46. Il piccolo Narciso che è in me

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canzoni:
•Bet you wanna- BLACKPINK, Cardi B
•Always you- Louis Tomlinson
•feel something- Bea Miller

Allaccio l'ultimo nodo alle mie vans, per tirami su faccio sventolare i capelli all'indietro raddrizzandomi. Corro subito verso le scale.

<<Si può sapere perché scappi?!>> mi insegue Travis palesemente confuso.

D'un tratto vengo superata da lui che raggiunge la fine delle scale prima di me. Sto attenta a non inciampare, ma io sono Teresa, e la goffaggine per me è uno stile di vita.

Verso gli ultimi due scalini scivolo di colpo su una caviglia, chiudo gli occhi e mi preparo a sfracellarmi qualche arto e il mio povero viso.

Passano alcuni secondi e ancora non sento nessuna botta, apro un occhio e poi subito l'altro. Sento una presa attorno alla vita, e un brivido inaspettato per il petto nudo di Travis a contatto con la mia pelle. Con mio grande piacere vedo che mi ha afferrata al volo.

<<Perché corri via? Ho fatto qualcosa di male io?>> assume un'aria angosciata immediatamente, <<No, Travis, scappo perché sono in ritardo. Ho il turno insieme a Sean che inizia tra->> mi fermo guardando l'orologio al mio polso, <<adesso!!!>> urlo in panico.

<<Non credo che Sean se la prenderà per qualche minuto di ritardo>> mi mette le mani sulle spalle puntando i suoi occhi caramello dritti nei miei, <<Ma se dovesse arrivare il signor Walker, o meglio... tuo- tuo padre, vedrebbe che, oltre a fare continuamente pasticci, faccio pure ritardo... allora mi lincezierebbe, così dovrei tornare in Italia e addio->> la mia voce viene fermata dalla sua mano che tappa la mia bocca.

<<Basta Teresa. Che paranoie ti fai?! Resta cinque minuti. Ho preparato la colazione>> mi guarda con un'aria da cane bastonato, mentre con un braccio indica i fornelli che stanno cuocendo solo dio sa cosa di delizioso, dato il profumo.

<<La colazione...>> sussurro con occhi brillanti, <<Si>> bofonchia appena, confermando.
Ha preparato la colazione, per me.

Sto per cedere alla tentazione, ma scuoto la testa ripetutamente e non acconsento. <<Devo andare Travis. Non so come ringraziarti di tutto questo, ma non posso fare tardi>> dico sconsolata, lui annuisce alzando le spalle e con un gesto della mano mi lascia andare.

Gli sorrido velocemente e corro verso la porta, << Aspetta, Teresa>> mi richiama, mi volto e nemmeno il tempo di realizzare che le sue labbra premono sulle mie, mentre con una mano mi stringe dalla nuca, spettinando leggermente i miei capelli.
Credo mi voglia vedere a terra priva di sensi un giorno di questi.

<<Buon lavoro>> mi lascia una carezza sulla guancia e mi apre la porta.

Sfiderei chiunque a lasciare Travis così, solo per andare a lavoro.
Tutto quello che vorrei adesso è fermare il tempo e ripetere l'episodio di ieri sera.
Ho toccato il paradiso con le dita.

Nessuno potrà mai farmi sentire benamata come hanno fatto i suoi occhi mentre sfilava via pian piano ogni mio indumento. Come mi sentivo bella sotto il suo sguardo, facendomi credere che ci sia davvero qualcosa di bello da vedere in me.
Nessuno ci è mai riuscito, nemmeno nonna Tessa.

Il piccolo Narciso che è in me ha troppe ferite da curare, e queste ferite si stanno rimarginando grazie a Travis.

Nei miei pensieri ognuno di noi nasce con un piccolo Narciso, una vanità positiva.
Ogni volta che guardiamo il nostro riflesso allo specchio, da quando siamo piccoli, riusciamo a vederci del bello da soli, finché qualcuno non ferisce Narciso.
Quando viene colpito, da critiche, insulti, giudizi... che arrivano dritti come frecce, Narciso si sgretola piano piano, finché non verrà inaspettatamente curato da qualcuno che ti faccia sentire bella, e non per forza qualcun altro che non sia tu. Perché non c'è amore più bello di quello che ognuno di noi prova per se stesso.

Keep eachother company.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora