Capitolo 29

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Can:Devo vederti, è urgente.

Invio il messaggio mentre Ceyden è attento alla guida, mi devono almeno dare la possibilità di spiegarle tutto. Ho dato l'indirizzo di casa di Zaira a Ceyden e, anche se lui non lo sa, è proprio lui che mi sta portando da lei.

Zaira: cosa succede?

Can: Tra cinque minuti sono da te.

Metto il telefono in tasca tamburellando nervosamente sul tappetino nero dell'auto di Ceyden, ha addirittura chiesto ad un'autista di riportarmi la macchina a casa pur di avermi sotto controllo, roba da matti.

"Senti Can mi dispiace, Omar mi ha messo alle strette e questa era l'unica opzione plausibile al momento" si giustifica dando un'occhiata fugace al navigatore.

"Plausibile? A te sembra plausibile una cosa del genere? Secondo te è giusto che io debba allontanarmi dalla mia fidanzata? Le ho chiesto di sposarmi, Ceyden!" esclamo arrabbiato, come fanno a non rendersi conto che di normale, qualunque cosa essa sia, non ha niente?

"Le hai chiesto di sposarti?" domanda stupito e, oserei dire, infastidito.

"Si, l'ho fatto" confermo.

"Non mi pare di dover rendere conto a te di ogni mia decisione personale, se non sbaglio il nostro rapporto è puramente professionale" aggiungo.

"Pensavo fossimo amici, Can" pianta il piede sul freno e accosta proprio davanti l'abitazione di Zaira.

"Lo pensavo anch'io" scendo dalla macchina e faccio appena due passi prima di sentire lo sportello di Ceyden rinchiudersi.

"Mi aspetterai qua, vero?" quasi lo ringhio guardando la sua andatura tranquilla mentre mi segue come un cane da tartufo.

"Can, sarò la tua ombra, l'hai dimenticato?" fa spallucce e si accende una sigaretta.

"È una cosa personale" cerco di dissuaderlo ma lui sorride meccanicamente e prende a parlare.

"Avevi detto che dovevi dare una cosa ad un tuo amico, non vedo cosa ci sia di personale" dice suonando al campanello.

La porta si apre immediatamente e il sangue mi si gela quando vedo Zaira aprire la porta di scatto.

"Il tuo amico..." Ceyden si gira verso di me, ancora più deluso di quanto non lo fosse già.

"Ho bisogno di spiegarle" mi giustifico allargando le braccia.

"Non potevo semplicemente inviarle un messaggio" aggiungo con fervore.

"Dieci minuti, Can, ti do dieci minuti" intima con sguardo truce rimettendosi in macchina.

Zaira mi guarda sconvolta e confusa, come non capirla.

"Entriamo, dai" consiglio poggiandole una mano sulla spalla.

"Che succede Can?" chiede fermandosi al centro del piccolo corridoio.

"Chi era quell'uomo?" domanda ancora.

"Ceyden Kaya, il mio manager" rispondo secco.

"È qui per farmi da “guardia del corpo”" fingo un sorriso ma lei capisce immediatamente che non c'è nulla di ironico in quello che ho detto.

"Che sta succedendo?" si siede sul divano ed io mi siedo nel tavolino di legno davanti a lei, le prendo le mani e le accarezzo con delicatezza mentre cerco le parole giuste.

"Io mi sono innamorato di te" inizio a parlare, il mio sguardo si impiglia nei suoi occhi scuri.

"E ti sposerei domani, se potessi" continuo strofinando le mie dita con le sue.

"Ma ci sono volte che si deve scegliere..."

"Mi stai lasciando, Can?" chiede ritraendo le mani dalla mia presa.

"No, no!" mi affretto a dire.

"Omar mi ha messo alle strette, o ci prendiamo una pausa o ti butta fuori dal progetto ed io..." faccio una pausa vedendo la sua bocca spalancarsi per la sorpresa.

"Ho scelto di farti rimanere nel progetto Zaira, ho pensato che in fondo saranno solo pochi mesi. Tu potrai avere la carriera che desideri e una volta finito questo incarico riprenderemo da dove abbiamo lasciato" concludo cercando di rendere meno patetico il mio discorso insensato.

"Can... Dio santo!" si alza in piedi camminando avanti e indietro nervosamente.

"Dovevi parlarmene, era una scelta che dovevamo fare insieme" mi rimprovera.

"Ho messo te davanti a tutto, Zaira!" cerco di ricordarle ma lei scuote la testa in segno di diniego.

"Non è vero, io... Mi spieghi come puoi solamente pensare che io possa stare dei mesi lontana da te? Non ho già sofferto abbastanza aspettandoti per anni?" allarga le braccia mentre le lacrime cominciano a bagnarle il viso.

"Io pensavo che..."

"Pensavi cosa?" strilla in collera.

"Pensavi che questo stupido incarico in una stupida fiction mi importasse più di te, di noi?"

"Mi dispiace Zaira, io non volevo succedesse questo, mi sono sentito in dovere di proteggerti ma forse ho sbagliato e..."

"Hai sbagliato di grosso Can, forse è a te che importa questo stupido lavoro, i soldi, la fama, sei tu la gallinella dalle uova d'oro per Omar!" esclama quasi schifata, è evidente che non ha capito le mie intenzioni.

"Non è come pensi, Zaira, l'ho fatto per te" cerco di avvicinarmi e lei indietreggia facendo di no con un dito, pensavo di aver fatto la cosa giusta.

"Esci da casa mia, Can" indica la porta senza riuscire a guardarmi in faccia.

"Perché mi stai facendo questo, Zaira?" chiedo ferito.

"Hai rovinato tutto" mormora abbassando lo sguardo.

"Cosa sono pochi mesi?" insisto, mi avvicino ancora e stavolta non ha le forze per opporsi, le alzo il viso con una mano costringendola ad un contatto visivo.

"Non ci riesco" confessa sincera.

"Non posso averti vicino ma lontano allo stesso tempo, io non sono forte come te, io non so gestire le mie emozioni, forse ho sbagliato ad ambire a fare l'attrice e poi..." si ferma ridendo amaramente.

"Probabilmente ho sempre sognato di poter diventare un'attrice per starti accanto, si, probabilmente è questo il motivo" finisce con un'alzata di spalle.

"Vattene, Can!" mi spinge via, sgattaiolando dalla mia presa per potersi chiudere nella sua camera, i dieci minuti sono già passati e Ceyden bussa insistentemente alla porta che apro con rabbia.

"Sei un fottuto coglione" esplodo, vorrei picchiarlo, fargli rimpiangere questa scelta di merda ma otterrei solo diffamazioni e niente di più.

Scordarmi Chi EroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora