Capitolo 31

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"A far rumore erano solo i loro pensieri e se avessero avuto il potere di fermare il tempo, quel momento lo avrebbero reso eterno."

Non erano proprio convinti di dove poter andare. Il Cave era immenso ma nessun posto era abbastanza sicuro per restare da soli. Pertanto, avevano deciso di trascorrere quel poco tempo rimasto in camera di Brigitte. Ora sì che sembravano due fidanzati smielati, come quelli che si vedono nei film, che sfoggiano le loro mani intrecciate e i loro ebeti sorrisi. Forse l'amore è davvero un trofeo per cui andarne fieri. Eppure temevano che qualcuno potesse accorgersi di loro e separarli come avevano sempre fatto. Tuttavia provarono a dimenticarsi della paura e a godersi finalmente il momento. Si chiusero la porta alle spalle una volta arrivati, e subito Jackson la spinse contro di essa. Le circondò il viso con le sue mani ruvide, che a contatto con la sua pelle divennero di raso. Le accarezzò le guance con i pollici come se stesse asciugando delle lacrime che in realtà, non c'erano. E poi sprofondò in un bacio saturo di energia, sicuramente meno delicato di tutti quelli che si erano dati in precedenza. Brigitte ricambiò quell'intensità, premendo un po' di più sulle sue labbra e cingendogli il collo con entrambe le mani. Un formicolio simile ad una scarica elettrica le pervase il corpo, come se si stesse accendendo qualcosa, qualcosa di incontrollabile. Jackson continuò a baciarla e non più sulle labbra, ma trasmigrando dalle guance al collo, e poi sulla spalla sinistra come se tante piccole formiche stessero marciando su di lei. Era tornato ad essere delicato, con quelle sue labbra così morbide da essere morfina per il suo corpo. Brigitte si morse il labbro inferiore e senza volerlo, si lasciò sfuggire un fremito. Jackson accennò un sorriso di gratificazione, e poi posò di nuovo le labbra sulle sue. Era come se non riuscissero a staccarsi, l'uno l'ossigeno dell'altro. E ne volevano di più, di più, come se non fosse abbastanza. Jackson cominciò a sfilare i bottoni del suo gilet, il primo, il secondo, senza fretta. Poi il terzo, il quarto, non riusciva più a trattenersi. Brigitte sentì mancarle l'aria ormai consumata dalla fiamma che bruciava in lei. Si staccarono, e lei fece lo stesso con lui. Sarebbe stato più facile visto che indossava una semplice maglietta. Si avvicinò di nuovo a Jackson, che la guardò negli occhi per rassicurarla. Improvvisamente si sentì così strana, impacciata. Allora le prese le mani, e le guidò piano verso i suoi fianchi. Si fece coraggio, e cominciò a levargli lentamente la maglia. Le sue mani dovevano essersi sciolte peggio di un gelato al sole, visto che se le sentiva madide di sudore e tremolanti, come foglie al vento. Era assurdo quanto avesse paura. Ma poi, paura di cosa? Forse di vederlo così dannatamente bello, perfetto. Da così vicino, i pettorali, i bicipiti erano impeccabilmente delineati anche se stava rilassato. Lo guardò imbambolata come se si sentisse attratta da lui, ma allo stesso tempo fosse una minaccia per lei. Aveva voglia di toccarlo, percepire come risuonava la sua pelle sotto il suo tocco. Intanto il cuore le batteva forte, e non riusciva a calmarlo. Adagiò il palmo della sua mano sul suo petto, e la lasciò scorrere gradualmente fino all'ombelico. Ogni parte di lui era così calda, come se il sangue ribollisse sotto quel leggero strato di pelle. Immerse gli occhi in nei suoi, adesso accesi dall'amore. Istintivamente Brigitte si ritrasse, come se avesse preso la scossa. Evitò di guardarlo di nuovo e fissò un punto sul pavimento. Si chiuse in se stessa con un lieve abbraccio e stringendosi nervosamente i gomiti. - Scusami - accennò debolmente, scuotendo appena la testa. Anche se fare l'amore è una cosa spontanea per cui vale la pena lasciarsi trasportare, la sua infanzia le ritornava in mente ricordandole di reprimere i suoi sentimenti. Non amare, non ridere, non piangere, essere sempre pronti al pericolo. Era questo che aveva imparato sin da piccola, ed era difficile toglierselo dalla testa. Jackson la guardò pensieroso e poi stupito. Si avvicinò, scostandole delicatamente le braccia e avvolgendole attorno al suo bacino. Brigitte poggiò la sua guancia sul suo petto nudo, e quel calore divenne suo. Si sentiva al sicuro, ma allo stesso tempo a disagio. Jackson le accarezzò velatamente il viso, e poi fece scivolare le dita tra i suoi capelli neri. Si dice che a volte le parole siano inutili, e in questo caso era così. Nessuna parola avrebbe potuto confortarla più di un abbraccio, durato quasi un'eternità. - Scusami davvero, non so cosa mi sia preso - continuò a dire Brigitte, staccandosi e questa volta incrociando il suo sguardo. Era evidente che lo sapeva, ma si vergognava di dirlo. - Ehi, basta scusarsi - la tranquillizzò il ragazzo, tirandole scherzosamente un pizzicotto sulla guancia. Era così tenera e ingenua. L'imbarazzo l'aveva trasformata in una bambina. Brigitte sorrise e gli diede un bacio a stampo come per ringraziarlo. 

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