SIMONE
Era da tutto il giorno che trattenevo la rabbia,la frustrazione,quel senso di schifo che provavo verso mio padre.
Mio padre,si,una parola grossa.
Si era rifiutato,come sempre,di fare visita ad Ariel,si era rifiutato di ricordare che avesse una famiglia,si era rifiutato di fare la parte del padre buono e generoso da quando aveva preso tutto da quella che è mia madre.
Quella rabbia non sarebbe uscita presto dal mio corpo,anzi,non sarebbe proprio uscita.
Ero sempre stato bravo a trattenere tutto,non lasciavo mai che le mie emozioni si riversassero fuori di me. Era raro che lo facessi,in effetti.Quella rabbia,quindi,sarebbe stata con me per sempre,ogni giorno,poteva solo essere alimentata ma mai distrutta o annientata.
Perciò,quando vedo Miles Durmonth,piegato su Ryla,perdo la testa e con una mano sul collo lo allontano da lei.
Quel bastardo non era una bella persona e tutti sapevano che la sua cattiveria si riversava su persone innocenti e deboli. Perché solo così avrebbe potuto sentirsi superiore,solo così avrebbe potuto guardare dall'altro in basso le persone senza sentirsi una merda totale.
L'espressione di Ryla? Aveva la stessa rabbia dentro che avevi io e la riconoscevo solo perché i simili si riconoscono,dopotutto.
La lascio per un attimo sbollire e mi dirigo da Olly che mi porge due boccali di birra e due cestini con delle cose rotonde dentro. Le avevo viste sul tavolo di Ryla e suppongo le piacciono come piacciono a me. Erano deliziose.
Dopo essermi accertato che Miles sarebbe stato buono con i suoi amici,porto tutto al tavolo.
La piccola panca difronte alla sua riusciva a contenere il mio corpo a malapena e quando mi siedo,vedo un movimento incespicarle le labbra.Erano di nuovo tinte di rosso,quelle labbra così invitanti e tentatrici.
Ogni giorno,quando le vedevo quella cosa sulle labbra,da una parte storcevo le bocca perché il colore delle sue,piene e di un rosa scuro,era troppo bello per essere coperto e dall'altra cercavo di non guardarla come un cazzo di pervertito.Da quando le avevo detto quella frase,nella stanza buia,cercava di evitarmi in tutti i modi. Io,d'altro canto,le facevo trovare un bicchiere della sua bevanda preferita,ogni giorno.
Un pumpkin spice latte che però,puntualmente finiva nelle mani di Stephany.Se la mia piccola zucca fosse testarda?
Ai massimi livelli ma sapevo che prima o poi lo avrebbe accettato.-"Che ti ha detto Miles"-.
-"Le sue solite stronzate,sai com'è"-.
Decido di lasciar perdere,per adesso.
-"Perché sei qui da sola?"-.
-"Non sono sola,guardati intorno"-.
Le riservo uno sguardo ammonitore. -"Sai a cosa mi riferisco"-.
-"So a cosa ti riferisci e sono qui perché volevo esserci,so anche però che non ti è concesso fare tutte queste domande"-.
-"Perché?"-.
-"Lo sai il perché"-.
-"No,non lo so,mi sono perso qualche passaggio,perché da quello che ricordo io,siamo sempre stati amici,eri a casa mia più di quanto non fossi alla tua,mi chiamavi a qualsiasi ora della notte,eri sempre disponibile quando ti chiedevo di aiutarmi a disegnare alcune cose,eri la prima a correre quando..."-.
-"Non abbiamo più quel rapporto,Simone"-.
-"E domandati il perché"-.
-"So benissimo qual è il perché,sono stata una stupida e quella sera non ho pensato lucidamente,Vabene?"-. I suoi occhi lucidi mi guardano. -"Ma resta il fatto che volevo farlo"-.
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NON RIESCO AD ODIARTI
ChickLitQuando il dolore diventa troppo grande da sostenere,si pensa spesso che l'unica cosa da fare sia abbandonare tutto e cercare di respirare,cercare di vivere una vita che non sia all'insegna del dolore e della sofferenza...ma Ryland non sapeva,forse,c...