Doppio aggiornamento✨
Continuò a curare l'occhio per qualche minuto e per ogni volta che indietreggiavo, lui mi avvicinava sempre di più, fino a tenere una mano al lato destro della mia testa accarezzandomi la guancia con il pollice.
Aveva le dita affusolate, illegalmente morbide come il palmo della mano e mi ricordò la fissa che mia madre aveva per le creme, perché nessuno si prende cura abbastanza delle mani.Le davo sempre della matta.
Socchiusi gli occhi quando lui mi sussurrò che fosse tutto finito. Era terribilmente vicino, anche lui con gli occhi socchiusi patendo i raggi solari troppo forti per quegli occhi blu.
Sembrava quasi un albino.
«Le servirebbe proprio la crema»
«Me lo proc-»
Mia sorella entrò in cucina interrogativa. Guardò me, poi Max ed infine si accigliò per la vicinanza.
Da dietro di lei spuntò Paul. Un tempismo pazzesco insomma.«Maxance, come...» aggrottò la fronte.
Uno dei due non doveva essere lì, o forse entrambi e l'espressione tragica sul viso di Paul mi fece capire che, cosa più importante, non avrebbero dovuto incontrarsi lì.
«È una lunga storia, papà»
«...che gradirei sapere nei dettagli. Santo cielo, Riley!» finii spiaccicata fra le sue braccia, provai talmente disagio che cerci di liberarmi, ma lui rafforzò cosi tanto la stretta da farmi tenere la fronte sul suo petto. Mi baciò sui capelli.
«Bene. Venga con me, Maxance» mia sorella penso male, malissimo, di lasciarci da soli e già immaginavo il discorsetto sul dover stare in guardia da Paul.
«Non potrei avere un figlio più irresponsabile di Bryan. Mi dispiace veramente tanto, Riley»
«Paul, non è nulla di che, mi passerà» provai a rassicurarlo, ma ancora non mi mollava.
«Anche se...non capisco cosa ci facessi in giro con lui» il tono da rimprovero aveva preso il sopravvento e tutto quell'interessamento dava quasi sui nervi.«Mi stava per dare un passaggio a casa. È stato una casualità incontrarlo a quel pub»
«Mi stai mentendo, Riley» mi tenne dalle spalle sospirando. Abbassai gli occhi.
«Non è nulla di importante, Paul»
«Riley, lo sai che ci tengo a te e quello che è successo mi rende più sicuro su ciò che ti sto per dire» mi guardò rigido, ma ancora pensieroso.
Le sopracciglia contratte ed un velo di rabbia negli occhi. Prese un lungo respiro.
«Gradirei che stessi lontana dai miei figli, Riley. Non so perché Max è qui, ma la cosa non mi piace, così come non mi va giù che tu abbia visto Bryan al di fuori del lavoro. Lo dico per il tuo bene, qualsiasi cosa abbiate iniziato, vorrei finisse qui»
«Paul, Maxance mi ha solo dato una mano a tornare a casa e Bryan...è stato solo un errore. Non ho nulla a che fare con loro, te lo assicuro»«Ha dormito qui?» chiese.
«N-no?» mentii e batté la mano sul ripiano scuotendo la testa.
«Da quando mi menti? Riley dico sul serio!»
«Paul, ti assicuro che non lo sapevo nemmeno. Mi sono svegliata e lui era qui» mi stava mettendo pressione fino ad iniziare a tremare. Non avevo ucciso nessuno, tantomeno chiesto ai suoi figli di portarmi fuori o dormire a casa mia.
Sospirò di nuovo.
«Paul, qualunque sia il problema, ti assicuro che non ho nulla a che fare con loro» i miei occhi si inumidirono, aveva le mani strette in un pugno, le nocche arrossate come se stesse facendo uno sforzo enorme per non colpirmi. Mi stava spaventando.«Bene. Chiedigli di andare via, ci sono io, mi occupo io di te.» era un ordine che non ammetteva un no.
«F-Fa niente, c'è mia sorella con me, mi darà una mano lei, potete andare via tutti e due...»non l'avessi mai detto.
Finii contro l'isola, il suo corpo contro il mio e la mano stretta al mio collo rendendomi difficile respirare.
«Tu non capisci»pronunciò con collera.
«P-Paul...c-che stai facendo?» stavo letteralmente balbettando.
Ero un misto fra confusione e terrore, mi mancava il respiro e dovetti appoggiate entrambe le mani sulla sua per fargli allentare la presa.
Il viso era rosso, perso di fronte ai miei occhi atterriti.
«Non capisci...» ripeté in un sussurro appoggiando la mano libera su uno dei cassetti in alto, spostai la testa di lato con uno scatto credendo che mi stesse per colpire, e facendo ciò andai a sbattere la fronte contro un angolo della cappa. Non ricordo d'aver mai provato un dolore simile.
Scivolai ai suoi piedi piangendo per davvero, sentendo come se fosse passato troppo tempo dall'ultima volta che era successo, come se mi stessi alleggerendo.«Riley...» sussurrò inginocchiandosi.
Tenevo le mani sul viso scuotendo la testa per non essere toccata.
I singhiozzi aumentarono e mia sorella dovette aver sentito, perché arrivò di corsa in cucina richiamandomi.
«Ehi, ehi, ehi, Ri, che succede ora?» Mi prese le mani e mi disse di tirarmi su, ma rifiutai supplicando invece di rimanere da sola.
Si aggiunse anche Max, che attaccò subito suo padre chiedendo spiegazioni.
«Papà, che cazzo hai fatto?» lo spintonò per ogni volta che rifece la stessa domanda, ma Paul non rispondeva, forse sotto shock dopo aver realizzato l'immensa stronzata che aveva fatto.
«Papà, quindi Bryan aveva ragione? È questo che mi stai dicendo?» chiese ancora ora tenendolo dal colletto.
«Sei fottutamente serio!?»Mia sorella di stava innervosendo per il gran baccano, cercava di parlare sopra di lui ed io non rispondevo, perciò perse le staffe ed urlò di fare silenzio.
«Andate fuori, santo cielo! Riley, smettila di piangere e dimmi che succede, per l'amor di Dio!» mi tirò dalle braccia fino a rimettermi in piedi, andammo in salotto e mi fece sedere sul divanetto.
«Che succede? Cos'è sta roba sul collo? È stato lui?»
«No»
«Come no? Ma stiamo scherzando?» mi lasciò da sola per raggiungere Paul e ne seguirono urla su urla e minacce di denuncia.Per non stare a sentirli, decisi di andare in camera mia finché tutti i Collins non sarebbero stati fuori da casa.
Non chiusi la porta a chiave, se no mia sorella l'avrebbe buttata giù, levai solo la maglietta e mi infilai sotto le coperte.È in quel momento che iniziai a cogliere tutto ciò che mia sorella e Betty vedevano di sbagliato fra me e Paul.
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RomantikRiley Elle james è una Newyorkese finita a Los Angeles con la sorella Jess per motivi lavorativi. L'organizzazione non è il suo forte, infatti continua a rimandare tutto ciò che metterebbe un po d'ordine nella sua vita per dedicare anima e corpo nel...