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Avevo questo strano vizio di addormentarmi in macchina facilmente e sentendo la stanchezza, mi girai verso il finestrino pronta a chiudere gli occhi.

«Cosa fai?»
«Mi metto comoda»
«Non stai per dormire, vero? Non mi piace guidare in totale silenzio»
«Scusa ma non sono molto di compagnia quando sto in macch-che fai?»
«Aumento il volume della musica così non ti addormenti»
«Bryan! Fai il serio, sono stanca e il volume è troppo alto!» lo supplicai provando ad abbassare la musica, ma mi colpì la mano e dallo shock sgranai gli occhi per poi ridere fino alle lacrime. Quando avevamo raggiunto un tale livello di confidenza?

«Non l'hai fatto davvero» dissi senza riuscire a smettere di ridere, lo contagiai e la macchina si riempì delle nostre risate per cinque buoni minuti.
«Almeno ti ho svegliata un po'»
«Si, ma  mi hai schiaffeggiato la mano. Guarda» gli mostrai il dorso arrossato e provò a rifarlo, perciò gli colpii la gamba mentre cambiava marcia e mi guardò di scatto togliendo l'attenzione dalla strada.
«La metti così?»
«Si, ma guardati davanti» indicai il semaforo sul giallo e rallentò fino a fermarsi.

Non so come ma ci ritrovammo a colpirci a vicenda inscenando quasi una lite, le nostre mani che si intrecciavano ad ogni colpo ed ognuno a chiedere all'altro di smetterla, ma nulla da fare finché i clacson non ci fecero sussultare.
«Non finisce qui» mi mise in guarda ed alzai le spalle indifferente controllando i minuti rimanenti all'arrivo, ma il navigatore stava rielaborando il percorso.

Aveva preso una strada più corta rispetto a quello che facevo in pullman, non la conoscevo molto bene quindi stavo facendo affidamento sulla promessa di tornarmi dritto a casa, ma a quanto pare si stava allontanando dal percorso indicato da Maps.
«Bryan, non fare cazzate, ti supplico»
Mi vide allarmarmi e capì che l'atmosfera giocosa si era gelata del tutto, ed era così, perché simpatico o no, ci tenevo alla mia incolumità.
«Rilassati, voglio solo prendermi qualcosa da mangiare per il ritorno a casa»
«Perché non me l'hai detto prima?»
«Riley, guarda, è proprio lì» mi indicò five Guys dritto davanti a noi sospirando.
«Credevo ti tenessi in forma»
«Si, ma posso permettermi un hamburger qualche volta, se no che divertimento c'è?»

Mi strinsi alla cintura di sicurezza mentre parcheggiava, il posto era affollato e intravedendo l'interno dalle vetrate, dedussi che non ci fossero più posti se non fuori al freddo.

«Scendi, così prendi qualcosa anche tu»
«No, no, non ho fame»
Sbuffò e spense la macchina scendendo.
Lo osservai fare il giro e poi sparì dal mio campo visivo finché non mi fece prendere un colpo bussando al finestrino.
«Muoviti» disse con il labiale ed aprì la portiera, si allungò sopra di me e sganciò la cintura.
Sgranai gli occhi sentendo la sua mano sotto il culo, venni alzata di peso sotto il suo consiglio di stringermi a lui per non cadere, chiuse la portiera con un calcio e cercò di portarmi dentro così, ma lo supplicai di posarmi giù.
«La smetterai di lamentarti e fare la preziosa?»
«Si, mettimi giù» e mi fece scivolare lungo il suo corpo.
Mi aggiustò i capelli che mi erano finiti sul viso e mi chiese un muto permesso di tenermi la mano. Intrecciò le nostre dita e lo seguii.

Ricevetti un messaggio da parte di mia sorella e subito una chiamata mentre eravamo in coda per ordinare.

«Che fine hai fatto?» Aveva la voce impastata dal sonno.
«Ho perso l'ultimo bus, ma sto arrivando, mi manca poco»
«Oh santo cielo, hai preso il taxi!? Stai bene?»
«Sto bene. No, poi ti racconto»
«No cosa?»
«Poi ti racconto, Jess» insistetti per non prendermi la ramanzina in presenza di Bryan.
«Va bene, ma stai attenta. A tra poco» terminò la chiamata e Bryan mi fece spostare davanti a lui per potermi tenere fra le braccia.
«Questo, non fa assolutamente parte del rapporto lavorativo» girai e mi abbassai per liberarmi ed uscire dalla fila.
«Quindi è permesso soltanto a mio padre poterti abbracciare?»
Mi incupii.
«Va bene, scusa, non voglio parlare di mio padre»
Il danno era già fatto e strappai via la mano dalla sua andando fuori.

Che cazzo c'era di così strano tra me e Paul che coglievano tutti tranne me?
Quelle domande inopportune mi perseguitavano ogni volta e più passavano i giorni più mi pesavano come non mai.

«Vuoi un tiro?» una ragazza mi affiancò con una sigaretta in mano, emanava un po' l'odore di frittura ed aveva la divisa del fast food.
Sorrise gentile con due occhioni blu e quasi quasi mi sentii in colpa nel dire no, perciò accettai prendendo giusto un tiro. Tossii subito dopo.
«Non l'hai mai fatto prima, vero?»
«Una volta, ma non è il mio passatempo preferito» ammisi in imbarazzo per essere stata colta con le mani nel sacco.
«Si capisce» guardò la sigaretta che tenevo malamente fra le dita e gliela passai scusandomi.
«Nessun problema» uscì una una nuvola di fumo fra le sue labbra che mi venne dritto in faccia spinta dall'aria.
«Oh, non volevo» allungò una mano che andò a scuotermi leggermente i capelli per togliere forse i pezzetti di cenere.
«Bei ricci»
«Beh, detto da un biondo così bello, non posso fare altro che prenderlo come un complimento»
Ridemmo entrambe e ci appoggiammo al muretto dando la schiena all'edificio.
«Victoria»
«Ril-»
«Eccoti qui. Andiamo» La voce di Bryan ci fece sussultare e ci girammo entrambe verso di lui.
«Si. Ciao Victoria. Sono Riley comunque» le diedi una stretta di mano ed andammo alla macchina.

«Ehi, ci siamo» aprii gli occhi ritrovandomi la faccia di Bryan a pochi millimetri dal mio, i nostri nasi appiccicati l'un l'altro ponevano qualche distanza fra le nostre labbra. Ma che diavolo!
«Bryan, togliti» non mi sorpresi affatto nel sentire anche la sua mano accanto al mio seno con la scusa di allentare la cintura di sicurezza.
«Levalo» mi riferii proprio a quello raddrizzandomi.

Inclinò la testa approfittando della mia distrazione e sentii le sue labbra su di me per una frazione di secondi, il tempo di reagire e misi la mano sulla sua faccia per bloccarlo. Mi leccò il palmo.
«Bryan!»
Rideva di gustò chiaramente divertito nell'infastidirmi, mi afferrò dai polsi per farmi stare ferma e tornò su di me leccandomi il labbro superiore, scese sempre con la lingua fino al mio collo dove depositò un bacio.
Oh, col cazzo che ci sarei cascata di nuovo.

«Ti riesce difficile capire il concetto di rapporto lavorativo, vero?»
«Ho un problema nel trattenermi di fronte a tanta bellezza, anche quando dormi in strane posizioni» ammise divertito e scossi la testa cercando la borsa.
«È la dietro» me lo indicò nei sedili dietro e la afferrai controllando l'ora.

Eravamo di fronte a casa mia e potevo vedere le luci accese in cucina.

«Grazie davvero per il passaggio, Bryan» pensai di abbracciarlo, ma mi parve troppo azzardato per come sarebbe potuto finire la cosa, quindi gli offrii una stretta di mano.
«Sto tenendo il conto e mi devi tre favori per ora» disse rafforzando la stretta intorno alla mia mano.
«Come ci sono arrivata a tre, scusa?»
«Pranzo, pulizie e passaggio»
«...e ti devo tre favori» mi arresi sospirando, lo ringraziai ancora.

«Aspetterò impaziente di rivederti domani!» urlò dal finestrino giusto prima che chiudessi la porta dietro di me.

BE CAREFUL WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora