"Giorno Haz, come ti senti?" Louis sorrise ad Harry mentre quest'ultimo apriva gli occhi.
"Una merda."
"Beh la cosa bella è che ti è scesa la febbre. Ti viene ancora da vomitare?"
"Non penso ma mi fa male la testa."
"Per tua fortuna oggi torniamo a casa."
"Davvero? Oh grazie a dio. Um mi faccio una doccia, mi cambio e tutto il resto e poi possiamo andare a casa?"
"Sì, penso."
Harry si tirò su, chiudendo gli occhi mentre aspettava che i punti neri si dissolvessero.
"Hai ancora le vertigini?"
Harry annuì.
"Vuoi che ti aiuti ad andare in bagno?"
"Penso di star bene."//
Louis entrò nel loro appartamento, girovagando prima di buttarsi sul divano con un sospiro di felicità.
"Dio, è una sensazione così bella essere tornati. Quindi, stavo pensando di cucinare qualcosa stasera, cosa volete?"
"Tu? Che cucini?" Scherzò Harry.
"Oi sta' zitto. Sono un cuoco brillante. Comunque rispondi alla domanda."
"Non mi sento ancora molto bene quindi non ho molta fame."
"Sei sicuro?"
"Sì. Um, sai quando hai detto che Eleanor sarebbe stata da noi per alcuni giorni, quanto starà qui?"
"3 giorni, starà qui per 4 giorni penso."
"Oh, va bene." Sospirò Harry.//
"El!" Louis saltò sù, aprendo la porta e abbracciandola.
"Hey Lou." Lo abbracciò di rimando. "Mi sei mancato."
Harry si accigliò, era passata solo una settimana circa.
"Mi sei mancata anche tu, entra."
Harry si alzò dal divano, mormorando un "ciao." Lei lo ignorò, sedendosi invece. "Um, io vado al piano di sopra." Ancora una volta, non ricevette risposta.
Con un sospiro salì le scale, stendendosi sul letto. Era appena arrivata e lui già si sentiva triste.
Mentre era disteso a letto, i suoi pensieri si trasformarono in brutti pensieri. Iniziò a pensare a tutte le cose che avrebbe voluto cambiare di sé stesso.
La sua mente si domandò quale fosse il suo peso e presto si ricordò di avere una bilancia in bagno. Sul bus non ne avevano, quindi non si pesava da un po'.
Ci salì sopra, mordendosi il labbro mentre osò guardare in basso. 62 kg. Era troppo pesante. Avrebbe dovuto sforzarsi di più per perdere peso.
Mise velocemente via la bilancia prima di fissarsi allo specchio. La pancia era troppo grande e aveva la pelle pallida. Aveva cerchi scuri sotto gli occhi. I suoi stupidi occhi verdi, perché non poteva avere qualcosa di più normale? Magari degli occhi marroni. Si passò una mano tra i ricci, la rabbia che ribollì dentro di sé quando essa si incastrò in un nodo.
"Cazzo!" Urlò, dando un pugno al muro, non era stato così forte da farsi sentire dalla coppia al piano di sotto, ma ad Harry sembrò come se avesse attirato l'attenzione di tutto il mondo. Si coprì la bocca, scivolando per terra contro il muro mentre le lacrime scendevano lungo le guance rosse.
Una volta che i singhiozzi si placarono aprì l'anta dell'armadietto, tirando fuori una piccola borsetta nera contenente le sue lamette.
Si morse il labbro martoriato mentre la trascinava contro il polso, il sangue che fuoriusciva.
"Stupido brutto grasso patetico coglione." Mormorò a sé stesso. "Perché non puoi essere solo fottutamente normale?"
E fu lì che Harry rimase per il resto della giornata, rannicchiato sul pavimento, borbottando insulti rivolti a sé stesso.
Quando si ripulì finalmente il braccio ed entrò in camera da letto, fu sorpreso di vedere che il sole stesse tramontando.
Si mise una felpa, alzando il cappuccio sul volto prima di arrancare giù per le scale. Louis ed Eleanor erano seduti a coccolarsi sul divano, guardando il Titanic. Un'ondata di gelosia travolse Harry, amava il Titanic e amava ancor di più guardarlo insieme a Louis.
Li superò, andando in cucina, afferrando un bicchiere e riempiendolo d'acqua. Lo ingurgitò, tentando disperatamente di sbarazzarsi delle lacrime che gli provocavano il mal di testa.
"Stai bene?" Louis lo guardò quando Harry si girò per tornare di sopra.
"Sto bene."
"Harry, cosa c'è che non va?" Mise in pausa il film.
"Louis, ha detto che sta bene, fai ripartire il film!"
"Va bene scusa. Vuoi aggiungerti?"
"No grazie." Mormorò Harry, ritornando in camera propria.
Cambiò la luce con una rossa, appollaiandosi sul letto vicino alla finestra aperta, afferrando le sigarette e un accendino.
Ne mise una tra le labbra, accendendola e inspirando. Dopo tre sigarette ripose il pacchetto in un cassetto.
"Entra." Disse Harry con voce roca.
"Porca puttana Harry c'è puzza di sigarette qui dentro."
"Scusa."
"Saresti dovuto andare sul balcone."
"Lo so. Mi dispiace. Non stavo pensando."
"Voglio che mi dici cosa c'è che non va."
"Non voglio dirti cosa c'è che non va." Incrociò le braccia, sedendosi con la schiena contro il muro.
"Oh andiamo Harry, voglio aiutarti."
"Ho detto che non voglio dirtelo, ritorna da Eleanor e lasciami solo." Scattò Harry. Nonostante ciò che aveva detto, tutto quello che voleva era che Louis stesse lì e lo abbracciasse e gli dicesse che sarebbe andato tutto bene.
"Va bene, fai quello che vuoi." Louis si alzò, alzando le mani in difesa.
"Vattene a fanculo." Ringhiò. "Per favore." Aggiunse con un tono più morbido.
Louis lasciò la stanza, sbattendo la porta aggressivamente.
"Cazzo!" Harry sbatté la testa contro il muro, tirandosi i capelli.
Aveva bisogno di parlare con qualcuno così chiamo sua mamma.
"Ciao mamma."
"Harry! Che bello parlare con te, come stai?"
Harry rimase silenzioso, non sapendo come rispondere.
"Harry caro, stai bene?"
"Sì mamma, sto bene. Ho solo bisogno di una distrazione."
"La tua depressione sta facendo la stronza?"
"Come mai tu sei autorizzata a imprecare ma io no?"
"Perché sono più grande di te. Tu sei il mio piccolo bambino."
"Sì, sta facendo la stronza. Possiamo parlare di qualcosa per distrarmi?"
"Certo che possiamo dolcezza, cosa ne dici se parliamo di Gemma alle sue spalle?"
"Come sta? Le ho parlato la scorsa settimana ma per poco."
"Sta bene. Si è messa con un ragazzo, un tipo molto simpatico. Si chiama Jack."
"Quando è successo?"
"Uno o due mesi fa. Si sono incontrati in una caffetteria proprio come Gemma ha sempre voluto. È così romantica."
"Aw sono felice per lei. Forse posso vederli? Ma dopo la prossima settimana vado in Europa."
"Dovresti chiamarla o mandarle un messaggio domani e vedere se può incontrarti per un giorno. Io verrò a trovarti prima che parti."
"Ok, lo farò."
"Come va con Louis?"
"Non va. Lei è qui."
"Chi? Eleanor?"
"Sì, Louis sta progettando di chiederle di essere la sua ragazza mentre è qui. E potrei avergli detto di andare a fanculo prima quando mi stava chiedendo cosa non andasse."
"Oh piccolo. Mi dispiace."
"Va tutto bene. Succede."//
"Grazie per aver parlato con me mamma. Ora proverò a dormire. Ti voglio bene, ciao."
"Ciao Harry caro. Ricordati di chiamarmi se ne hai bisogno. Ti voglio bene."
Harry aspettò che sua mamma riagganciasse prima di cambiarsi, rannicchiandosi a letto. Dato che qui aveva la stanza tutta per sé, poteva indossare maglie a maniche corte senza che nessuno vedesse le cicatrici.
La chiacchierata con sua mamma gli aveva rilassato un po' la mente quindi si addormentò senza molti sforzi.
STAI LEGGENDO
I'm Fine || Larry Stylinson - Italian Translation
FanficHarry è triste, vuole solo che a qualcuno importi di lui, ma continua a respingere tutti. Nonostante sia costretto a stare in un bus con il resto della band, riesce comunque ad evitarli. I ragazzi iniziano a preoccuparsi, specialmente Louis. // Se n...