Can
Guardo il telefono ancora una volta ma niente, nessuna risposta di Zaira ai miei tredici messaggi.-Tesoro che hai?-chiede lei in tono apprensivo.
-Niente, finiamo la cena.-cerco di tranquillizzarla ma il mio stomaco chiuso la dice lunga sul mio stato d'animo.
-Non hai toccato cibo, la tua gamba fa su e giù da mezz'ora e controlli il telefono occhi due minuti.-si alza e mette le braccia conserte.
-Sono tua madre, ti ho partorito e conosco ogni tua sfumatura.-aggiunge con sapienza.
-Mi conosci e sono tuo figlio quindi non ti dispiace se finiamo qua la cena e scappo di casa per qualche ora, vero?-chiedo alzandomi, inevitabilmente la sovrasto con la mia altezza.
-No signorino, prima dimmi che hai.-insiste, lo sguardo serio puntato su di me.
-Non lo so mamma, ok?-sbotto nervoso, voglio solo andare da lei.
Prendo la mia giacca e le chiavi della macchina e senza indugiare oltre esco di casa.
-CAN TORNA QUA.-la sento urlare ma non me ne preoccupo, faccio retromarcia e corro via, mi presento a casa sua e suono come un disperato ma non è lei che mi apre la porta.
-Che bel coraggio hai a presentarti qui.-commenta la rossa quasi schifata.
-Dov'è Zaira?-chiedo senza troppe cerimonie.
-Non c'è.-
-E dove può essere se non qui a quest'ora?-
-Non sono affari tuoi.-
-Fammi entrare.-
-No.-
-Entro lo stesso, con o senza il tuo permesso.-la avviso impaziente.
-Ed io chiamo la polizia.-mi minaccia guardandomi male.
-Chiamala se ne hai il coraggio.-la sfido entrando in casa senza farmi alcun tipo di problema.
La cerco in cucina ma non c'è e nemmeno nella sua stanza e perfino il bagno è vuoto, l'unica stanza che non ho ancora visto è quella di Nilù.
-Lasciami passare.-dico cercando di aprire la porta.
-È la mia stanza, non hai nessun diritto di entrarci.-si difende lei e so che ha ragione ma io ho bisogno di vederla, di sapere che sta bene.
-Ti prego Nilù.-tento con le buone ma lei rimane ferma sui suoi passi.
-Ho bisogno di vederla.-
-Peccato che lei non abbia bisogno di vedere te.-risponde risoluta facendomi perdere la pazienza.
-Non sono un tipo che usa le maniere forti con le donne ma tu mi hai costretto.-dico prima di prenderla come un sacco di patate e chiuderla a chiave nel bagno.
Apro la porta della stanza e finalmente la vedo, distesa sul lettino della sua amica con gli occhi chiusi e il respiro lento.
-Allora stavi dormendo.-un sospiro di sollievo lascia le mie labbra insieme ad un sorriso.
Mi avvicino a lei e le accarezzo i capelli.
-Buonanotte Zay.-sussurrò baciandole una guancia prima di lasciare la stanza, liberare Nilù ed uscire di casa.
Torno a casa col cuore più leggero, sta bene e questo per ora mi basta.
-Scusami mammina.-dico, non appena entro in casa la vedo con le braccia ancora incrociate e l'espressione corrucciata.
-Dove sei stato?-chiede cercando di rimanere severa ma so già di averla conquistata.
-A bere qualcosa.-rispondo vago.
-Con chi?-
-Con un'amico.-
-Non ti credo.-il suo sguardo è inquisitore.
-Non preoccuparti mammina, sono abbastanza grande da cavarmela.-sviio il discorso ma ancora non basta.
-Can, stai combinando qualcosa di losco?-chiede facendomi quasi cadere la mascella.
-Me lo stai chiedendo davvero?-
-Non so che pensare, in tanti anni quando sono venuta a trovarti non hai mai mollato una delle mie cene per correre chissà dove.-
-Lo so, avevo bisogno di uscire.-
-Per andare dove?-
-Non mi piacciono gli interrogatori, me ne vado a letto.-rispondo stufo, mi chiudo nella mia stanza e mi lascio cadere sul letto con ancora i vestiti addosso.
Zaira
Mi trascino sui miei passi mentre cerco di darmi una sistemata per andare a lavoro, la giornata di ieri mi ha messa ko ma nonostante ciò devo andare avanti, voglio andare avanti.Esco di casa e cammino ma anche il cielo sembra avercela con me e d'improvviso comincia a piovere e l'unica soluzione che ho è rifugiarmi sotto un balcone.
-Perfetto, anche questa ci mancava.-commento nervosa, faccio avanti e indietro limitando i miei passi a pochi metri ma quando guardo l'ora mi rendo conto di quanto sia tardi e il panico mi assale facendomi innervosire ancora di più.
-COS'È, NON VUOI PROPRIO VEDERMI FELICE TU EH?-urlo a chiunque ci sia lassù, la gente mi guarda come se fossi matta e ne hanno tutte le ragioni.
Mi rassegno e solo quando metto le mani in tasca mi ricordo di Adil, il bigliettino col suo numero è rimasto nel cappotto.
Zaira:ciao Adil, scusa il disturbo 😬 sono Zaira, posso chiederti un passaggio? Sono rimasta bloccata dalla pioggia.
Lo invio subito, non posso perdere ancora tempo.
Adil: per fortuna avevi il mio numero 😜 mandami la posizione, arrivo
subito 💋La sua risposta arriva in pochi secondi e come da lui richiesto gli invio la posizione sperando che faccia presto.
Can: buongiorno Zay ❤️
Il suo buongiorno arriva come un pugno sulla bocca dello stomaco, chiudo gli occhi e respiro lentamente prima di chiudere la chat e spegnere il telefono.
-Sembri un pulcino spelacchiato.-la voce di Adil irrompe tra lo scroscio della pioggia.
-Quanto sei divertente.-commento sarcastica entrando in macchina.
-Lo so.-mi sorride e inaspettatamente mi lascia un bacio sulla guancia.
-Se vuoi posso passare a prenderti ogni giorno.-dice svoltando ad un'angolo.
-Oh no grazie, sarebbe troppo disturbo e non mi piace disturbare.-rispondo in fretta.
-Non è un disturbo Zaira, mi fai compagnia e poi è di strada.-mi schiaccia un'occhiolino e parcheggia l'auto ma blocca gli sportelli senza farmi scendere.
-Adil scendiamo, si farà tardi.-
-Voglio solo dirti che non devi permettere a nessuno di farti sentire come se fossi un disturbo, per me non lo sei quindi smettila di pensarlo.-
-Grazie Adil.-
Lui non risponde ma sorride e sblocca gli sportelli, fa il giro dell'auto e mi ripara dalla pioggia sotto il suo ombrello.
-Grazie Adil.-dico di nuovo non appena entrati.
-Smettila di ringraziarmi, vedi di asciugare i capelli e darti una sistemata, pulcino spelacchiato.-mi fa una linguaccia e con il suo solito sorriso va a salutare il resto del cast.
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Scordarmi Chi Ero
FanfictionCan, un giovane attore e modello di fama mondiale, era stato chiamato per un nuovo ruolo in una serie romanica. Avrebbe dovuto fingere ancora una volta di essere innamorato, avrebbe dovuto fingere ancora quel si al matrimonio finto e magari avrebbe...