Capitolo 6.

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Can
Rimango davanti la porta chiusa della camera di Zaira per un po', guardo il legno bianco cercando di decifrare la sua reazione ma non ci riesco.

Alzo il pugno chiuso per bussare alla porta ma subito dopo la sento piangere e mi blocco d'istinto, faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi prima di fare un passo indietro e lasciare l'abitazione di Zaira con l'amaro in bocca.

Quando arrivo a casa sento il bisogno irrefrenabile di farmi una doccia, ho bisogno di scaricare la tensione che sto provando.

Io proprio non la capisco, non capisco se mente quando dice di conoscermi perché se mi conoscesse davvero saprebbe quanto mi diano fastidio le persone che scappano dai problemi e che piangono come se autodistruggersi fosse la soluzione.

Mi privo dei vestiti e faccio correre l'acqua calda sul mio corpo ma nemmeno questo mi permette di dimenticare, non riesco a togliermi dalla testa la sensazione di quel tocco che c'è stato fra le nostre labbra e il vuoto glaciale che ho sentito quando lei è scappata via.

*

Sono le sei e cinquanta del mattino ed io sono già in macchina, stanotte avrò dormito si e no un'ora ma ciò che è successo non mi ha permesso di chiudere occhio.

Parcheggio l'auto davanti casa di Zaira e suono con insistenza al campanello finché quest'ultima non mi apre con una coperta sulle spalle e il cuscino stampato in faccia.

-Buongiorno.-dico non riuscendo a trattanere una risata, lei alza lo sguardo assonnato su di me e spalanca gli occhi come se fosse stata presa alla sprovvista.

-Che ci fai qua?-chiede schiarendo la voce ancora mezza addormentata.

-E che ore sono?-

-Mi sono addormentata di nuovo?-

-Sono un vero disastro.-comincia a straparlare agitandosi.

-È molto presto.-la tranquillizzo.

-Posso entrare?-

-Si.-risponde lei e sembra più confusa che mai.

-Fa freddo in questa casa.-noto con dispiacere che la temperatura è quasi come quella di fuori.

-Si, abbiamo qualche problema con il riscaldamento. Abbiamo chiamato il tecnico e stiamo ancora aspettando che ci dia appuntamento.-spiega azionando il bollitore.

-Capisco.-

Mi siedo su uno sgabello cercando le parole per spiegare quello che è successo ma inaspettatamente è lei a parlare.

-Senti, per quanto riguarda ieri lascia perdere, dimentica tutto.-dice velocemente.

-Come vuoi.-rispondo spiazzato.

In realtà sono venuto qui cercando di risolvere e trovare un motivo a quello che è successo, volevo capire e non è da me mollare ma lei ha troncato il discorso sul nascere e per il momento me lo farò andare bene.

-Vuoi del latte? Un the?-chiede col suo sorriso da bambina che mi toglie dalla testa tutti i pensieri.

-Latte caldo e biscotti.-rispondo togliendomi il parka, lei mi sorride e si mette a lavoro guardandomi di tanto in tanto.

Zaira
Mentre aspetto che il latte si scaldi mi perdo a guardare Can.

Non ho avuto proprio una buona nottata, quello che è successo mi ha sconvolta talmente tanto da farmi piangere fino a che i miei occhi hanno cominciato a bruciare costringendomi a chiuderli e ad addormentarmi sfinita

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Non ho avuto proprio una buona nottata, quello che è successo mi ha sconvolta talmente tanto da farmi piangere fino a che i miei occhi hanno cominciato a bruciare costringendomi a chiuderli e ad addormentarmi sfinita.

Quel bacio è stata la cosa più bella che mi è capitata nell'ultimo decennio eppure al momento non mi sento pronta a mettermi in gioco con lui, lui è troppo per me, lui è tutto per me e devo capire se è un sentimento che posso gestire senza ferirmi in modo irreparabile.

-ZAY!-la sua voce mi riporta alla realtà facendomi notare che il latte si è scaldato anche troppo finendo per rovesciarsi su tutti i fornelli.

-Lo rifaccio, non c'è problema, non c'è problema.-dico di fretta afferrando il pentolino per buttare via quel che è  rimasto e sciacquarlo.

-Faccio io, sennò mi addormento.-dice Can togliendomi tutto dalle mani, me le asciuga con un canovaccio e se le porta entrambe alle labbra baciandole più volte.

-Siediti.-ordina muovendosi abilmente come se fosse a casa sua mentre io rimango quasi paralizzata da quel suo gesto di dolcezza.

-Secondo me prima o poi farai prendere la casa a fuoco.-ironizza mentre con attenzione prepara due tazze e ci versa il caffè bollente.

-Probabile.-rispondo con un'alzata di spalle.

-Ma che vuoi farci? Sono nata per fare la diva e avere chi cucina per me.-aggiungo alzandomi e mettendomi la coperta sul corpo come un vestito mentre tento una goffa sfilata.

-Non ti ci vedo come diva.-ride Can incantandomi, nessuno mai è riuscito a far vacillare tutte le mie certezze con un solo sorriso.

-Zaira stai attenta, potresti impigliarti un piede in quella coperta.-mi avverte Can ma è ormai troppo tardi poiché il mio piede si è già incastrato e il mio equilibrio già precario di suo ha perso ancora una volta.

-Ti avevo detto di stare attenta.-dice afferrandomi da un braccio così da non farmi cadere, non rispondo e incasso quest'altra figuraccia.

-Se cadi in ciabatte non oso immaginare coi tacchi.-ridacchia mollando la presa su di me così da finire di preparare la colazione per entrambi.

-Dovrò farti da babysitter.-aggiunge scoccandomi un'occhiolino giocoso.

-Non preoccuparti, le mie ginocchia sono abituate alle cadute.-lo rassicuro bevendo un po' del mio latte caldo.

-Una bevanda calda è proprio quello che ci vuole con questo freddo.-commenta Can prima di voltarsi verso di me e cominciare a ridere con gusto.

-Che c'è?-chiedo irritata.

-C'è che sei una bimba.-risponde avvicinandosi a me, mi pulisce il labbro superiore con il pollice e sorride di nuovo.

-Ho avuto la mia dose di pessime figure in tempi record stamani.-commento aspra facendo un grande respiro e tuffando il dispiacere nel pacco di biscotti.

-Io non mi ricordo di te ma potremmo provare a riconoscerci e...-blocco la frase alzando una mano come se fossimo a scuola.

-Ci sto.-dico solamente, quello che ho provato per lui quando ero una ragazzina e quello che provo ancora  non smetterà mai di tormentarmi ma voglio provare a godermi i momenti che mi sono stati concessi.

-Non mi hai fatto finire di parlare.-

-Non importa.-

-Tu mi attrai Zaira, almeno questo dovevo dirtelo.-dice tutto d'un fiato per poi tornare a sedersi al suo posto e finire la sua colazione.

Scordarmi Chi EroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora