Ave, gente!
Oggi mi sento particolarmente disillusa perché qui piove da due giorni e l'estate sembra essere scomparsa con l'arrivo di settembre. Che gioia...
Comunque, visto il mio mood, oggi ho intenzione di distruggere quei meravigliosi film mentali che tutti quanti ci siamo fatti prima di iniziare il classico e che ora, dopo anni passati nell'Ade, ricordo come delle bellissime illusioni.
Perché al classico, principalmente, c'è solo molto disagio.
Cercherò di rendere la medicina più dura per quelle povere anime che inizieranno il primo e che non si sono fatti spaventare dai capitoli precedenti. Avete tutta la mia stima.
Il latino è figo. Tutti noi ci siamo approcciati a questa meravigliosa lingua morta con un misto di terrore e di curiosità, con la speranza che non si trattasse di qualcosa di impossibile (come invece è il greco), ma qui le speranze muoiono subito dopo la terza o la quinta declinazione, in base a come spiega il vostro prof. Perché dopo la morfologia c'è la sintassi, che vi farà dubitare di tutto ciò che avete imparato nei mesi precedenti: basterà un cum e congiuntivo, un ut o una perifrastica per mettervi ansia. E per coloro che credono che se vai al classico riuscirai a tradurre le iscrizioni su monumenti, vi spiego una cosa: sui monumenti non ci stanno i verbi e le parole sono tutte abbreviate, quindi non le tradurrete mai.
Il greco non è difficile, è solo incompreso. Correggo subito questa frase: il greco è difficile perché è incomprensibile, è un dato di fatto. All'inizio sembra tutto normale: l'alfabeto si impara presto, gli articoli bene o male si ricordano tutti, idem per gli accenti, la prima declinazione... No, i problemi iniziano alla prima declinazione, visto che alpha lungo puro, alpha lungo impuro, alpha breve puro e alpha breve impuro hanno coniugazioni diverse. Per non parlare poi dei temi verbali, che al presente li riconosci, all'imperfetto idem, all'aoristo non li riconosci e al perfetto ti chiedi se quella parola sia veramente un verbo. Perché in greco non c'è l'eccezione che conferma la regola, ma la regola che conferma l'eccezione. Però potrete usare l'alfabeto greco per scrivere alla lavagna le cose di fisica per il compito in classe e copiare senza essere scoperti perché la prof. crede che siano le frasi da tradurre per casa (tratto da una storia vera).
Matematica al classico? Ma non esiste! Se qualcuno trova chi ha messo in giro quest'assurdità, vi prego, portatemelo che lo uccido. Perché, purtroppo, al classico facciamo più o meno le stesse cose che fanno quelli dello scientifico, ma in metà delle ore. E così ti ritrovi di giovedì pomeriggio con due pagine di esercizi sulle coniche per il giorno dopo e a chiederti perché passi più tempo a fare sistemi di secondo grado che a tradurre i brani di latino e greco. E se non sei bravo in matematica, cosa molto comune al classico, visto che se fossimo stati bravi in matematica saremmo andati tutti allo scientifico, il debito a fine anno è assicurato e passerai le vacanze a disegnare ellissi e parabole.
Il vocabolario è il mio tessssoro. Quando ero in primo, ovvero quando ero ancora una bambina ingenua, trattavo il mio IL e il mio GI come Gollum trattava l'Anello del Potere: sempre nella loro scatola, maneggiati con attenzione, usavo dei pezzi di carta per tenere il segno ecc. Ora vi descrivo lo stato attuale dei miei vocabolari: la scatola di IL è completamente andata per la pioggia presa negli ultimi tre anni, entrambi i vocabolari sono pieni di nastro adesivo in copertina, alcune pagine sono strappate in basso per il continuo uso e consumo ed ora uso come segno qualsiasi cosa, come i pennarelli, le graffette e il cellulare. Perché tu puoi stare attento quanto ti pare, ma si rovineranno lo stesso.
Andrò d'accordo con i miei compagni. Dipende dai compagni e non esiste una via di mezzo: o sarete come un clan, sempre uniti e collaborativi, o divisi in gruppetti perché non vi sopportate.
Il bagno. Perché hai messo pure il bagno? Che c'entra? Il bagno c'entra eccome:
-Andare in bagno in teoria: esco dalla classe, vado al bagno, faccio le mie cose, mi lavo le mani, torno in classe.
-Andare in bagno in pratica: esco dalla classe, vado al bagno, di tre gabinetti ne funziona solo uno, faccio la fila, entro effettivamente nel bagno, faccio le mie cose, urlo all'amica che mi sono portata dietro di andare in classe a prendermi i fazzoletti perché la carta igienica nei bagni della scuola non esiste, aspetto che la mia amica torni, mi pulisco, mi lavo le mani, cerco qualcosa con cui asciugarmele, ma l'unica opzione sono i miei pantaloni, mi asciugo le mani sui pantaloni, torno in classe.
Se la prof è assente si fa festa. In teoria sì, in pratica no. Perché, se fate anche solo un minimo di rumore, la bidella vi manda il supplente. E il supplente non vi fa fare quello che vi pare: passerete quell'ora insieme o a fare i compiti in silenzio o a parlare di cose noiose che il supplente crede interessanti.
Al classico ci saranno tutte le attrezzature. Definiamo attrezzature: computer, laboratori di chimica, laboratori di fisica, laboratori d'informatica, biblioteca ecc. I computer ci sono, ma sono del Giurassico e vanno lentamente. Molto lentamente. Il laboratorio di chimica c'è e funziona bene, ma lo prenotano sempre quelli dello scientifico e lo vedrete un paio di volte in tutta la vostra vita. Idem per il laboratorio di fisica. Il laboratorio d'informatica è il più facile da ottenere e vi ci divertirete un sacco, sempre che non vi ci portino per vedere film degli anni venti istruttivi (e "istruttivo" significa spesso "noioso"). La biblioteca, invece, almeno da noi, fondamentalmente non esiste, ma in altre scuole dovrebbe funzionare in maniera decente.
Credo di aver smontato la maggior parte dei film mentali, scrivete nei commenti quelli che mi sono scordata. Disillusi? L'ho fatto per il vostro bene.
Ave atque vale.
STAI LEGGENDO
Scleri da classico
HumorMa perché ho scelto il classico? Una domanda che i classicisti si fanno continuamente nel corso dei loro cinque anni in questa scuola che sembra più l'Ade che un normale liceo. Sono anni difficili e pieni di disagio, ma ogni tanto spuntano fuori que...