"Jackson era l'unica ancora di salvezza rimasta e non voleva farla sprofondare insieme a lei."Il tragitto verso il dormitorio era stato molto silenzioso. Nessuno dei due aveva proferito parola. Si udiva soltanto il rumore dei loro passi svelti sul pavimento ruvido e delle voci lontane, sparse nell'intera struttura. Era ormai mezzogiorno e l'addestramento mattutino sarebbe terminato a momenti. Pertanto, Brigitte e Tobias dovevano affrettarsi se non volevano che una miriade di ragazzi, appena rientrati dall'addestramento, li sorprendessero insieme. L'uomo sapeva di star correndo un rischio accompagnandola al dormitorio, eppure non ci fece un dramma. Al Cave lo tenevano sempre d'occhio, visto che tutti erano attratti dal suo fare misterioso. Tuttavia, non amava come quelle occhiate ricadessero spesso su di lui. Perciò, alzò ulteriormente il passo, evitando così che qualcuno li scoprisse. Era a conoscenza di come le notizie si spargessero al centro d'addestramento. Bastava una sola persona per diffondere un'informazione.
- Eccoci. Non dire a nessuno che non sei stata punita. Sai, non siamo soliti fare favoritismi - le sussurrò all'orecchio, con quella sua voce roca che le faceva rizzare la pelle. Anche questa volta, Brigitte accennò un sì con la testa e senza ringraziarlo, entrò immediatamente in camera. Per fortuna, non era ancora arrivato nessuno. Approfittò di quel momento di calma per poter pensare. Non capiva perché Tobias la stesse aiutando. Alla fine, era il loro lavoro. Rapire adolescenti, imporre loro una nuova vita e di conseguenza distruggere i loro sogni. Non era il suo caso, dato che non aveva ambizioni. O meglio, il suo unico obiettivo era troppo grande per essere definito tale e non riguardava nemmeno lei. Era nata per far giustizia a sua madre. Ed era questo che le importava veramente, il resto non contava. Quel momento durò poco poiché l'allarme che segnava la fine degli allenamenti, la riportò alla realtà. Istintivamente, uscì dalla sua camera dirigendosi a quella di Jackson. Non voleva rivedere quell'espressione meschina sui volti dei suoi coinquilini. Non sarebbe riuscita a sopportarla.
12 ore prima
Da quando avevano portato via Brigitte la sera prima, Jackson non aveva chiuso occhio. Sentiva che avrebbe potuto perderla da un momento all'altro se non fosse intervenuto. Eppure, non sapeva come aiutarla. Non conosceva minimamente il centro d'addestramento, perciò sarebbe stato difficile trovarla. Intanto, steso sul letto, non faceva altro che fissare il soffitto con le mani appoggiate dietro la nuca. Doveva pur trovare un modo per liberarla. Pertanto, si alzò in piena notte e prendendo il suo nuovo cellulare offerto dal Cave, uscì silenziosamente chiudendo il più delicatamente possibile la porta. Percorse il corridoio dove era situata la camera di Brigitte accendendo la torcia del telefono. Una mossa davvero azzardata, visto che richiamò l'attenzione di qualcuno. Una volta giunto alla porta della sua amica infatti, percepì un'ombra alle sue spalle. Tutto d'un tratto, il suo corpo si irrigidì per la tensione e lo stomaco si chiuse provocandogli una sensazione di nausea. Si voltò di scatto, puntando la luce sul viso di colui che lo stava seguendo.
- Non la troverai così facilmente - gli confessò Tobias, con un ghigno sornione e la voce piuttosto bassa. Aveva le mani in tasca e sembrava molto compiaciuto, a differenza di come era solitamente. Soltanto così riusciva ad intimorire la gente, ma non Jackson.
- Cosa hanno intenzione di farle? - gli chiese con fare minaccioso, digrignando i denti.
- Pensi davvero che lo dirò a un moccioso come te? - lo stuzzicò ulteriormente l'uomo. Il ragazzo che era sempre stato gentile con chiunque, non perse un secondo per sferrargli un inatteso pugno sul naso. Tobias si discostò leggermente dal suo aggressore e poi reagì colpendolo dritto dritto nello stomaco e come se non bastasse, gli tirò vari pugni sul viso. Jackson si piegò in due per la fitta di dolore nel ventre e proprio quando stava per rispondere, l'uomo diede il colpo decisivo lasciandolo illeso sul pavimento. In un batter d'occhio, premette il pulsante dell'allarme posto nel corridoio e poi, fuggì, senza che nessuno lo notasse nell'oscurità.
Il mattino dopo, Jackson fece fatica ad alzarsi e a ricordare quello che gli fosse successo la notte precedente. Innanzitutto, si stropicciò gli occhi e poi, si passò una mano tra i capelli ormai folti. Cercò di collegare gli eventi passati come se fossero i pezzi di un puzzle. Sapeva di esser uscito per salvare Brigitte. Per farlo però, aveva acceso la torcia del suo smartphone. Durante il tragitto, qualcuno l'aveva inseguito. Tutte queste piccole informazioni riaffiorarono a poco a poco, e fu allora che si ricordò di Tobias che l'aveva picchiato, di un rumore assordante e poi, di una decina di ragazzi che lo circondavano.
La testa cominciò a pulsare dopo aver cercato di ripescare quei ricordi ancora confusi.
- Tutto a posto? - gli chiese uno dei suoi coinquilini. Doveva chiamarsi Marco se non ricordava male. Come risposta, Jackson si sollevò rimanendo seduto sulla sua brandina con la schiena curva. Si portò la mano alla fronte, come per frenare quei giramenti che lo torturavano da quando si era svegliato.
- Hai preso una bella botta stanotte - ridacchiò l'altro, il cui nome doveva essere Christian, mentre si infilava la tuta del centro d'addestramento.
- Faresti meglio a sbrigarti, abbiamo gli allenamenti tra mezz'ora - disse il terzo, gettandogli una maglia in faccia. Rispetto agli altri due, lui era molto più composto e preciso. Aveva già terminato di prepararsi e con premura riordinava la sua roba. Per un attimo, Jackson lo guardò meglio notando che non fosse italiano. La sua pelle era scura come la terra e i capelli neri come il carbone. Le labbra carnose lasciavano intravedere dei denti bianchissimi mentre gli occhiali da sole nascondevano due occhi profondi e intensi.
Jackson ignorò i commenti dei suoi coinquilini e si alzò dal letto. Gettò un grugnito e dopo essersi stiracchiato per bene, cominciò a prepararsi.
Un nuovo giorno era alle porte.
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Non sei come le altre
Romantik"Non sorridi, non piangi e non mostri i tuoi sentimenti nonostante io riesca a leggerli. Eppure mi piaci, non sei come le altre" Brigitte Smith ha perso sua madre durante l'attentato alle Torri Gemelle del 2001. Da allora, ha passato il resto della...