I begli oltraggi che la libertà
t’istiga, quando siamo separati,
s’addicono al tuo lustro, alla tua età,
cui sempre tentazione tende agguati.
Nobile sei, che vincerti è fatale;
formosa sei, che farti guerra è d’uopo;
se carne chiama, che figlio carnale
la stornerà severo dal suo scopo?
Eppure sì, potresti contentarti,
smettere la tua giovane bellezza
randagia, che ti travia in quelle parti
dove due volte il giuramento spezza:
il suo, bella che tenti e che l’insidi,
il tuo, bella che menti e mi deridi.