SIMONE
Cosa avevo fatto? Mi ero comportato come una qualsiasi persona arrabbiata,frustrata e impotente...perché ero davvero impotente in questo caso.
Ero così furioso da mandare all'aria qualsiasi oggetto trovassi sottomano e presto il mio studio somigliava ad una rovina,era un disastro. Meglio prendersela con degli oggetti che con le persone,no?
Il mio cellulare non aveva smesso di suonare,messaggi da parte di mia madre,di Wajette,di Olly, avevo dovuto metterlo in modalità silenziosa. Non avevo nessuna voglia di vedere,sentire o interagire con qualcuno.
Non avevo intenzione di uscire da questo studio a breve altrimenti sapevo già dove sarei andato,ed era meglio per me stare fuori dai guai. Dovevo dirlo a mia sorella,cazzo. Doveva saperlo anche lei. Mio Dio,come avrebbe reagito? Stava ancora a pezzi per tutto e adesso avrebbe avuto solo altra legna sul fuoco.
Passo la mano sul viso ed espiro lentamente.
Dovevo calmarmi,cazzo.Non poteva finire così,non potevano lasciarlo libero dopo quello che aveva fatto. Non era intenzionale,l'incidente stradale,ma comunque aveva messo sotto due persone,comunque una non c'era più.
Mi chiedo cosa stia pensando Ryan in questo momento,mi chiedo se stia pensando quello che stavo pensando io oppure era più sereno di me e si stava facendo una bella risata a vedermi ridotto così. Se fosse stato qui,mi avrebbe detto di darmi una svegliata e di muovere il culo senza pensare al passato.
Ed era quello che dovevo fare.Stando tutto il tempo qua avevo costretto Stephany a fare tutto da sola e mi stavo sentendo uno stronzo. Ma in quelle condizioni non potevo essere molto d'aiuto. Come se avessi avuto un blackout,non ero capace di pensare più a niente,solo stare fermo qui e fissare un punto indefinito sulla prete.
Avevo avuto l'impulso di chiamare il dottore che mi aveva aiutato nei primi tempi ma sapevo come mi avrebbe risposto,mi avrebbe detto che quello stadio lo avevo passato da un pezzo e che il problema fondamentale erano solo i miei pensieri negativi e mai positivi,sulla questione.
Quindi avevo fatto volentieri a meno di sentirmi dire cose che sapevo di star ignorando.
Dopo l'ennesima cosa lanciata dall'altra parte della stanza,mi sentivo emotivamente stanco. Sarei dovuto andare a casa.
La porta che sbatte,però,mi fa scattare il capo.
Era da ore che mi chiedevo dove cazzo si fosse cacciata,non mi aveva mandato un messaggio per avvisare e mi stava facendo girare la testa il solo pensiero che fosse uscita con qualcuno.Doveva mandarmi un messaggio per dirmelo? No,certo,ma sarebbe stato meglio e da pazzo quale fossi sarei stato più tranquillo.
-"Dove cazzo eri finita,Ryland"-.
Non la chiamavo mai con il suo nome completo,vedevo si stesse facendo due domande.-"Cosa ti fa incazzare di più? Il fatto che non sapessi realmente dove fossi o quello che ti hanno detto stamattina?"-.
I miei occhi si riducono a due fessure e la mia mascella si tende.
-"Si può sapere che ti è preso?"-.
Mi appoggio al bordo della scrivania e incrocio le braccia. -"No"-.
-"Simone,dimmi perché hai distrutto questo posto"-. Si era fatta più vicina e ad ogni passo il mio battito accelerava un po' di più.
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NON RIESCO AD ODIARTI
Chick-LitQuando il dolore diventa troppo grande da sostenere,si pensa spesso che l'unica cosa da fare sia abbandonare tutto e cercare di respirare,cercare di vivere una vita che non sia all'insegna del dolore e della sofferenza...ma Ryland non sapeva,forse,c...