Capitolo 19

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"Dio Harry, mi hai spaventato. Pensavo che avresti cercato di dormire." Louis poggiò una mano sul cuore quando Harry si sedette sul bordo del letto, guardando il vuoto.
"Non ci riesco. Ho paura."
"Va bene, fatti più in là." Louis scivolò sotto le coperte, lo stesso fece Harry.
"E se ritorna e ferisce di nuovo la mamma?"
"Non lo farà Harry. Andrà tutto bene."
"Sono così fottutamente patetico." Gemette Harry, strofinandosi gli occhi con le mani.
"No non lo sei. Non lo sei per niente." Louis lo tirò vicino, abbracciandolo.
"Lo sono, è successo tantissimo tempo fa."
"Non significa che non ne sarai più spaventato. Guarda, te lo prometto, NON sei patetico."
Harry rimase in silenzio mentre Louis gli accarezzava i capelli. Ben presto si addormentò, la testa sul petto di Louis.

//

"La colazione è-oh..." Niall entrò nella stanza, la colazione tra le braccia, ma si fermò quando vide la coppia stesa nel letto, accoccolati vicini.
Si precipitò di nuovo in cucina, posandola da parte e afferrando il cellulare. Si fermò sulla soglia, scattando loro una foto con un sorriso stampato in faccia.
"Niall? Cosa stai facendo?" Louis si mise a sedere intontito.
"Niente, niente. La colazione è pronta."
"Grazie." Louis si divincolò dalla presa di Harry.
"Quindi, com'è andata ieri sera? Tu ed Eleanor state insieme ora?"
"In realtà sì." Louis sorrise.
"Beh sono felice per te amico. Ma Harry sembrava un po' triste ieri e ha ammesso che Eleanor lo ha chiamato un pazzo e noioso."
"Non intendeva dirlo davvero, era di cattivo umore."
"Ma che ha fatto Harry?"
"Niente, ha solo perso la testa."
"Per favore assicurati che non riaccada. Non so cosa gli succeda ma Harry non ne ha bisogno al momento."
"Lo so. Lo so che non ne ha bisogno, ma lei non dirà più niente."
"Bene."
"Ciao." Harry uscì dalla camera da letto, un braccio avvolto intorno alla pancia e l'altro che si strofinava gli occhi.
"Giorno dormiglione." Louis gli fece un sorriso.
"Ti sei svegliato solo 5 minuti fa Louis, non puoi dire molto." Rise Niall.
"Stai zitto." Louis gli fece il dito medio.
"Lou, Eleanor sta chiamando." Niall gettò uno sguardo al telefono di Louis che era appoggiato sul tavolo.
"Hey piccola. Ti ho detto dove andavo la scorsa notte, no sono ancora qui. Io ed Harry torneremo presto. Ok, ci vediamo, ciao."
"Grazie per avermi lasciato stare la notte Niall. Mi dispiace di averti svegliato."
"Va bene Harry, comunque non è colpa tua. E ricordati che puoi stare qui quando vuoi, e chiamami se ti serve qualcosa."
"Grazie."

//

"Hey piccolo." Eleanor baciò fermamente Louis sulle labbra quando quest'ultimo entrò nella stanza.
" 'giorno" Rispose lui con un sorriso. "fidanzata."
Harry sospirò, salendo le scale.
"Non fai colazione Haz? Non hai mangiato niente da Niall."
"Mangerò qualcosa dopo la doccia."
Il suo telefono squillò, facendolo guardare in basso. 'Sei libero oggi? E se lo sei io e Jack possiamo venire a trovarti? Xx' Era da parte di Gemma.
'Certo che potete. La fidanzata di Louis potrebbe essere qui però xx'
'Chi? Eleanor? X'
'Sì x'
'Pensavo fosse una ragazza finta? x'
'Lo era, lui le ha chiesto di essere la sua vera ragazza la scorsa notte. Devo andare, ci vediamo dopo? x'
'Ci vediamo x'
Harry entrò in doccia, dopo lo spettacolo di merda della scorsa sera, aveva una voglia matta della sua lametta. Quindi si tagliò. Si tagliò finché non sentì il braccio intorpidirsi. "Cazzo! Cazzo cazzo cazzo!" Harry diede un pugno al muro prima di stringersi il pugno dal dolore.
"Harry?" Lo chiamò Lou.
"Sì?" Rispose lui con voce strozzata.
"Va tutto bene?"
"Sì." Harry si risciacquò il braccio prima di uscire dalla doccia.
Lo bendò, indossando i vestiti per poi entrare in camera da letto.
"Oh mio dio! Ma che cazzo?" Harry saltò. Eleanor era nella sua stanza e si stava guardando intorno. "Cosa stai facendo?"
"Ti sto solo aspettando. Mi annoiavo." Alzò le spalle lei. "Volevo solo farti sapere che la tua scenetta di ieri sera è stata fottutamente patetica. Che senso ha avuto trascinare Louis lontano da me?"
"Non era mia intenzione, mi dispiace."
"Sì, sono certa che non lo fosse. Ecco perché hai fatto finta di avere un fottuto incubo come un fottuto e patetico bambino piccolo."
"Non l'ho finto-"
"Allora sei un pazzo." Sogghignò lei, andando via.
Harry trattenne indietro le lacrime, prendendo un respiro profondo prima di seguirla giù per le scale.
"U-um Gemma e il suo ragazzo vengono qui oggi." Disse a Louis.
"A che ora?"
"Non ne ho idea. Eleanor r-resta qui o va a casa?"
"Penso che resti qui."
"Oh. Ok."

//

Harry aprì la porta con un sorriso, abbracciando forte Gemma. "Gem! Mi sei mancata."
"Mi sei mancato anche tu." Sorrise lei. "Um, lui è Jack."
"Ciao, piacere di conoscerti." Harry gli strinse la mano. "Questo è Louis, e la sua ragazza, Eleanor."
"Piacere di conoscerti amico." Louis sorrise. "Ed è bello rivederti Gemma."
"Entrate." Harry indietreggiò, lasciandoli entrare.

//

"Harry, posso parlarti?" Gli chiese Gemma gentilmente. Jack e Louis stavano parlando di calcio, mentre Eleanor sedeva con le gambe distese sul grembo di Louis, gli occhi incollati al cellulare.
"Sì, certo. Um, saremo al piano di sopra."
"Ti piace." Gemma chiuse la porta dietro di loro.
"Chi? Jack? Sì, è carino."
"No stupido, ti piace Louis."
"È il mio migliore amico, certo che mi piace."
"Non fare il finto tonto Harry. Ti piace di più che come amico."
"Io-te l'ha detto la mamma?"
"No, ma penso che questo lo confermi. Da quanto tempo sai di essere gay?"
"Non sono gay. Beh potrei esserlo. Non lo so. Sono gay o bi, qualcosa del genere. Ma l'unico ragazzo che mi sia mai piaciuto è... lui."
"Quindi da quanto tempo ti piace?"
"Non lo so. Tanto tempo."
"Quando glielo dirai?"
"Non lo farò."
"Dai Harry, devi farlo."
"Non glielo dirò per nessun motivo."
"Perché no?"
"Perché dovrei? Lui è etero, ed ha una ragazza."
"A te non piace lei."
"È una stronza."
"Perché?"
"Non è una brava persona. Possiamo parlare di qualcos'altro? Di certo c'è qualcos'altro di cui volevi parlare?"
"Sì, come stai?"
"Bene."
"Onestamente?"
"No." Borbottò lui.
"Oh Harry." Si avvicinò a lui, abbracciandolo forte. "Che succede?"
"Non lo so. Odio tutto di me stesso e mi sento fottutamente da schifo tutto il tempo anche senza un motivo." Un piccolo singhiozzo uscì dalla sua bocca.
"Harry, ascoltami. Lo so che potresti odiarti ma non c'è niente da odiare. Sei la persona più gentile che io conosca e metti sempre gli altri prima di te. Sei molto divertente e molto bravo a cantare. E non sei affatto brutto, cioè, hai visto quante persone ti amano?"
"Grazie Gem. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io. Vuoi tornare al piano di sotto?"
"Ok." Si asciugò le lacrime prima di seguirla di nuovo al piano di sotto.
"Stai bene?" Si accigliò Louis.
"Sì, sì." Harry si lasciò cadere sul divano vicino a lui.
"Chi vuole un bicchiere di vino?" Chiese Louis dopo un po' che parlavano.
"Io lo prendo." Harry si alzò insieme a lui, seguendolo in cucina. Tutti concordarono. "Perché stavi piangendo prima?"
"Io-"
"E non dire che non lo stavi facendo."
"Mi stava solo parlando di alcune cose e mi sono emozionato."
"Che sarebbero?"
"Guarda, mi dispiace davvero tanto Lou ma io... non mi sento a mio agio a parlartene. Se lo fossi stato te lo avrei detto."
"Ok, se non ne vuoi parlare va bene. Ma per favore non mentirmi e non dirmi che stai bene quando non è vero, voglio esserci per te."
"Non posso farci niente, mi spavento."
"Per cosa?"
"Mostrare le mie emozioni penso."
"Oi, voi due, smettetela di sbaciucchiarvi e portatemi il mio vino!" Li richiamò Gemma dal salotto.
Louis roteò gli occhi, ridacchiando leggermente. "Immagino sia meglio che portiamo alla regina il suo vino."
Harry si sedette sul pavimento, gambe incrociate e vino in una mano. "Giochiamo a qualche gioco."
"Sciarada*?" Suggerì Gemma.
"Sì!" Esultò Louis con un sorriso.

*Sciarada= è conosciuto anche come "il gioco del mimo", in questo gioco si deve mimare delle parole o frasi scritte su un foglio; l'obiettivo è appunto far indovinare la frase o parola usando solo gesti e movimenti, senza usare il linguaggio.

I'm Fine || Larry Stylinson - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora