Contro quel giorno, ove quel giorno giunga,
che ti vedrò adirata alzarmi il ciglio,
e amor recare la sua somma lunga,
mosso a bilancio da miglior consiglio;
contro quel giorno che t’avrò straniera,
passante senza il bene d’un saluto,
che amore non ricordi più com’era,
severa d’un pensiero grave e muto,
contro quel giorno è questa apologia,
scritta in coscienza della mia pochezza:
questa mia mano mi condanni, e sia
tutrice del diritto che mi spezza.
Legge ti toglie a me, con le sue armi,
ché non diedi moventi per amarmi.