Capitolo 67

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CHARLIE'S POV
Sussulto non appena avverto il suono odioso del campanello, la matita mi sfugge dalle mani e inizia a rotolare lentamente sulla scrivania per poi finire a terra.
Sbuffo e chiudo sconsolata il libro che ho appoggiato di fronte a me, non sono riuscita a studiare molto questa mattina perché non ho avuto modo di concentrarmi. Non sono andata a scuola perché avrei dovuto sostenere un paio di verifiche per le quali non mi sono affatto preparata negli ultimi giorni, avrei voluto usare queste ore in maniera più produttiva per recuperare tutte le pagine che ho lasciato in arretrato. Mi sono distratta di continuo, semplicemente a fissare le ormai familiari pareti della mia stanza o anche a contare le mattonelle che incorniciano lo specchio che mio padre ha appeso al muro ormai sei anni fa, ho perso tempo con le idiozie.
È normale? Io non credo.
Ora che ci penso non aspetto nessuno, o almeno credo sia così, ma chi diamine ha deciso di suonare al citofono di casa mia proprio a quest'ora della mattina?
Non ricordo di aver ordinato qualcosa online nell'ultimo periodo perciò non credo proprio che possa trattarsi del corriere, mia sorella credo sia alla UCLA per seguire le sue solite lezioni o per condurre gli allenamenti da cheerleader e non dovrebbe tornare a casa prima di questa sera, mentre i miei genitori sono a lavoro e rientreranno ancora più tardi rispetto a Lauren.
Chi diamine sarà?
Ora che ci penso dovrei decidermi di ordinare qualcosa per pranzo se non voglio restare a digiuno per tutta la giornata, non ho la minima intenzione di mettermi ai fornelli anche perché non ne sono capace e finirei per combinare qualche disastro.
Una volta ho perfino rischiato di mandare a fuoco il pezzo di muro di fronte ai fornelli mentre ero intenta a cuocere delle semplici zucchine, non ho neanche la più pallida idea di come fosse accaduto. Ricordo soltanto che una fiamma si è alzata mentre stavo versando dell'olio nella padella e che mi sono precipitata a spegnere tutto prima che potesse succedere l'irrimediabile, alla fine avevo mangiato soltanto dell'affettato confezionato per non rischiare di combinare ulteriori disastri.
Il campanello viene premuto ancora una volta in maniera ancora più prolungata e fastidiosa di poco fa, borbotto per il nervoso e mi alzo per andare a vedere chi è che ha deciso di importunarmi a quest'ora della mattina.
Scendo molto lentamente le scale, chi ha deciso di infastidirmi merita almeno di attendere a lungo per il mio arrivo.
Raggiungo finalmente il portone di casa mia e avvicino l'occhio allo spioncino per cercare di capire chi è che ci sia dall'altra parte della parete, resto scioccata quando intravedo il ciuffo scuro di Blake e i suoi bellissimi occhi color ghiaccio. Che ci fa qui?
Non che non mi faccia piacere ricevere una visita inaspettata da parte sua, ma è strano che non mi abbia avvisato prima di arrivare fin qui. Come fa a sapere che non sono a scuola?
Ah, questo gliel'ho detto io. Fantastico, sono talmente distratta ultimamente che comincio anche ad avere problemi di memoria.
"Hey" apro la porta facendo incrociare i nostri sguardi, lui mi rivolge un fugace cenno del mento in segno di saluto.
Perché è così acido? Non ho fatto nulla di sbagliato, non dovrebbe comportarsi così. E se avesse combinato qualcosa lui?
Cerco di scacciare questo timore dalla mia mente, ma senza alcun risultato.
Non vorrei sbagliarmi, ma Blake sembra come se fosse agitato per via di un qualche motivo a me oscuro. Che diamine gli prende?
"Entra" gli faccio segno di seguirmi all'interno del salone di casa mia, lui lo fa senza dire una parola e limitandosi a camminare lentamente alle mie spalle.
Non è da lui, non mi ha neanche baciata.
È tutto molto strano.
"Puoi anche sederti eh" ridacchio prendendo posto sul divano, lui se ne sta in piedi impalato mentre sposta velocemente il suo sguardo da un angolo all'altro della stanza.
"Okay, mi stai iniziando a spaventare perciò ti consiglio di darti una mossa a parlare prima che io possa perdere la poca pazienza che ho" sbuffo innervosita di fronte al suo atteggiamento così ambiguo, si decide finalmente a mettersi seduto mantenendo almeno un metro di distanza dal mio corpo.
Perché?
"Okay, ma non arrabbiarti" sospira lui ed è in questo momento che il mio cuore inizia a battere all'impazzata mentre vengo assalita da un senso d'ansia, mi chiedo che cosa abbia combinato questa volta.
È mai possibile che non si possa mai restare tranquilli per più di qualche giorno con lui?
"Parla" lo sprono agitata cercando di rimuovere tutti i pensieri negativi che stanno assalendo la mia testa, magari mi sto facendo tante paranoie per nulla.
"Allora, non ho la minima idea se tu abbia già visto il video o no, in realtà non so neanche se.." lo interrompo prima che possa dire altro, ma di che cosa sta parlando?
Un video? Non riesco davvero a capire a che cosa si stia riferendo.
"Quale video?" sbuffo temendo il peggio, se fosse tornato insieme ad Amelie?
Questo sì che potrebbe spiegare il suo distacco improvviso nei miei confronti, oppure potrebbe avere conosciuto un'altra con la quale ha avuto un colpo di fulmine.
Perché mi sono innamorata di lui?
La vocina nella mia testa ha sempre presagito che lui mi avrebbe fatta soffrire e io non l'ho mai voluta ascoltare, ecco dove mi ha portata il mio dannato istinto.
Stupida, stupida me.
"Aspetta Charlie, sono più che sicuro che tu abbia già iniziato a viaggiare troppo con quella tua mente" è impressionante come Blake riesca a leggermi nel pensiero ogni volta, sollevo il mio sguardo e faccio incontrare i suoi occhi chiari con i miei.
"Beh" alzo gli occhi al cielo.
"Fammi parlare, davvero non è nulla di tutto ciò che la tua testolina starà sicuramente macchinando" solleva entrambe le mani in segno di resa, cerco di respirare lentamente e di rilassare le mie spalle.
"Allora parla" sbotto in ansia.

Secondo voi come si concluderà questa conversazione fra Blake e Charlie?

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