SIMONE
-"Perché ti ostini ad usare ancora quella cosa?"-.
Quel pomeriggio ero tornato da mia sorella.
Le sedute di fisioterapia andavano bene e c'era davvero la probabilità che in un futuro non troppo lontano Ariel non avrebbe più avuto bisogno di nessun sostegno per riuscire a fare due passi.Il senso di sollievo,per lei,per me,era enorme.
Il dottor Backingam le aveva fornito un bastone per aiutarsi qualora avesse dovuto usare il bagno o semplicemente alzarsi dal letto e praticare da se qualche movimento agli arti.C'era sempre un'infermiera con lei,si,e non la lasciava mai ma il dottore voleva che Ariel diventasse un po' più indipendente e che lasciasse per un attimo l'agio di quella compagnia.
-"Puoi muoverti con più scioltezza,ora,quindi perché non usi ciò che ti ha dato il dottore?"-.
Quando avevo aperto la porta della sua camera,però,l'avevo vista su quella maledetta sedia. Non capivo cosa le passasse per la testa.
Aveva dei nuovi strumenti,perché non farci l'abitudine e poter andare sempre meglio?
Come da prassi,per questa domanda,mi ignora del tutto. Si,non era la prima volta,era passata una settimana e lei aveva ancora quella dannata sedia sotto di se.
-"Ariel"-.
Il suo viso si gira,le occhiaie sotto i suoi occhi mi facevano capire non dormisse bene,o non dormisse del tutto. I capelli raccolti in una treccia erano fermati da un elastico azzurro con tanti glitter sopra. Sapevo di chi fosse. Nonostante tutto,ci teneva ancora a Ryla.
La collana sottile e corta le circondava il collo,terminava con un ciondolo a forma di goccia di un Ambra brillante,come i nostri occhi. Non mi aveva ancora voluto dire chi gliel'avesse regalata e mi rifiutavo di pensare ad un ammiratore segreto.
La felpa che le circondava le braccia non riusciva però a nascondere i braccialetti che portava sempre e da cui non si sarebbe mai separata.
-"Smettila Simone,voglio che sia così e tu non puoi decidere se è giusto o sbagliato"-.
-"Posso eccome,sono tuo fratello e,tra l'altro,sono l'unico ad avere un po' di cervello che funziona ancora...tra noi due.
Quindi alzati da quella sedia e non costringere me a prendere decisioni per te. Sei adulta,si presuppone"-.-"Lo hai detto,posso prendere decisioni da me,sono adulta"-.
Quello sguardo non mi piace per niente.
Quello sguardo che adesso ha,è quello tipico di una persona che sa esattamente cosa farà l'altro. Una persona che sa che non farò qualcosa contro la sua volontà,non quando è in questo stato almeno.Ma si stava sbagliando alla grande.
L'avevo sempre trattata con i guanti,l'avevo sempre messa sotto una campana di vetro,l'avevo sempre messa in guarda da tutto. Ma adesso...adesso si trattava di una cosa più grande.
Adesso si trattava della sua guarigione e del suo progredire,e se lei non era capace di fare la scelta giusta e di essere responsabile,allora lo avrei fatto io per lei.
-"Ryan è morto per salvarti,sorellina.
È morto quando si è buttato sotto quell'auto in corsa a 220km/h per salvare te,per allontanarti. Ma l'auto andava così veloce che anche tu hai avuto la tua parte di dolore,nonostante Ryan non voleva che questo accadesse. Mio cugino,tuo cugino,è morto perché invece di vedere te,ferita,ha preferito cedere se stesso. Ha preferito interrompere tutta la sua vita. Ha preferito lasciare la ragazza che doveva sposare,da sola. Ha preferito abbandonare il suo lavoro e i suoi genitori. Perché? Per te,Ariel. Tutto quello che è successo,lo ha fatto per te. E adesso non venirmi a dire che non sei grata a lui e che non vuoi migliorare e rimanere su quella cazzo di sedia . Perché non era quello che avrebbe voluto,non è assolutamente quello per cui si è sacrificato Ryan"-.Le lacrime si stavano versando sulle sue guance e la sua mano esile era sulle labbra per soffocare quei singhiozzi.
-"E io non ti permetterò di crogiolarti in quello che ti è più facile...perché niente è facile.
La vita non è facile,Ariel,avresti dovuto capirlo tempo fa,proprio tu meglio di chiunque altro. Avresti dovuto capirlo che quello che vogliamo non sempre è quello che accade. Ryla era andata via quando avevi bisogno di lei,ma lei non lo sapeva e se l'avessi chiamata per informarla,sarebbe tornata il giorno stesso da te. Papà è andato via,teneva solo ai soldi di mamma,non a noi o a lei.
E Ryan,non c'era più. Sei solo troppo egoista da vedere qualcosa per quello che è . Sei troppo egoista da non accettare che tu sei viva,lui no. Ma non è così che ti sentirai meglio con te stessa e non è colpa tua,la scelta è stata sua e la colpa è del maledetto coglione che guidava"-.Ignorando il dolore che quelle parole avevano tirato fuori,cammino verso di lei a passo svelto.
Non volevo andasse a finire come stavo pensando,non volevo trasformarmi nel fratello cattivo,non volevo essere duro con lei,perché già la vita lo è stata abbastanza con lei.
Non avrei voluto parlare così apertamente e riaprire quella ferita.Ariel,con ancora gli occhi pieni e strabordanti di lacrime,singhiozza mentre le sono vicino e faccio qualcosa che mai avrei voluto fare.
La sollevo dalle braccia e le metto in mano il suo bastone. Prendo quella sedia e la porto fuori con me.Un tonfo però,mi fa voltare.
È caduta,in ginocchio,sul pavimento piastrellato bianco. Le sue spalle sono curve e il suo corpo trema tutto. Il suo corpo ha ceduto perché non è ancora abbastanza forte o perché sono stato troppo brusco?
Stringo i denti per non insultarmi da solo.
-"Credi che non sappia che è morto? Credi non sappia che lo ha fatto per me? Credi non sappia che avrei dovuto essere io quella sepolta un metro da terra?"-.
-"Lo sai,ma non fai nulla per farlo credere agli altri che sono felici che tu sia ancora viva.
E,Ariel,non lo hai perso solo tu. Ho perso anche io mio cugino quindi non comportarti come se solo tu stessi a pezzi. Non fare mai l'errore di credere che solo tu stia soffrendo"-.Così dicendo,esco dalla camera e porto con me un po' di senso di colpa.
Quando avverto delle urla forti come uno sparo,stringo ancora di più i denti.
Quando avverto le sue urla e i suoi singhiozzi capisco che è crollata e spero solo che sappia rimettersi in piedi,perché è compito suo farlo.
Questa volta non posso esserle d'aiuto.Butto la sedia nel primo stanzino che trovo e chiedo severamente alle infermiere che seguono mia sorella di non portare più una sedia a rotelle in quella stanza.
Quella mattina avevo letto da qualche parte che tutto era sotto controllo.
Sotto controllo un corno,aggiungerei.Mia madre si comportava come se mio padre non era mai esistito,Wajette si comportava come se non mi stesse nascondendo qualcosa,Ryla un giorno si comportava come se mi tollerasse e l'altro come se volesse vedermi morto,mia sorella si comportava come una ragazzina altezzosa...e io mi stavo comportando da bastardo con mia sorella e da maniaco che non riusciva a tenere le mani a posto con Ryla.
Niente era sotto controllo e prima della fine dell'anno,sarei impazzito sul serio.
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NON RIESCO AD ODIARTI
ChickLitQuando il dolore diventa troppo grande da sostenere,si pensa spesso che l'unica cosa da fare sia abbandonare tutto e cercare di respirare,cercare di vivere una vita che non sia all'insegna del dolore e della sofferenza...ma Ryland non sapeva,forse,c...