Le avventure di Dante e Virgilio - Ciacco

416 24 6
                                    

Virgilio è riuscito a portare Dante svenuto fino al cerchio successivo.

Virgilio: Si asciuga il sudore e ha il fiatone. Guarda te se mo non m'esce 'n'ernia... 

Dante si sveglia confuso.

Virgilio: Buongiorno, eh! Caffettino? Cornettino? 'Na spremuta d'arancia pe' er principino?

Dante Narratore: Nuovi tormenti e nuovi tormentati mi vedo intorno...

Virgilio: Statte un po' zitto te, che m'ha lassato da solo prima. Complimenti eh, bel modo de occupatte del te personaggio.

Dante: Oh duce mio, mi dispiace moltissimo! Sono davvero mortificato! Io...

Virgilio: Statte zitto che puoi solo aggrava' la situazione.

Dante ammutolisce e china il capo come un bambino che è stato rimproverato.

Dante Narratore: Grandine grossa, acqua sporca e neve si riversano nel cielo tenebroso...

Virgilio: Coso, n'è aria. Taci.

Dante Narratore: Quanta scortesia...

Virgilio: Non parlamo de scortesia che se no parto e te asfalto. Statte muto e guai se fiati.

Dei cani abbaiano in lontananza.

Virgilio: Adesso dobbiamo passa' davanti a Fuffy: lassa fa' a me, capito? E se svieni 'n'atra volta te lasso ecco, chiaro?

Dante annuisce spaventato.

Cerbero: Latra e strazia le anime.

Anime: Urlano, si rivoltano e cercano in qualche modo di proteggersi.

Dante: Che crudeltà! Che castigo atroce!

Virgilio: Dovresti vede' quello ch'hanno fatto in vita cor cibo...

Cerbero: Vede Dante e Virgilio. Mostra le zanne.

Virgilio: Bello Fuffy! A cuccia!

Cerbero si mette a cuccia e mostra le lingue.

Dante: Fuffy? Un mostro del genere lo chiami Fuffy? Io non ho parole...

Virgilio: C'hai fame, bello? E certo che c'hai fame! Er Boss non te sfama manco pe' sbaglio...

Cerbero: Guaisce.

Virgilio prende una manciata di terra e la lancia nelle bocche di Cerbero.

Virgilio: Tieni bello, to'! Magna bello, magna! Mica ce voleva tanto eh!

Cerbero si butta sulla schiena e muove le zampe.

Virgilio: No, Fuffy, non te posso fa' 'e coccole mo che sto a lavora'.

Cerbero: Guaisce.

Virgilio: Annamo, su, che stamo stretti co' i tempi.

Dante Narratore: Posso dire una cosa veloce?

Virgilio: Sospira. Se proprio devi... però 'na cosa de giorno, eh.

Dante Narratore: Noi passavamo sulle anime che abbatte la pesante pioggia, e poggiavamo le piante dei piedi sulla loro inconsistenza che sembrava persona.

Ciacco: Si mette a sedere. Ehi, tu! Mi riconosci?

Dante: Faccia imbarazzata. Mi dispiace, ma no. Chi sei?

Ciacco: Sono fiorentino come te! Mi avete chiamato Ciacco! Il nome non ti dice nulla?

Dante: Diventa bordeaux. Eh... no.

Ciacco: Io sono punito qui con i golosi: non ti dice proprio niente?

Dante: Sono mortificato, ma no... Dimmi però, visto che sei fiorentino, come andranno le cose in città, perché la mia Firenze è stata colpita da una tale calamità e se ci sono ancora dei giusti tra i suoi cittadini.

Ciacco: Fammi capire: io sono qui, a soffrire, con questo mostro che mi strazia, e tu vuoi sapere come andrà la politica a Firenze nei prossimi anni? Faccia allibita.

Dante: Sta per scoppiare per l'imbarazzo. Ho troppa pena per te e non so che altro chiederti!

Virgilio: Face palm.

Ciacco: Si impietosisce. Sospira. Okay, va bene. Prima vinceranno i Bianchi, però poi Bonifacio VIII supporterà i Neri e questi prenderanno le redini della città. Ci sono solo due giusti, gli altri sono tutti servi dell'invidia, della superbia e dell'avidità.

Dante: Uno dei due giusti sono io, vero?

Virgilio: Face palm.

Dante: Sospira. E i politici della generazione precedente alla mia? Dove sono?

Ciacco: Stanno tutti ai piani di sotto.

Dante: Faccia sorpresa. Davvero?

Virgilio: Face palm. Ma quanto è ingenuo questo qui...

Ciacco: Ti prego: ricordami nel mondo dei vivi! Non voglio essere dimenticato!

Ciacco si sdraia con gli altri golosi.

Virgilio: Questo resterà ecco fino alla fine dei tempi.

Dante: Intendi fino al giudizio universale?

Virgilio: Sospira. Sì, quello...

Dante: E poi?

Virgilio: E poi chi sta ecco soffrirà de più, chi sta de sopra sarà ancora più felice. 

Dante e Virgilio si rimettono in cammino.

Dante Narratore: Noi aggirammo ai bordi quella strada, parlando più di quanto non riferisca.

Virgilio: E allora taci, no?

Scleri da classicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora