Capitolo 1

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''Sapeva che per contrastare il dolore, e chiudere i conti con il passato una volta per tutte, era necessario affrontarlo. ''

11 settembre 2019, Palermo

11 settembre 2019, Palermo

- Lo sai. Prima corsa veloce,  poi salti sulla corda, flessioni e infine combattimento - le ordinò suo padre con quel suo sguardo severo che non mostrava mai cenni di empatia. Brigitte annuì, e cominciò a eseguire il circuito che le dettava suo padre. Era come una macchina: correva e saltava rapidamente senza tregua, ripetendo il tutto per tre volte. Qualunque persona si sarebbe stancata già dopo un paio di minuti, ma questo non era il caso di Brigitte. Era talmente abituata che non provava il più minimo sforzo. Anzi, lo sport era la sua unica valvola di sfogo. Quella che riusciva a farla sentire viva ogni volta, come se non fosse morta dentro. Perchè era così che sentiva. Chiunque la guardava anche solo negli occhi, poteva notare quel diavolo che c'era in lei, quella  rabbia che fluiva in corpo e soprattutto quel fuoco iniettato al posto del sangue. Erano passati ormai diciotto anni da quando sua madre era morta e solo il dolore era riuscito a riempire il vuoto che provava ogni giorno. Lo sconforto ormai si era ormai impossessato di lei. Non c'era parte del suo corpo che non urlasse di essere liberata dalla prigionia del dolore. Lui era il carnefice che aveva divorato tutte le sue emozioni: la felicità, l'allegria, l'angoscia, la malinconia non avevano più posto nel suo cuore. Un cuore ormai bruciato, divenuto poco a poco un deserto dove l'acqua è solo un miraggio, oppure solo una meta lontana.  Brigitte non era mai giunta all'oasi di quel deserto, non aveva mai potuto godere della sua acqua limpida e fresca.  Eppure  trovarla non doveva essere poi così impossibile.
-Ora vediamo cosa sai fare - la provocò suo padre, sapendo quanto odiasse essere sfidata. Tuttavia ogni volta era questo il suo intento: incitarla a fare meglio, a non mollare. Perchè lei non era come le altre. Nessuno avrebbe dovuto guardare sua figlia come se fosse un bocconcino da assaggiare. E lui era sempre lì a ricordarglielo, a renderla consapevole del potere e della forza che aveva.  Brigitte lo fissò per un momento, come se potesse annientarlo solamente con quegli occhi azzurri entrati in fiamme. Subito dopo si posizionò,  parandosi la faccia con le mani chiuse  in due pugni proprio come suo padre le aveva insegnato. Con quelle guance rosso fuoco e il cuore che batteva a mille, non aspettava altro di essere attaccata. Perchè non le importava chi avesse davanti, che fosse suo padre o un estraneo doveva difendersi ugualmente.E quando lui la colpì, non esitò a reagire: prima un calcio circolare , poi una serie di pugni e infine come tocco finale una ginocchiata nello stomaco. Malgrado fosse ormai steso a terra, la giovane continuò ad assillarlo di pugni. Ogni colpo che sferrava era come se le permettesse di affievolire il dolore, impedendo all'angoscia di prendere il sopravvento. Ma quel giorno sembrava non essere abbastanza. Il dolore era più forte di  tutte le altre volte, e non era capace di contenerlo. Lo sentiva addirittura nelle mani, nei piedi e nel  respiro che si faceva più veloce mentre il battito frenetico.
-Fermati- Una sola parola, fredda, distaccata come una foglia ingiallita che cade in autunno. Al duro rimprovero del padre, quasi ritornò in sé. Si fermò per un attimo, ansimando. Si toccò il petto, e aveva il cuore in gola. Non riusciva a gestirlo, pensava che le  sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
In realtà, quel giorno non era uno qualunque. L'anniversario della morte di sua madre la rendeva sempre così vulnerabile. E questo non poteva evitarlo. Scappò da suo padre e ritornò in casa, buttandosi  a peso morto sul letto. Non ne poteva più di non poter rivelare i suoi sentimenti. Ma anche volendo non ci riusciva. Quel vaso di Pandora l'aveva talmente  sigillato da bambina che ora le risultava difficile  da aprire. Questo perchè suo padre, cioè William Smith, era stato un soldato che in passato aveva partecipato a varie guerre in Afghanistan e le aveva insegnato  come le emozioni e i sentimenti fossero futili. Una ragazza come lei non poteva piangere. Non poteva rivelare il suo dolore. Non poteva mostrarsi vulnerabile, perchè così avrebbe mostrato il suo tallone d'Achille. E, soprattutto, non poteva condividere la sua storia con nessuno. Nessuno doveva sapere che aveva vissuto senza l'amore di una madre. Nessuno doveva sapere che era morta durante l'attentato a New York, perché avrebbe suscitato nella gente ciò che odiava di più: la pena, la compassione. Aveva deciso di conservare nel vaso di Pandora tutte le sue emozioni, e tutto ciò che poteva essere sinonimo di umanità. Solo l'indifferenza e la freddezza erano ammesse in lei, e nient'altro. Padre e figlia avevano perso il tatto con l'amore, e ormai non ne  sapevano più riconoscere il sapore. Quella era solo una parola come tutte le altre,  ma per loro non aveva più un significato.
Dopo diversi sospiri, prese la fotografia accanto al suo letto. Sua madre la teneva tra le braccia quando ancora era un batuffolo. Erano identiche. Gli occhi erano azzurri come i suoi, i capelli neri le ricadevano sulle spalle contornando  il suo viso così dolce. Erano davvero due gocce d'acqua. Due gocce d'acqua separate però da un destino crudele, che Brigitte non riusciva a perdonare. Dopo aver guardato quella foto per qualche minuto, se la portò al petto abbracciandola e chiudendo gli occhi , come se quella foto potesse sostituire la presenza di sua madre. 
Cercò di immaginarsi una vita diversa, felice con lei accanto, ma purtroppo gli avvenimenti passati le scorrevano in mente e in breve tempo, ripercorse tutta la sua vita fino a quel momento. Dopo l'attentato alle Torri gemelle, lei e suo padre lasciarono la loro patria, trasferendosi in Italia, precisamente a Palermo. In quanto al trasferimento, Brigitte non ne conosceva il motivo preciso. Ma in realtà non le interessava più di tanto. In alcuni momenti, senza sua madre si sentiva  una nullità. Al solo pensiero la rabbia le ribolliba nel sangue, e allora si alzò  tirando un pugno al muro, come se  volesse distruggerlo. Poi ricadde su se stessa, e una piccola lacrima le rigò il viso. L'asciugò subito, per rimuovere le prove del delitto. Le nocche delle sue mani divennero rosse per via del colpo, il cui fragore sembrava rimbombarle ancora nelle orecchie. Ma poi suo padre entrò silenziosamente in camera, e a vederlo, Brigitte  sussultò, non volendo  mostrargli le sue debolezze. Si levò e continuò a tirargli pugni, come se quel giorno non ne gliene avesse dati abbastanza. Egli rimase impassibile e composto ad ogni colpo. E poi, inaspettatamente, forse per la prima volta, l'abbracciò. Un abbraccio in realtà robotico, che durò per qualche secondo. Improvvisamente quel dolore che provava si disciolse in stupore. Si meravigliò di quella piccola, minima prova di amore che non si sarebbe mai aspettata.
In seguito a quell'abbraccio, suo padre si staccò bruscamente. Si guardò attorno imbarazzato per aver compiuto quel gesto. Anche lui era sorpreso per ciò che aveva fatto. E fu in quel momento di confusione che si decise a parlare.
- So che non è difficile accettare tutto questo e che non è facile vivere senza una madre. So che non sono bravo con le parole. Ma volevo dirti di essere forte, anche se lo sei già. Ricorda, le ragazze forti non piangono. Prosegui con la tua vita, senza perderti d'animo. Svolta pagina una volta per tutte. So che quel vuoto non verrà  rimpiazzato da nessun altro. Ma devi andare avanti.  Guardare sempre al passato  finirà per intrappolarti dentro. Quando ero in Afghanistan, l'unico scopo era quello di sopravvivere. Ed è per questo che  coglievo ogni momento della mia vita, quel famoso ''carpe diem'' di cui tutti parlano senza sapere davvero cosa voglia dire. Cerca di farti degli amici, trova qualcosa per passare il tempo, studia. So di non essere il perfetto esempio di padre che ti riempie di amore e di affetto.
Ma non è mai troppo tardi per ricominciare. Se vuoi, possiamo farlo insieme. Brigitte non poteva credere alle parole del padre. Quell'uomo dalla corazza dura che aveva procurato anche a lei, era pronto a cambiare vita, ad abbattere poco a poco quegli scudi  di cui  si erano armati.
Brigitte rimase senza parole, era sbalordita.  Allora si  gettò tra le  sue braccia, come a voler dire di ricominciare, anche se era consapevole che non sarebbe accaduto con uno schiocco di dita. Quel vaso di Pandora era stato serrato troppo bene per poi essere riaperto così all'improvviso. Dopo il secondo abbraccio di quella sera, suo padre lasciò la camera rivolgendole un sorriso forzato, il sorriso di un uomo che stava cercando di cambiare, di mutare quella pelle che era stata per anni la medesima. Anche Brigitte fece lo stesso, e per la prima volta sentì un briciolo di speranza. Le parole del padre l'avevano fatta rinascere, sentire più forte, proprio come il significato del suo nome. Aveva ricevuto la carica giusta per ricominciare non solo una nuova vita, ma anche il suo ultimo anno di liceo.  Finalmente sapeva cosa voleva dalla  vita. Sapeva che per contrastare il dolore, e chiudere i conti  con il passato  una  volta per tutte, era necessario affrontarlo. Più precisamente, affrontare quei terroristi che avevano ucciso sua madre.

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