Capitolo 21

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-Senti, non possiamo fare un picnic sull'erba come i comuni mortali?-domanda Zaira appena scesa dall'auto.

-No.-rispondo secco prendendo dal cofano il cestino che ho preparato prima di uscire da casa e due coperte spingendo poi il pulsante della chiave automatica che permette alla macchina di chiudersi.

-Andiamo.-la invito afferrandole una mano iniziando a camminare tra gli scogli, ho voluto organizzare qualcosa per lei, qualcosa di diverso e speciale lontano da tutti, lontano da Adil.

-È tutto buio.-piagnucola cercando di fermarmi.

-Ho portato una torcia.-la informo tirandomela dietro.

-Ma che senso ha? Avremmo potuto mangiare due panini davanti al camino a casa tua e saremmo stati tutti felici e contenti.-brontola fermandosi di scatto.

-Non costringermi a portarti con la forza.-la avverto in tono minaccioso.

-Non mi piace questo posto, ho paura.-

-Ci sono io con te, hai paura anche con me al tuo fianco?-chiedo addolcendo la frase con una carezza sulla sua guancia.

-Non guardarmi così.-borbotta tentando di rimanere seria.

-E invece ti guardo così eccome.-dico poggiando il cestino su una roccia per poterla afferrare dai fianchi e stringerla.

-Ti piacerà, ne sono sicuro.-sussurro al suo orecchio.

-Se così non fosse possiamo andarcene?-chiede speranzosa.

-Sicuro.-mi metto una mano sul petto per dare la mia parola e gli afferro nuovamente la mano prima di recuperare il cestino e avanzare nel buio della notte.

Le rocce si fanno via via più difficili da percorrere ma con attenzione riesco a raggiungere una piccola incavatura, avanziamo per qualche altro metro ritrovandoci nella parte più interna della grotta.

-Siamo arrivati.-dico accendendo la torcia per far stare Zaira più tranquilla.

-Can...-

-Si lo so, è bellissimo.-la interrompo fiero ma lei scuote la testa non esattamente convinta.

-Questo posto è macabro.-dice guardandosi intorno.

-È romantico.-ritento io.

-Per una coppia di scheletri forse.-risponde lei, io mi guardo intorno e mi sento improvvisamente uno sciocco.

Effettivamente di romantico in questa sera così gelida e nuvolosa non c'e nulla ma nonostante ciò per me questo posto conta tanto ed è per questo che ho deciso di portarla qua.

-Senti mi dispiace, avrei dovuto fare un sopralluogo prima e renderlo meno raccapricciante ma ci tenevo a portarti qui.-confesso giocando con le chiavi.

-Perché?-domanda curiosa avvicinandosi a me.

-Perché è in questo posto che sono nato.-

-Qui?-sembra estereffata, io annuisco e lei mi sorride.

-Forse possiamo mangiare mentre mi racconti cos'è successo.-mi passa un dito sul naso e stende una delle due coperte a terra per poi sedersi sopra ad essa, io mi siedo dietro di lei e la circondo con le mie braccia poggiando il mento sulla sua spalla.

-Mio nonno amava la pesca e così decise di invitare anche i miei genitori sulla sua barca...-comincio a parlare dopo aver diviso i sandwich uno per ciascuno.

-Ma sai io faccio sempre di testa mia e anche allora decisi di nascere prima del dovuto facendo venire le doglie a mia madre in mare aperto.-

-Can, con te non c'è mai da stare tranquilli.-ridacchia scuotendo la testa.

Scordarmi Chi EroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora