"Anche rivelare le proprie ferite può essere considerato un atto di coraggio. Il problema non sta nel mostrare le proprie vulnerabilità ma saperle proteggere e difendere da noi stessi. Nessuno potrà colpirci più forte del nostro stesso ego."- Dai, andiamo - le disse delicatamente Tobias, mentre le accarezzava ingenuamente il viso e asciugava quelle lacrime che l'avevano totalmente sconvolta.
- Dove? - domandò semplicemente Brigitte, con un tono di voce così innocente che sembrava quello di una bambina. Suo padre l'avrebbe rimproverata per questo suo atteggiamento. Doveva essere sempre forte e pronta a combattere ma soprattutto, non doveva piangere. Le diceva che soltanto le persone deboli piangevano. Lei invece doveva essere diversa: dura come una roccia e spinosa come una rosa. Non doveva essere una perdente. Eppure tutti quei comandi e quei divieti, l'avevano resa soltanto schiava della rabbia. Ora invece aveva capito che pure piangere poteva essere una forma di sfogo e che soprattutto non la rendeva fragile. Anche rivelare le proprie ferite può essere considerato un atto di coraggio. Il problema non sta nel mostrare le proprie vulnerabilità ma saperle proteggere e difendere da noi stessi. Nessuno potrà colpirci più forte del nostro stesso ego. Questo Brigitte lo aveva capito solamente vivendo, perchè fino ad allora, aveva vissuto in una campana di vetro. Sicuramente i sentimenti avevano abbattuto l'armatura che si portava dietro ogni giorno, ma in cambio l'avevano resa più forte anche senza alcuna protezione. - Voglio farti vedere un posto - rispose frettolosamente Tobias mentre le prendeva la mano per uscire dalla sua stanza. Una volta aperta la porta, si guardò intorno nel caso in cui qualcuno li vedesse insieme. Subito si diressero verso quell'uscita che Brigitte aveva notato non appena si era ritrovata nel suo corridoio. Tutto stava succedendo così velocemente che non era capace di interpretare il suo comportamento. Tobias era come lei, così imprevedibile da non riuscire a stare al passo e da non capire mai la mossa successiva. Questo però non faceva altro che incuterle timore perchè quando stava con lui aveva la costante paura che potesse farle del male. Tuttavia in quel momento non aveva altra scelta che seguirlo e farsi trasportare come una foglia trascinata dal vento. Tobias spalancò la grande porta verde e si ritrovarono in una stanza circolare con al centro una cabina nera. Intorno vi erano altre tre porte come quella, dovevano essere altre uscite. Non si soffermò molto sui dettagli dato che in un batter d'occhio entrarono in quel che sembrava essere un ascensore: bastò un solo pulsante per entrarvi e un altro per salire in superficie. Lo spazio che divideva i due era davvero pochissimo. Il cuore di Brigitte iniziò a battere freneticamente e le sue labbra, prima inzuppate dalle lacrime, ora erano secche come se non conoscessero affatto la sensazione di bagnato. La testa le scoppiava senza un motivo. Era talmente confusa da non sapere se la sua agitazione fosse legata al fatto che si stesse allontanando dal Cave. Tante emozioni si stavano mescolando assieme e non era in grado di distinguerle. Non sapeva se fosse ansia, paura, felicità o tristezza. Ogni secondo che passava, si accorgeva che stavano salendo sempre di più e preferiva puntare lo sguardo verso l'alto invece di perdersi negli occhi tenebrosi di Tobias.Presto si trovarono in quella caverna che dava accesso al Cave. Tobias fu il primo ad uscire dall'ascensore ed emise un sospiro non appena si guardò attorno. Era da un po' che non vedeva la luce del sole anche se in realtà, a differenza degli altri, era libero di uscire quando voleva. Si voltò verso Brigitte e un piccolo sorriso risplendeva sul suo viso. Ammirava estasiata la bellezza di quella grotta, e finalmente, dopo tanto tempo, poteva percepire la brezza mattutina sulla sua pelle. L'aria fresca le scalfiva il viso tanto da farlo diventare rosso, ma questo non le dava fastidio, perchè stava riassaporando il senso di libertà che aveva perduto. Tobias si incantò a guardarla, ed era contento di esser stato il responsabile di quel sorriso. Poi però si ricordò del giorno in cui l'aveva portata lì. Effettivamente lei non poteva conoscere quel posto. In quel momento dormiva beatamente tra le sue braccia come un angelo caduto dal cielo. Era tanto innocente allora quanto adesso e le aveva fatto soltanto del male trasferendola al Cave. La struttura era troppo spietata per lei e pian piano avrebbe continuato a distruggerla, spaccando le crepe che si erano create in lei. Allora si sentì estremamente in colpa. In fondo non aveva mai fatto del bene per nessuno, era bravo solamente a ferire la gente e farle del male costantemente. Cosa poteva farci, lui era così e non sarebbe cambiato. Non avrebbe mai capito le persone, perchè non era capace nemmeno di capire se stesso.
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Non sei come le altre
Romance"Non sorridi, non piangi e non mostri i tuoi sentimenti nonostante io riesca a leggerli. Eppure mi piaci, non sei come le altre" Brigitte Smith ha perso sua madre durante l'attentato alle Torri Gemelle del 2001. Da allora, ha passato il resto della...