Capitolo 20

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Can
Mi guardo allo specchio e ciò che trasmette il mio riflesso è tutta la frustrazione che provo da ormai diversi giorni, andare dietro Zaira è come stare sulle giostre, un sali e scendi di emozioni.

Mi sciacquo il viso stanco, mi cambio i vestiti velocemente ed esco di casa con l'unico intento di raggiungerla.

Quando arrivo sul set mi accorgo che è impegnata ma fortunatamente non è una scena con Adil e mi prendo il tempo di osservarla con calma: mi fa sorridere il modo in cui recita, sembra davvero che creda in quel che dice o fa e questa è una dote di pochi.

-Can, che piacere vederti.-mi saluta Omar stranamente calmo.

-Ciao Omar.-

-Devo proprio ringraziarti, Zaira si è dimostrata una mano santa per il nostro progetto.-mi da qualche pacca sulla spalla prima di andare a complimentarsi proprio con la diretta interessata.

Io rimango indietro, aspetto che Omar finisca di parlarle per avvicinarmi ma quando Zaira si accorge di me mi rendo conto del suo sguardo gelido, ferito.

-Ti ho vista, sei stata brava.-mi complimento cercando di far finta di niente.

-Grazie, che ci fai qua?-

-Ho deciso che due settimane a casa sono troppe quindi voglio riprendere subito.-mento solo per non dare a vedere quanto io sia dipendente da lei perché la triste realtà è che la mia bocca gli ha urlato di andarsene ma un secondo dopo la mia testa se n'era già pentita.

-Capisco, Omar è andato di là.-mi indica la strada che porta all'ufficio dell'uomo ma non muovo un passo e resto fermo dinanzi a lei.

-Era buona la colazione?-chiedo non riuscendo a trattenere anche una nota di acidità.

-Si, molto.-risponde subito spiazzandomi.

-Cosa hai preso?-

-Uh tante cose, Adil mi ha consigliato bene.-le sue parole vengono fuori come lame pronte a colpirmi.

-Perché lo fai Zaira?-chiedo cercando di non dare in escandescenza.

-Cosa? Cosa Can?-chiede allargando le braccia.

-Cosa faccio a parte parlare troppo come hai detto tu?-

-Possiamo andare a parlare in un'altro posto? Ci stanno guardando in molti.-gli faccio notare prima di prendere il braccio per condurla fuori ma lei si scansa e mi guarda come se volesse fulminarmi seduta stante.

-Cos'è, hai paura che la gente sappia quello che è successo?-ringhia a denti stretti.

-No, semplicemente se Omar venisse a sapere di una relazione tra colleghi non si farebbe scrupolo a buttare fuori uno di noi due e non vorrei che tu perdessi il lavoro.-spiego a bassa voce.

-Sei sicuro che farebbero fuori me? Infondo io ho già registrato parecchie scene mentre tu...-si posa un dito sul commento come a pensarci e poi sorride sarcasticamente.

-Tu non hai completamente iniziato.-aggiunge poco dopo.

-E in ogni caso non c'è nessuna relazione tra colleghi.-conclude dandomi le spalle ma non gli permetto di andarsene, le stringo un braccio e la tiro fuori a forza.

-Cosa ti è preso?-chiedo allibito.

-Mi scrivi che mi ami...-

-L'ho scritta dieci anni fa quella lettera.-precisa incrociando le braccia.

-Perché mi vuoi forse dire che non è così?-chiedo in tono provocatorio, lei spalanca gli occhi sorpresa ma non risponde.

-Non sai cosa dire, prevedibile.-alzo gli occhi al cielo per un momento cercando di raccogliere la forza per continuare a stargli dietro.

-Zaira!-la voce di Adil sempre in mezzo, comincio ad avere la sensazione che lo faccia apposta.

-Resta con me, stiamo parlando.-le prendo una mano accarezzandone il dorso.

-Zaira è...-Adil si blocca nel vedermi.

-Ah sei con lui.-commenta aspro.

-Si, è venuto per parlare ad Omar.-si affretta a dire ritirando la mano come se si fosse bruciata.

-Omar è nel suo ufficio, non so se può riceverti ma puoi chiedere a Katrina.-

-Prima volevo finire di parlare con Zaira, quindi se potessi portare il tuo faccino pulito più in là mi faresti un favore.-

-Zizzi sbrigati, stiamo per iniziare.-si rivolge a lei dandole un bacio sulla fronte.

-Io giuro che gli spacco la faccia.-ringhio guardandolo mentre con quella faccia da ebete si allontana.

-Da quanto in qua avete tutta questa confidenza? Adesso siete arrivati addirittura ai nomignoli?-sbotto nervoso.

-È la prima volta che mi chiama così.-

-Ed è bene per lui che sia anche l'ultima.-aggiungo io.

-Smettila, Can!-

-Io non sono di tua proprietà, non puoi decidere chi deve parlarmi o toccarmi.-alza la voce adirata mentre io rimango incredulo.

-Sono grande abbastanza da decidere chi frequentare...-

-Non puoi frequentare nessuno all'infuori di me.-la interrompo spingendola contro la carrozzeria dell'auto con il mio corpo.

-Perché no?-

-Perché tu sei mia, punto.-poggio la fronte sulla sua, i nostri nasi si sfiorano.

-Sei mia, hai capito?-le bacio la punta del naso mentre le accarezzo i capelli.

-Vuoi portarmi a letto?-chiede inaspettatamente, io annuisco sincero, mentirei se dicessi no perché la desidero con tutto me stesso.

-Vuoi solo portarmi a letto?-precisa e quel solo mi basta a chiarirmi le idee.

-Se pensi che io ti lasci dopo aver fatto l'amore sei completamente fuori strada.-faccio una pausa e la guardo negli occhi per fargli capire quanto siano vere le mie parole.

-Ti desidero tanto ma se è questo il problema io ti aspetto, aspetterò che sarai anche tu a volerlo e starò buono.-un piccolo sorriso adorna le sue labbra dapprima imbronciate.

-Però ti prego di stare alla larga da quel tipo o potrei impazzire.-

-Zaira noi siamo pronti, manchi solo tu.-un tecnico ci interrompe.

-Arrivo.-lo informa lei e sta per andarsene ma ancora una volta la blocco.

-Devo andare Can, ho un lavoro da svolgere.-

-Pranziamo insieme?-

-Ok.-

-Zaira?-

-Dimmi Can.-

-Sei mia, ricordatelo.-

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