A volte li chiamiamo sogni , ma non sempre possiamo definirli tali. Quando non riesci a realizzarli, si trasformano in ossessioni. Ti consumano dentro, ti risucchiano, fino a quando non proverai più niente, e il tuo unico obiettivo sarà raggiungere il tuo ''sogno'' dimenticandoti di tutto il resto.
10 settembre 2001, New York
Seduto alla scrivania, il Capo perfezionava gli ultimi dettagli del piano che avrebbe messo in atto il giorno seguente. Chi avrebbe mai potuto immaginare il caos provocato dallo schianto di quattro aerei su due torri? Ovviamente nessuno, tranne la compagnia terroristica più pericolosa al mondo, ancora ignota a tutti, così come anche il nome del suo capo.
E nel frattempo che controllava che tutto fosse a posto, sorseggiava il suo caffè rigorosamente amaro. Eppure ancora con quel sapore in bocca, lo stesso che avrebbe lasciato in quella di tutti, il Capo non riusciva ancora a credere che il suo sogno si stesse per avverare. Dopo anni di preparazione, il suo momento era arrivato. Ma in un secondo quel suo tentativo di revisione saltò all'aria, visto che una donna irruppe improvvisamente nel suo studio. Non era una donna qualsiasi, era Mrs Jane Johnson, colei che tutti scambiavano quasi innocentemente per la sua segretaria, ma che invece nascondeva qualcosa. Lo si poteva leggere nel suo sguardo. Mai nessuna dipendente lo avrebbe mai guardato come faceva lei. Per un momento rimase ferma con la mano poggiata sullo stipite della porta. Anche se era entrata silenziosamente, non fu difficile per il Capo notarla. Come non poteva, con quelle sue sinuose curve che ogni volta lo mandavano in tilt e con quei capelli lucenti neri. Andò verso di lui e il Capo non potè che seguire ogni suo movimento con gli occhi, come un cane pronto a ricevere del cibo. Gli dedicò un sorriso malizioso e, per completare l'opera, si sedette nel suo grembo. Il Capo provò a fare l'indifferente, ma non riuscì a frenare l'istinto. Le cinse i fianchi avvicinandola di più a sè, e solo Dio poteva sapere cosa stesse succedendo in quel momento. Come se non fosse abbastanza, accovacciò le sue lunghe gambe, facendo alzare, forse per sbaglio, la sua gonna striminzita. Lui non esitò ad accarezzare tutta quella carne nuda che aveva a disposizione, quasi come se fosse la preda di un leone. Tuttavia con astuzia, la segretaria riuscì a spostare la sua attenzione su un foglio che aveva tra le mani e che per ovvi motivi l'uomo non aveva notato. In un solo secondo gli occhi intontiti del Capo ritornarono seri. Questo era l'effetto che gli provocava Jane. Era l'unica che poteva domarlo.
- Allora, i quattro aerei dovranno schiantarsi tra le 8:45 e le 10:00 di domattina. Il volo della AA sarà il primo a colpire New York, schiantandosi contro la Torre Nord del World Trade Center intorno alle 8:45. Pochi minuti più tardi ne partirà un secondo che si schianterà sulla Torre Sud. Verso le 9:37 il terzo volo con destinazione Los Angeles colpirà il Pentagono e infine mezz'ora dopo, il quarto aereo verrà dirottato su Washington per poi attaccare la sede del Congresso - riferì lui la donna. E quelle parole pronunciate da lei risuonavano così gloriose nella testa del Capo, che ormai non aspettava altro che quel giorno.
11 settembre 2001, World Trade CenterCome ogni giorno, anche quel martedì di settembre la signora Kelly Masel si recò presso il suo centro commerciale, nonchè il più famoso rappresentante delle Torri Gemelle. Solitamente, si muoveva un'ora prima per sistemare il negozio.
Mrs Masel era una donna molto determinata che, con amore e dedizione, era riuscita a realizzare il suo sogno: fondare l'emblema delle Twin Towers e diventare una delle donne più invidiate di New York. Nonostante questo fosse il sogno di migliaia di altre donne, solo lei fu in grado di farlo avverare. Perchè il potere lo merita solo chi riesce a conservare un animo umile. E anche se era più ricca, Kelly era rimasta sempre la stessa. Era la migliore mamma, amica, vicina che si potesse desiderare. La chiamavano angelo per via dei suoi occhi azzurri, ma in realtà lo era per davvero. Non si faceva mai problemi ad aiutare gli altri, anche quando lei stessa era in diffoltà. Però dopo tanti anni di lavoro, non aveva perso la professionalità. Era comunque la prima ad arrivare e infatti, anche quella mattina, si ritrovò da sola in negozio mentre sistemava la cassa. Eppure ad un certo punto, guardò l'orologio e quell'orario le richiamò l'attanzione. Si erano fatte già le 8:40. A partire da allora, quei cinque minuti, gli ultimi cinque minuti, iniziarono a scorrere lenti e indolenti all'insaputa di Kelly. A minuti lo schianto allo World Trade Center avrebbe segnato la sorte di una donna sposata, con una figlia di poco più di un anno e un marito che l'aspettavano arrivare al tramonto dopo una lunga giornata di lavoro. O almeno questo sarebbe successo se solo quei dannati aerei non avessero distrutto le due torri e insieme a loro, i cuori di migliaia di famiglie.
Mrs Kelly improvvisamente sentì tremare le pareti del suo magnifico regno e poi vide le fiamme divampare. Il terrore pervase ogni arto del suo corpo e persino gli angoli più remoti ormai rimasti impassibili. E poi insieme al terrore, il panico si fece sempre più presente fino a sentire la sensazione della morte sulla pelle. E fu allora, che Mrs Masel chiuse gli occhi e le vennero a mente tutte le immagini della sua famiglia felice, di quella che lei credeva di un mulino bianco e che le diede coraggio a farla reagire. Cercò di prendere le scale come tutti, ormai super affollate. Era evidente che la morte fosse vicina. Ma ognuno cercava di fuggire, di non accettarla, perché quando nasci non pensi che morirai, e quando invece stai per morire non sei pronto per quel passo. Mrs Kelly si guardò attorno e assistette allo scenario più estenuante della sua vita e, fortunatamente, anche l'ultimo. C'era una madre che teneva tra le braccia il suo bambino, doveva avere quasi l'età di sua figlia. Gli sussurrava che presto qualcuno li avrebbe salvati, che tutto quel caos sarebbe finito prima di quanto previsto, e che quel brutto ''sogno'' sarebbe stato poi dimenticato. Tutti si rifugiavano nella speranza, perchè quando si è genitori, quando si ha qualcuno che ti aspetta, la tua missione non è più salvarti la vita ma salvarla a loro. Vivere perchè non sei più solo tu. Vivere perchè c'è qualcuno che ti ama. Ma evidentemente non era un concetto condiviso da tutti. Nel frattempo, le fiamme divamparono sempre più, fino a ritrovarsi nell'Inferno vero e proprio. Tutti in preda all'agitazione, cercavano di scendere le scale, ormai bloccate. C'era chi piangeva, e chi rassegnato pregava per un posto migliore, magari tra le braccia di Cristo. Una giovane coppia, approfittò degli ultimi attimi della loro vita, per scambiarsi un passionale bacio, colmo di paura e allo stesso tempo di tristezza. E, poco a poco, mentre le grida si acquietavano, e le vite si spegnevano, si faceva sempre più forte lo scoppiettio del fuoco, che ormai impadronitosi dell'edificio, si sarebbe reincarnato in una giovane ragazzina intenta a rivendicare il passato.
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Non sei come le altre
Roman d'amour"Non sorridi, non piangi e non mostri i tuoi sentimenti nonostante io riesca a leggerli. Eppure mi piaci, non sei come le altre" Brigitte Smith ha perso sua madre durante l'attentato alle Torri Gemelle del 2001. Da allora, ha passato il resto della...