CAPITOLO 15

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RYLAND

Da quando ero a casa,mio padre era diventato una mina vagante. Le volte in cui ci vedevamo per più di cinque minuti erano solo la mattina presto,(io mi alzavo per andare alla struttura e lui per andare dalla mamma),e la sera quando tornavano entrambi.

Non era mai stato un tipo da troppe parole e questo era un aspetto che ci accomuna. Però,anche se non dialogava molto,tutto quello che c'era da dire lo esprimevano i suoi occhi.

Gli volevo un gran bene,come lo volevo alla mamma e come lo volevo a mio fratello.
Ho pensato però,per anni,che la nostra famiglia non meritava una tempesta così forte.

Ho pensato che nessuno di noi quattro sarebbe mai stato più lo stesso. Ho pensato che per cercare di non soffrire più,avrei dovuto allontanarmi. Ho pensato che per lenire il dolore che provavo nel petto,ogni volta che sentivo il suo profumo o vedevo in giro per casa alcune cose che usava,non dovevo più essere circondata da quelle mura.

Però,è pur vero che puoi portare te stessa lontano da quello che ti tormenta,ma non puoi mai portare la tua mente e i tuoi ricordi altrove.

Una volta sfilato i miei vestiti,separo le ante di vetro della cabina doccia ed entro.

La giornata appena trascorsa era stata una specie di tortura,una tortura che però non era mai stata così piacevole.

Simone aveva fatto di tutto per far sì che mi saltassero i nervi,aveva fatto di tutto per procurarmi fastidio e per farmi vedere che lui era ancora un bastardo spocchioso.

L'acqua bollente,per un attimo,mi fa rabbrividire e mi scivola sul viso e sul corpo come fosse dei piccoli spilli.

Per un attimo,sembra alleviare la tensione che avevo alla base del collo.

Le donne della palestra che flirtavano con lui erano così tante da non entrare neanche,in tutta la struttura. Il suo carisma e la sua bellezza incantavano tutti e se questo non era sufficiente,c'era la parte bonus che riguardava il suo fisico alto e...enorme.

I miei denti affondano nel mio labbro e senza accorgermene,la mia mano scende sul petto,ansante e scivoloso.

La sensazione che avevo provato nel toccarlo era bellissima. Il suo petto castellato da due pettorali enormi,su cui mi piaceva immaginare si facesse mettere dei percing ai capezzoli,da addominali duri come il ferro che terminavano con una profonda e invitante V che sbucava dai pantaloni e che si annidava nei suoi jeans e...cazzo.

La mia fronte ricade sulle piastrelle di marmo e la mia mano,nel mentre,si era fermata laggiù ed aveva toccato qualcosa di estremamente bagnato,non dovuto all'acqua che usciva dai soffioni.

Un gemito lento e doloroso esce dalle mie labbra quando ricordo la sensazione di averlo sentito duro,davanti a me,mentre si sfregava sulla parte davanti dei miei jeans.

Un calore inizia ad avvolgermi e la testa ormai è andata in sovraccarico elettrico. Ricordo la sensazione dell anello,che indossava sempre,sulla mia schiena e quei brividi che mi arrivavano dappertutto.

Ma la cosa che mi fa tremare ed esplodere sulla mia mano è il ricordo della sua bocca sulla mia,della sua lingua che esplorava le mie labbra e il mio collo.

I miei occhi,ancora chiusi,si stringono ulteriormente. Aver abbassato le mie difese ed essere vulnerabile era qualcosa che non doveva succedere. Mi ero toccata pensando a lui e questo non andava per niente bene.

Seduta ad un tavolo nel pub di Olly,davo la schiena all'ingresso

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Seduta ad un tavolo nel pub di Olly,davo la schiena all'ingresso.
Brandy mi aveva detto non sarebbe riuscita a passare,i compiti che doveva correggere dei suoi alunni universitari le avrebbero preso troppo tempo e avrebbe dovuto consegnarli al suo docente di riferimento l'indomani stesso.

Quindi mi ritrovavo qui,seduta da sola in compagnia di una ciotola di palline di mozzarelle fritte. Ma non erano le solite che si vendono,queste le faceva Olly ed erano così buone e speziate che ogni volta capitava quello che io definivo "orgasmo culinario".
Buffo,avevo avuto due orgasmi nella stessa sera.

Il sapore della mozzarella filante,intriso di olio,spezie e ricoperte da una salsa di cui non sapevo cosa ci fosse dentro,si scioglievano sulla lingua e non potevi fare altro che divorarli tutti.

Erano una bomba calorica ma a chi importava?

Il mio sguardo corre sulle altre persone presenti in sala e riconosco Miles Drumonth.

Miles era il solito sbruffone della scuola,bello,biondo,occhi azzurri e tutto quello che voleva ai suoi piedi.
Il suo difetto? Era una persona a tratti spregevole.

Ho visto come si comportava con i ragazzi e le ragazze della scuola che non gli andavano a genio. Ho visto come ha preso a pugni un ragazzo solo perché,in fila alla mensa scolastica,lo aveva urtato e così il suo bicchiere di succo si è rivoltato sulla sua maglietta bianca immacolata.

Ho visto come ha preso in giro una ragazza,invitandola al ballo della scuola di inizio semestre per poi lasciarla a casa,da sola,vestita,senza che lui si presentasse,senza degnarla di un messaggio.
Una scommessa stupida? Certo che sì,i tipo come Miles hanno il cervello troppo piccolo e la bocca troppo grande.

Appena vedo che viene nella mia direzione,però,faccio di tutto per non sbuffare.

-"Guarda chi si vede,sapevo che eri tornata e che avevi cambiato look ma non credevo in modo così...sexy"-.

-"Ma smettila,Miles"-. I miei occhi ruotano.

-"Sempre la solita"-. Incrocia le braccia al petto. -"Allora,so che adesso lavori con Simone,dimmi ne è valsa la pena aspettare tutto questo tempo? Adesso lo hai al tuo fianco per tutto il giorno,suppongo ti piaccia la situazione"-.

-"Cosa?"-.

-"Andiamo,Ryland,lo sapevano tutti che avevi una cotta per il fratello di Ariel e,da come il tuo viso è cambiato,suppongo ti piaccia ancora"-.

-"Non è vero"-.

-"Ariel lo sa? No,credo sia l'unica a non averlo mai saputo. Povera Ariel,con tutto quello che ha passato da quando te ne sei andata suppongo che adesso non ti rivolga neanche più la parola"-.

-"Di che cazzo stai parlando,Miles?"-.

-"Oh,non te lo hanno detto..."-. Appoggia le mani sul tavolo e si piega su di me. -"E tua madre invece? So che non ricorda neanche tu chi..."-.

-"Miles,togliti dalle palle"-. Una mano lo acciuffa per il colletto della maglia e lo sposta da me.

Come fa a sapere quelle cose? E Ariel? Che le è successo? Mi sta prendendo in giro o è tutto vero?

Con la rabbia negli occhi,per aver sentito le parole di Miles su mia madre,osservo Simone che gli intima di andarsene.

-"Ci si vede,Ryland"-. Miles prende la sua strada e ritorna dai suoi amici.

No,stronzo,a mai più.

NON RIESCO AD ODIARTI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora