End of a relationship

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HARRY

'Sul serio Tomlinson. Risolvi il casino che hai fatto e non farti più vedere da me..per favore' dissi, poi lasciai la presa da Malik e tornai da dove ero venuto.
Svoltai l'angolo della porta e mi trovai Niall con quei suoi capelli giallo paglia.
'Non credi di aver esagerato un pochino?' Mi disse incamminandosi insieme a me, con il suo zaino sulla spalla e le mani nelle tasche dei jeans.
'Tu credi?' Dissi ridendo e poi iniziò anche lui.
'Devi aiutarmi' continuai e smisi di ridere.
'A fare?' Disse Niall abbottonandosi il giacchetto.
'Voglio- voglio lasciare Ashley' Dissi e Niall si fermò.
'Perchè vuoi lasciare Ashley?!' Urlò Niall per poi rimanere impalato a bocca aperta.
'Shhh sta zitto! Vuoi che lo sappia tutta la scuola?!' Gli tappai la bocca con la mano.
'Perchè vuoi lasciare Ash..?' Disse sopra la mia mano e sentii il suo respiro.
'Non è la ragazza per me Ní..le voglio bene, la amo, ma come un'amica' Dissi abbassando lo sguardo sulla maniglia della porta di scuola.
'Ma.. Ashley è brava, gentile, simpatica, se ne andrà dal nostro gruppo..' Aprí la porta.
'Non è lei, sono io. E non uscirà dal nostro gruppo, ti ricordo che è amica di Eleonor' Chiusi la porta.
'E in che modo vorresti dirglielo?'
'Non lo so e tu dovrai darmi una mano'
Dissi per ultimo e ci incamminammo tra la via della scuola.

LOUIS

''Sul serio Tomlinson. Risolvi il casino che hai fatto e non farti più vedere da me.''
Avevo quelle parole che mi continuavano a bombardare la testa, come se i miei pensieri stessero lottando per fare la scelta giusta. Mi trovavo davanti allo specchio del mio bagno, con il palmo delle mani sul lavandino e il sangue vicino la tempia che colava.
'Ti accompagno a casa' mi disse Zayn a scuola cercando di pulirmi la maglietta.
'No. Vado a casa e risolverò tutto' dissi spintonandolo.
'Non puoi risolvere niente Louis!' Mi urlò, perché mi incamminai verso l'uscita, non lo ascoltai.
L'ho fatto pensando solo a me Haz... non volevo vederti, perché sapevo che se ti avessi rivisto mi sarei innamorato di nuovo di te.
'Hai allontanato i miei amici da me, quando eri tu quello che doveva allontanarsi'
Dovevo allontanarmi io.
'Hai rovinato la mia vita'
Gliel'ho rovinata.
'Loueh'
Haz..
Alzai lo sguardo sul mio stesso riflesso allo specchio. Una lacrima scendeva giù dal mio occhio destro mischiandosi con il sangue, aveva un color rosato ora.
'Esci dalla mia vita'
Basta..
'Esci dalla mia vita Louis'
Basta ti prego...
'Esci dalla mia fottutissima vita!'
HO DETTO BASTA!
Urlai mentre sentii i pezzi di vetro cadere e infilarsi nelle mie nocche. Mi accasciai sul water con gli occhi lucidi, mentre cercavo di mantenermi lucido e levarmi quei pezzettini di vetro che stavano entrando sempre di più.

LIAM

Ero dietro la mia scrivania nell'azienda di mio padre. Fogli ordinati a destra, a sinistra un portapenne con un telefono fisso e poi davanti a me il computer acceso, dove mi aspettavano tutte le email di lavoro da leggere. Ero stanco di quel lavoro, ero costretto da mio padre per l'eredità e sentivo infondo che quello non era il mio posto, ma se volevo iniziare una nuova vita mi servivano dei soldi e sfortunatamente questo lavoro era quello con cui guadagnavo di più. Par time facevo il cameriere in un piccolo pub lontano dalla città, non lo sapeva nessuno nè i miei amici nè la mia famiglia,era il mio piccolo segreto. Iniziavo alle 18 e staccavo quasi sempre alle 3 di mattina, dovevo pulire i tavoli e lavare i piatti, poi alle 8 di mattina andavo a scuola solo per prendere il diploma e poi andavo dritto in ufficio, così continuavo, questa era la mia vita.
Il mio sogno era vivere in North Carolina, mi piaceva vivere tra il verde, ma anche in città, da solo, senza nessuno che mi conoscesse. Ricominciare la mia vita, perché lì non riuscivo a respirare, mi sentivo come schiacciato tra due pareti, che mentre passavano i giorni si restringevano sempre più spesso.
Chiusi il computer e mi accasciai sulla sedia in pelle nera, mi girai e socchiusi gli occhi. La pioggia che scendeva e il vento che soffiava, mentre nel frattempo il sole scuro tramontava. Sbuffai e mi alzai con tutte le forze che avevo, e quelle forze erano al limite.
Presi il cappotto con le chiavi della macchina, chiusi il mio ufficio a chiave e mi diressi verso l'ascensore. L'ascensore si aprì, mostrando un grande parcheggio pieno di macchine poco economiche e cercai la mia tra le tante. Quando la trovai mi lasciai andare sul sedile e accesi la macchina per poi poggiarmi due secondi sullo sterzo.
Dai Lí non manca tanto, ce la puoi fare.
Uscì dal parcheggio e entrai dentro il traffico di Londra.
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