Capitolo 21

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"Chi ha un potere così grande nelle sue mani non è in grado di gestirlo fino a quando  scoppia, tutti lo notano e nessuno è capace di fermarlo. "

Non poteva più rimandare. Tobias doveva assolutamente parlare con i coinquilini di Brigitte. Più scattante di prima, si diresse verso l'altra parte del Cave. Si guardava attorno sperando che nessuno lo vedesse. Ogniqualvolta che lo vedevano in giro, non si facevano problemi a fermarlo.  Ma ora non poteva perdere altro tempo. Sentì di nuovo l'ansia montargli dentro e le nocche delle sue mani , divenute rosse per aver picchiato Jackson, continuavano a pulsare. Nonostante ciò, non avrebbe rinunciato a farlo di nuovo, soprattutto se si trattava di due pidocchiosi come Carlo e Luigi. Continuò a camminare e ormai era quasi arrivato. Non esitò nemmeno un secondo quando si ritrovò di fronte a quella camera e senza pensarci, spalancò la porta.  Aveva avuto fortuna perché uno di loro  era lì, proprio dinanzi a lui.

-Quale onore averti qui -  si prese gioco di lui Carlo, il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri. Era sempre così burlone con tutti. Ma  Tobias non rispose alle sue provocazioni. Se ne stava lì fermo con le mani in tasca. Gli bastò un'occhiata per stenderlo, iniettando i suoi occhi tenebrosi in quelli del suo assistente. Nel frattempo l'altro coinquilino uscì dal bagno, e si sorprese nel vedere il suo istruttore piantato proprio di fronte a lui.                                                                                           Tobias emanò un sospiro scocciante, e poi si decise a parlare. Non avrebbe speso molte parole. Sapeva quanto fossero inutili con  dei tipi loschi come loro.                                                      

- Andrò  dritto al sodo. Dovete lasciare questa camera - ordinò Tobias  schietto e marcando soprattutto le ultime parole.  Avrebbe fatto paura a tutti con quel tono, ma loro lo conoscevano fin troppo bene per spaventarsi.                                                                                                                          

- Se no che succede? - gli chiese sfacciatamente Luigi,  avvicinandosi sempre di più a lui  con quel suo modo di fare arrogante. Tobias odiava la loro resistenza. Erano soltanto degli stupidi ragazzini che si stavano ribellando all'autorità e non potevano uscirne illesi. Lui era il loro allenatore, loro dovevano soltanto obbedire.                       

- Succede che racconterò  al Capo il vostro tentativo di fuga - rivelò  soddisfatto Tobias, godendo nel vedere come entrambi avessero distolto lo sguardo. Li aveva colti in flagrante, non potevano negarlo.                                                                                                                 

- Non ci crederà. Non hai alcuna prova! - lo  attaccò  Carlo, provando a difendersi nonostante sapesse che si stava sbagliando di grosso.                                                                                   

- Quel giorno c'ero io nella sala di videosorveglianza. Si vedeva  chiaramente che stavate scappando. Peccato che tutto sia andato storto, poveri illusi - E con quest'ultima frase, tirò fuori  una videocassetta che li avrebbe incriminati se non avessero fatto esattamente ciò  che aveva chiesto loro di fare. I due guardarono quella prova con occhi strabuzzati. Rimasero immobili dalla paura come se le sue parole li avessero congelati. Ora non avevano più scampo, dovevano cedere ad ogni costo.                                                                                                                                                                                   

- Sapete quanto siano rigide le regole del Cave. Quindi non lo ripeterò un'altra volta: lasciate la camera e fate quel che vi dico - questa volta lo disse con un tono così minaccioso  che sembrava stesse ringhiando. Intanto si avvicinò ad entrambi, rimanendo faccia a faccia con loro. I due coinquilini non si arresero alle sue parole e né tantomeno al suo sguardo. Infatti fu proprio quando Brigitte aprì la porta, che Carlo si fiondò su di lei, come se sapesse che sarebbe entrata da un momento all'altro. Le circondò il collo stringendola con un braccio   e tirò   fuori immediatamente  un coltello abbastanza affilato.                                                                                                               

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