Quaranta inverni al tuo bell’incarnato
in guerra di trincea daranno assedio;
sarà il tuo manto, fiero ed invidiato,
lacera veste senza più rimedio.
Ti chiederanno dov’è lo splendore, dove il tesoro dei giorni migliori:
togli lo sguardo, spento d’ogni ardore,
non far che la vergogna ti divori.
Sii prodiga di te, rendi la pura
bellezza del sembiante ad un erede:
sarà il tuo pegno, pagherà l’usura.
Questa salvezza un figlio ti concede.
Rinasci in lui, sconfiggi il tuo declino:
scalda il tuo sangue al sangue d’un bambino.