Non mi disse nulla per quando rimasi su di lui, nemmeno mi rinfacciò il fatto che non gli avessi ricambiato il favore, semplicemente avvolse le braccia intorno a me lasciandomi il tempo di riprendere fiato ed avere il coraggio di guardarlo ancora in faccia dopo essergli praticamente venuta addosso.
Ero una scema? Assolutamente si, ma per qualche strano motivo non mi pentii di ciò che era appena successo, così come improvvisamente l'idea di passare una serata assieme a lui era allettante da morire.
«Stai bene?» si rassicurò staccandomi un attimo da lui per guardarmi.
«S-si» balbettai arrossendo e sorrise rimettendosi in piedi, ma poi si piegò in due massaggiandosi le ginocchia.
«Ti fa male?» chiesi allungando la mano per ripulirgli il pantalone dallo sporco per terra.
«Un po, ma non importa» mi porse una mano e mi alzai anch'io, rinfilai la camicia nella gonna che chiusi subito dopo.
«Perfetta di nuovo» sorrise tirando i bordi del mio cappotto per coprirmi di più e feci lo stesso con lui.Controllò l'ora.
«Forse è meglio se torniamo indietro» suggerì e rientrammo nel locale, lui andò in bagno e decisi di aspettarlo fuori.
Controllai l'ora anch'io e mi rimanevano ancora una decina di minuti per rientrare.Quando l'ascensore si aprì al quarto piano, ci ritrovammo Paul davanti che faceva avanti e indietro preoccupato.
«Va tutto bene, papà?» chiese Bryan e si fermò osservandoci.
«Com'è andato il pranzo?» Si informò invece e mi chiesi se non stesse aspettando proprio noi.
«Bene, credo. Eravamo soltanto al bar di fronte»
«Ah» guardò me, in silenzio accanto a suo figlio che volevo soltanto tornare alla mia scrivania e riprendere il lavoro per non finire di nuovo tardi.
«Tu vai a prendere le tue cose, farete il corso in una delle sale riunioni e voglio che controlli assieme a tuo fratello tutte le direttive che gli ho lasciato. È già lì, sala due.»
«Non ho nessuna intenzione di stare da solo con lui»
«Non te lo sto chiedendo e non ho nemmeno l'intenzione di discutere sulla cosa. Verrò a controllarvi quando inizierete il corso» chiuse il discorso.
Bryan mi lanciò un'occhiata e andò nel suo ufficio a passi felpati sicuramente già furioso.
«Noi due dobbiamo parlare, ti aspetto di là» disse e mi diede la schiena andando anche lui nel suo ufficio.Già mi facevo paranoie quando andai a posare il cappotto.
Non voglio più vederti con mio figlio, da quando ti prendi lunghe pause pranzo?, sei troppo distratta ultimamente, ho controllato le registrazioni delle telecamere o peggio ancora, sei licenziata.Il cuore pulsava così forse da poter uscire dal petto da un momento all'altro. É con un viso arrossato dalle paranoie che bussai timidamente, ma prima di entrare presi un respiro profondo e stampai sul viso il sorriso più rilassato.
«Riley, accomodati» mi indicò la poltroncina alla sua destra invece della sedia di fronte alla scrivania, il che mi fece già strano.
Mi sedetti verso di lui ed incrociai le gambe aggiustando la gonna che si era alzata di troppo, per tutto quel tempo lui aveva gli occhi su di me, appoggiato al ripiano con il mento sul palmo della mano.
«Tutto a posto?» sorrise togliendosi gli occhiali.
«Si, assolutamente»
«Bene. È da molto che non passiamo del tempo assieme fuori dall'ufficio, quindi mi chiedevo che programmi avessi per il prossimo fine settimana»Era vero. Solitamente quando non aveva qualcosa di importante da fare, invitava me e mia sorella in giro per la città, un trattamento che non riservava nemmeno a Betty, ma poi la cosa aveva iniziato a turbare quest'ultima e si inventava appuntamenti di lavoro per potersi presentare davanti a casa mia dicendo di aver bisogno di alcune informazioni, solo che finiva per restare a pranzo, e poi cena fino a tarda sera.
Il loro matrimonio era ancora un mistero per me.«Ti serve qualcosa in particolare?»
«Pensavo che potresti accompagnarmi all'ultimo congresso dell'anno a San Francisco, Ho ricevuto la chiamata solo poco fa» controllò la mia reazione alla parola congresso: nessuna.
In un primo momento lo presi come un invito personale, il che era preoccupante in quanto avessi sentito solo cose poco rassicuranti a riguardo che finivano sempre con il sesso, ma poi realizzai che in fondo ero la sua segretaria.
«Che ne dici?»
«Ti servo per prendere qualche appunto?» accentuai l'ultima parola sperando che capisse.
«Si, mi piacerebbe avere poi i punti salienti per il prossimo meeting»
«Capisco» sussurrai riflettendoci nel suo silenzio d'attesa.«Staremo via solo per tre giorni, quindi se riuscissi a spostare qualche impegno sarebbe perfetto. Ho chiesto a Claudia di controllare i voli, perché in macchina è un viaggio troppo lungo, in più le ho chiesto di dare un'occhiata agli hotel nelle vicinanze. Potremmo stare oltre la fine del congresso e visitare la città, se vuoi. Tutto a carico della società» forse aggiunse l'ultima parte per convincermi di più.
«Nessun problema» acconsentii sicura che non avesse cattive intenzioni. Avrei potuto gestire la cosa. Si trattavano solo di tre giorni.
«Bene, grazie» sorrise e si fece battere il cinque.
«Sarà divertente, vedrai. Hanno scelto il Moscone Center e partiamo tra una settimana»Meglio di un licenziamento comunque.

STAI LEGGENDO
BE CAREFUL WITH ME
RomanceRiley Elle james è una Newyorkese finita a Los Angeles con la sorella Jess per motivi lavorativi. L'organizzazione non è il suo forte, infatti continua a rimandare tutto ciò che metterebbe un po d'ordine nella sua vita per dedicare anima e corpo nel...