RYLAND
Quello che non avevo mai capito era perché,appena sembrava che i tasselli del puzzle stessero andando tutti al proprio posto,ti accorgevi improvvisamente che alcuni non combaciavano alla perfezione.
E ti chiedi perché proprio a te?
Perché proprio a te doveva capitare un puzzle così,uno che non sarebbe mai potuto finire.
Uno che non avresti mai completato,perché avrebbe avuto dei punti bianchi incompleti.
Perché inevitabilmente avresti dovuto accantonarlo e dimenticare perfino di averlo,quel puzzle.Paragonare la mia vita ad un puzzle era da folli,lo capivo benissimo. Ma stava andando esattamente così.
Stamattina avevo trascorso una delle giornate più spensierate della mia vita.
Ero con la persona che,sapevo,avrei sempre voluto con me.
Ero con la persona che mi faceva bene al cuore e all'anima.Ed è bastato uno sguardo fuori,uno sguardo oltre la vetrina di CandyFloss a rovinarmi l'umore.
E perché no,rovinarmi quello che amo di più.Non volevo crederci,davvero non volevo.
Era da stupidi pensare quello che avevo pensato questa mattina,ma il mio intuito mi diceva che potevo avere ragione.
E solo Dio sapeva quanto quella sensazione si fosse rivelata giusta,nel momento in cui ne avevo avuto la certezza. Più tardi.Ero stata nervosa e in allerta tutto il pomeriggio. Ero stata anche schiva nei confronti di Simone. E avevo visto anche la preoccupazione sul suo viso,nei miei confronti. Ma se solo avesse saputo che quello che era successo era colpa mia...quella preoccupazione sarebbe stata rimpiazzata dall'odio.
Odio nei miei confronti.
Era per questo che non potevo più stare al suo fianco. Ne come amica,ne come altro.
Non più.
P.O.V qualche ora prima:Aveva capito tutto.
Simone aveva capito che c'era qualcosa che non andava e aveva stramaledettamente ragione,cazzo.
Quando mi aveva preso il braccio ero scattata come una molla. Il suo tocco mi aveva elettrizzato tutto il corpo. Ma di cosa mi meravigliavo? Era sempre stato così tra noi.
La telefonata che avevo ricevuto era da parte di Brandy. Mi chiedeva se potevo passare da lei in serata,ci sarebbe stata anche Ariel. Le avevo dato una risposta affermativa.
Avrei fatto tutto per le mie amiche,anche vederle e parlare con loro nonostante avessi avuto una giornata da schifo e la mia voglia di socializzare era ridotta al minimo.
L'aria calda di inizio maggio si stava facendo sentire e la mia maglietta a mezze maniche adesso si ritrovava così appiccicata alla mia pelle da fasciarla come un guanto.
Intorno a me riuscivo a sentire solo l'odore di tabacco bruciato della sigaretta. La mia gola bruciava per le boccate troppo profonde che stavo facendo e il naso mi solleticava per il fumo che ne stava uscendo.
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NON RIESCO AD ODIARTI
ChickLitQuando il dolore diventa troppo grande da sostenere,si pensa spesso che l'unica cosa da fare sia abbandonare tutto e cercare di respirare,cercare di vivere una vita che non sia all'insegna del dolore e della sofferenza...ma Ryland non sapeva,forse,c...