Openday - Questioni di prospettiva

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Ave gente,

Visto che il periodo degli openday è iniziato già da un pezzo, ho deciso di darmi una mossa e di pubblicare prima del previsto gli speciali che vi avevo accennato nel capitolo della programmazione.

Vi avverto che i futuri primini potrebbero restare scioccati da quanto scriverò, ma ehi, qualcuno deve pur dire la verità, anche se in maniera piuttosto goliardica e decisamente poco rassicurante.

Oggi racconterò gli openday da due diversi punti di vista, ovvero quello dei futuri primini e quello dei classicisti alla disperata ricerca di crediti formativi.

Enjoy the reading.

Quando sei un ragazzino delle medie alla ricerca di un liceo dove passare i tuoi prossimi cinque anni

È finalmente arrivato il momento di andare a vedere il liceo classico che potresti frequentare il prossimo anno. Sei entusiasta e un tantino preoccupato, visto che i tuoi genitori potrebbero metterti in imbarazzo di fronte ai tuoi potenziali futuri professori, ma fai un respiro profondo e ti dici che è solo un po' d'ansia e che non può accadere nulla di male.

Arrivi al liceo da esaminare e ti sembra già di respirare un'aria diversa: i ragazzi sono così grandi e fantastici ai tuoi occhi e non vedi l'ora di frequentare anche tu il classico.

Una volta entrati, ti guardi intorno un po' spaesato, come se ti ritrovassi in un nuovo universo tutto da scoprire: il mondo delle superiori, il mondo del liceo classico.

Neanche il tempo di razionalizzare i tuoi pensieri e le tue emozioni che ecco che una donna con un sorriso a 32 denti si avvicina e saluta cordialmente te e i tuoi genitori: è la professoressa Violangela Giangiovanni, professoressa di italiano. Si mostra molto disponibile e gentile e vi dà uno dei molti volantini illustrativi che ha in mano. Inizia poi a descriverti il bellissimo corso di studi che ti aspetta e come i prossimi cinque anni ti formeranno perfettamente per il tuo futuro. I tuoi genitori sembrano a dir poco entusiasti e fanno le domande che tu non hai nemmeno pensato di fare, visto che non hai avuto il tempo di assimilare tutte le informazioni che la professoressa ti ha dato in meno di tre minuti. 

Violangela Giangiovanni chiama poi un gruppo di ragazze affinché vi facciano fare il giro della scuola e possano chiarire qualsiasi altro dubbio. Le ragazze in questione si presentano con un sorriso molto rassicurante e iniziano a farvi da guide turistiche in quel labirinto che potresti frequentare i prossimi anni. Ma almeno loro parlano la tua lingua e con te, non con i tuoi genitori.

La prima cosa che ti fanno vedere sono alcune aule, che sono spaziose e dotate di LIM, poi ti mostrano il laboratorio di informatica, decisamente più all'avanguardia di quanto potessi pensare, e quello di chimica, che sembra appena uscito da Breaking Bad.

Dal momento che loro ti sembrano decisamente più umane e abbordabili della professoressa Giangiovanni, fai tutte le domande che ti vengono in mente, anche le più stupide, tanto loro rispondono a tutte con tono serio e rassicurante: il classico ti darà una formazione perfetta per qualsiasi facoltà tu voglia poi prendere all'università, il greco e il latino non sono poi così difficili e contribuiranno a darti un metodo di studio perfetto, la mole di compiti non è poi così assurda, si possono conciliare scuola e sport con un po' d'organizzazione, i professori sono disponibili e comprensivi e i vari corsi pomeridiani, che ti hanno ampiamente descritto, sono molto interessanti.

Fatte le ultime domande sui trasporti e sugli orari, vi riportano all'ingresso, vi salutano e si dirigono verso un gruppo di ragazze che chiacchiera vicino ai termosifoni.

I tuoi genitori sono soddisfatti, tu hai le idee un po' più chiare e non vi resta che parlarne davanti ad un cheeseburger al McDonald.


Quando devi andare a scuola anche di sabato per fare propaganda per ottenere i crediti formativi che ti servono

Non hai potuto dormire neanche di sabato mattina, visto che ti servono i crediti e con l'openday puoi guadagnarteli in tre o quattro ore. 

Devi solo fare propaganda, distribuire sorrisi falsi e salvare i ragazzini delle medie che vengono messi in imbarazzo dai genitori.

Inizi a vederla come un'opera di carità sociale che farai con i tuoi amici. 

Non sarà poi così male, ormai hai affinato le tue doti d'attore a forza di convivere con gli altri membri della specie umana.

La prima cosa che noti non appena metti piede a scuola è che i termosifoni sono accesi a palla. Tu nemmeno sapevi che funzionasse bene la caldaia. Scopri che non sei il solo ad essere sorpreso, visto che i tuoi amici sono tutti attorno ad un termosifone, neanche fosse una divinità.

All'inizio è tutto tranquillo, ma poi inizia ad arrivare la gente e giunge il momento di guadagnarsi i crediti: si va a caccia. Ovviamente, muoversi in branco spaventa la preda, dunque ti lasci affiancare solo dal tuo luogotenente di fiducia.

Ed eccola lì la vostra gazzella, una ragazzina delle medie con la faccia rossa per l'imbarazzo. I suoi genitori stanno conversando troppo amichevolmente con la Giangiovanni, che di amichevole ha ben poco. Inizia la missione di soccorso. O la caccia, dipende dai punti di vista.

La donzella in difficoltà sembra calmarsi non appena vi vede avvicinarvi, molto probabilmente per il sorriso che avete stampato in faccia. Povera ingenua: per lei è rassicurante, ma non sa che è il sorriso della morte.

La Giangiovanni vi vede e vi chiama per farvi fare le guide turistiche. Tutto procede secondo i piani. Vi presentate, stringete le mani e sorridete. La Giangiovanni ha già dato e illustrato il volantino della scuola, quindi non dovete sfoderare le vostre doti da Oscar per non smentire punto per punto il suddetto pezzo di carta. 

Incominciate dunque il giro della scuola, che è stato organizzato nei minimi dettagli per dare la migliore immagine possibile del vostro istituto. Iniziate con il mostrare le aule con la LIM, che sono tre o quattro, anche se dite che tutte le classi sono ben attrezzate. Proseguite poi con i laboratori di informatica e di chimica, una pura formalità, visto che non li usate quasi mai. Poi è il turno del bar e della palestra, a cui nessuno è mai particolarmente interessato.

La gazzella fa un sacco di domande, alcune piuttosto strane, ma voi rispondete quello che si vuole sentir dire, perché la verità viene abilmente nascosta durante gli openday. Dite un sacco di cavolate, ma vi servono i crediti.

Un volta salvata la donzella in difficoltà e soddisfatti i genitori, li riaccompagnate nell'atrio, li salutate con gli auguri meno autentici che possano esistere e ve ne tornate al vostro termosifone, dove elencate tutte le cavolate che avete detto alla povera gazzella ai vostri amici.

E il piano si ripete con successo per ore ed ore, finché Gianna non vi porta il pranzo e si congratula con voi per il vostro contegno. Una volta ottenuti i crediti, saluti i tuoi amici e scappi via da quella scuola.



Questa è stata la mia esperienza con gli openday negli ultimi anni. 

So che i paragoni usati nella seconda parte possono sembrare un tantino inquietanti, ma provate a dirmi che non vi siete sentiti così nel compiere il vostro ruolo di Ciceroni.

Se vi va, raccontatemi nei commenti i vostri openday.

E questo è tutto per oggi.

Vado a combattere con le contraddizioni di Lucrezio.

Ave atque vale.



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