrossita" mi fa notare.
"Fa caldo e comunque dovresti smetterla di cercare di mettere in difficoltà le persone, non è carino sai?" mi lamento mentre uno sbuffo sonoro lascia la mia bocca, è evidente che lui stia ridacchiando sotto i baffi.
"Fa caldo?" ribatte sarcastico soffermando il suo sguardo sulle mie braccia che si sono appena ricoperte da brividi, in effetti questa mattina tira un'aria abbastanza fresca e ho usato una scusa decisamente idiota con lui.
Brava Charlie, mi complimento con me stessa per l'ennesima figuraccia che ho fatto.
"Basta devi smetterla di puntualizzare ogni singola cosa, ah e smettila anche di fare lo stronzo con me perché sono stufa" borbotto mostrandomi infastidita, incrocio le braccia al petto mentre sfrego i palmi delle mani su di esse per cercare di trasmettermi un po' di calore invano. Decido di alzarmi in piedi per chiudere la finestra e bloccare questi spifferi fastidiosi che continuano a pungere la mia pelle come se fossero delle piccole lame ghiacciate, poi ritorno a sedermi per finire di fare colazione.
"E non voglio tornare su quel discorso, ti ho detto che non voglio mettermi in mezzo a determinate situazioni perciò credo che sia necessario mettere qualche paletto fra noi. Non cambierò idea" rimango ferma sulla mia posizione di ieri notte, ma lui continua a non sembrare affatto deciso a lasciare correre questa situazione.
"Spetta a me decidere se mettere dei paletti o meno con te, sono abbastanza grande da poter decidere da solo per ciò che riguarda la mia vita lo sai ragazzina?" ribatte in modo sarcastico mentre solleva gli occhi in direzione del soffitto, sta davvero mettendo a dura prova il mio sistema nervoso.
"Ancora?" sbotto.
"Hai detto alla tua ragazza dove sei stato questa notte?" decido di punzecchiarlo, questa volta non mi lascerò sovrastare da lui e men che meno mettere i piedi in testa.
Non ci riuscirà.
Non di nuovo.
"No, non è tenuta a sapere ogni mia mossa lo sai?" si stringe nelle spalle con una totale indifferenza dipinta sulla sua faccia.
"Ah no?" chiedo ovvia.
"Io non voglio passare come una tipa che si mette in mezzo alle relazioni altrui, quel bacio non ha significato nulla per nessuno dei due, come hai già detto anche tu quel giorno, perciò cerchiamo di essere amici e basta" faccio spallucce cercando di fargli capire il mio punto di vista, sono stufa dei suoi atteggiamenti contraddittori che non fanno altro che mandarmi in pappa il cervello.
Apprezzo tutto ciò che ha fatto per me, ma a volte non sembrano proprio gesti d'amicizia. Un amico non si avvicina talmente tanto da farti ritrovare con le tue labbra a pochi centimetri dalle sue, giusto?
È sempre pronto a rimarcare quanto sia convinto che io abbia una enorme cotta per lui, ma essendo fidanzato non dovrebbe affatto preoccuparsi di questo. Giusto?
"Va bene" si limita a dire, è come se fosse calato un muro di cemento piuttosto spesso e alto fra di noi. Blake fa così ogni volta, cambia umore repentinamente tanto da sembrare una persona completamente diversa.
So però che questa volta è stata colpa mia, forse ho tirato troppo la corda.
"Perché finiamo sempre a litigare?" sbuffo con un'evidente frustrazione nel mio tono di voce, appoggio la mia schiena contro il muro.
"Perché non riesci a viverti le cose momento per momento, devi sempre farti centinaia di paranoie fino a innervosirmi" fa spallucce.
Cosa dovrei vivermi secondo lui? Dovrei godermi i momenti con lui ignorando totalmente il fatto che lui non ricambierà mai l'interesse che io nutro nei suoi confronti? Dovrei lasciare che lui si avvicini così tanto da farmi sperare in un altro bacio che purtroppo si che non ricapiterà mai fra di noi?
"Tu non capisci" mi limito a dire senza la minima voglia di fornirgli ulteriori spiegazioni, ho parlato senza pensare.
"Cosa non capisco?" chiede con un tono di voce evidentemente sarcastico, si avvicina a me con un paio di rapide falcate. A volte sembra quasi bipolare, non capisco perché il suo atteggiamento sia così contraddittorio.
"Lascia perdere" sospiro sperando che si allontani da me e che possa mettere un punto a questa conversazione piuttosto scomoda, ma non sembra proprio essere nelle sue intenzioni fare ciò che vorrei io. Se ne sta piazzato a pochi centimetri dal mio corpo con le braccia incrociate al petto, i suoi occhi di ghiaccio scrutano attentamente l'espressione dipinta sul mio volto per poi soffermarsi in modo quasi insistente sulle mie labbra.
"No, non lascio perdere Charlie" insiste.
"Perché?" domando frustrata.
"Perché sei così tanto arrabbiata con me? Si può sapere quale è il motivo per cui ti comporti da ragazzina?" chiede in riposta, sto davvero sul punto di perdere le staffe mentre lui è troppo vicino al mio viso e rischia di mettere a dura prova il mio autocontrollo. Le sue labbra si accostano alle mie senza alcun preavviso, se mi sporgessi anche solo di un centimetro potrei arrivare a sfiorarle. Non esiste, non ho intenzione di lasciare che accada di nuovo.
"No" appoggio una mano sul suo petto e cerco di allontanarlo da me, ma lui non si smuove neanche di un singolo millimetro.Ecco il nuovo capitolo, cosa vi aspettate dal prossimo? Che cosa starà per accadere fra Charlie e Blake? Vi prometto che a breve ci sarà un capitolo dal punto di vista di Blake che chiarirà molti dei vostri dubbi, ma non è ancora arrivato il fatidico momento. Cosa ne pensate del discorso che Charlie ha fatto ha Blake? Ha ragione oppure dovrebbe vivere momento per momento come sostiene lui? In tutto questo Zack che fine avrà fatto, vi anticipo che avrà un ruolo piuttosto importante nei prossimi capitoli della storia. Mi auguro che questo vi sia piaciuto e non vedo l'ora di aggiornare di nuovo!🤍
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WHY ME?
أدب الهواةCharlie, una ragazza di 16 anni che abita a Los Angeles, è una ragazza particolarmente ribelle che non ama sottostare a nessun tipo di regola. I suoi genitori sono preoccupati per lei, la ragazza continua a frequentare un gruppo di ragazzi ricchi e...