Capitolo 11

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"La verità non è sempre bella da ascoltare: quando ti penetra dentro, ti scalfisce poco a poco e tu non puoi farci niente per ovviarla."

Non appena si svegliò, Brigitte trovò gli occhi di Jackson specchiati nei suoi. Vederlo lì, accanto a lei, che la guardava con quello sguardo così intenso e deciso, le trasmetteva sicurezza. Non era sola come pensava e il peggio era fortunatamente passato.
Lentamente sollevò il busto, stanca di stare stesa da ormai troppo tempo. La testa però, riprese a pulsare. Istintivamente, le sue labbra si curvarono in una smorfia di dolore che subito scacciò con un flebile sorriso. Per un momento, si era dimenticata del giovane che la stava osservando, perciò gli sorrise quando si ritrovò a qualche centimetro distante dal suo viso. Non voleva che lui si preoccupasse del suo dolore. Era una cosa che doveva affrontare da sola.
Intanto, lui continuava a scrutarla senza dire nulla. Rimase quasi ipnotizzato dai suoi occhi magnetici seppur spossati, e dal suo sorriso così delicato.
Le prese prudentemente la mano rannicchiata, e cominciò ad aprirgliela come se fosse un fiore, stendendo pian piano le dita piegate. Spostò lo sguardo dai suoi occhi al palmo della mano. Lo accarezzò gradualmente, ripercorrendo più volte le ammaccature che intralciavano la sua pelle liscia.
La ragazza rimase impassibile al suo tocco, così leggero che le solleticava la mano. Poi, si sentì accendere in tutto il corpo e il cuore battere a mille. Non per la paura, e nemmeno per il dolore. Jackson immerse nuovamente i suoi occhi in quelli di Brigitte. Fecero l'amore soltanto osservandosi. Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, la loro era pura, senza segreti, vittima di un sistema malato. La ragazza colse il momento, cercando di eliminare quella poca distanza che li separava. Anche lui fece lo stesso, avvicinandosi sempre più a lei. Erano due cuori sintonizzati sulla stessa frequenza, che si cercavano disperatamente, desiderosi ognuno della bocca dell'altro. E fu proprio quando stavano per unirsi in quel candido bacio, che Rose uscì dal bagno interrompendo il fatidico momento.
Immediatamente, i due giovani si allontanarono imbarazzati e distolsero i loro sguardi, puntandoli altrove. Brigitte si sentì profondamente a disagio: le sue guance erano praticamente diventate rosse come il fuoco, e il calore sembrò invaderle l'intero corpo. L'aria si faceva sempre più pesante in quella camera. Avrebbe voluto scomparire e dissolversi, ma l'unica cosa che fece, fu contestare alla domanda della sua amica:
-Ti sei svegliata! Come ti senti? - le chiese stupita Rose. Sul suo viso si formò un' espressione di meraviglia: i suoi occhi premurosi brillavano di gioia al vederla sveglia.
- Mi sento meglio - le rispose semplicemente Brigitte. Avrebbe voluto dirle che la testa le scoppiava e che sentiva il corpo distrutto in mille pezzi, ma decise di trascurare quei dettagli rispondendole che stava bene. Odiava stare al centro dell'attenzione, eppure da quando era lì, era l'unica cosa che faceva. Jackson si limitò a levarsi bruscamente e a lasciare la camera, non appena udì la sua risposta. Con un'espressione chiaramente dispiaciuta sul viso, se ne andò sbattendo la porta. Le due giovani si guardarono con aria confusa, senza capire bene cosa gli fosse successo. Brigitte non perse un attimo, e impulsivamente si alzò anche lei, mettendo da parte il dolore e abbandonando la stanza. Rose non fece in tempo a fermarla, perché lei se ne era già andata.


Quel momento gli sembrò così genuino, così puro. Tuttavia, non sapeva ancora se fosse amore o soltanto compassione. Entrambi avevano sentito il bisogno di condividere il loro dolore con un bacio, che non c'era più stato. Jackson decise di lasciare quel posto, ormai sopraffatto dai sensi di colpa. Gli era ben chiaro che Brigitte stesse mentendo. Aveva notato quella riprovevole smorfia non appena sveglia, e soprattutto potè leggere nei suoi occhi quello stato di malessere che cercava di celare con un sorriso.
Non riusciva a sopportarlo: si sentì artefice di quel dolore, quasi come se fosse stato lui a provocarlo. Forse doveva allontanarsi da lei, per non farle più del male. Pertanto, lasciarla lì con la sua nuova coinquilina sarebbe stata la scelta migliore.
Jackson si diresse a passo svelto verso la sua camera, proseguendo il corridoio in cui si trovava la stanza di Brigitte. Non fece in tempo ad arrivarci, che sentì qualcuno alle sue spalle. Si voltò improvvisamente, e vide la giovane giacere proprio lì dinanzi a lui, con un pesante fiatone, mentre si passava nervosamente una mano tra i capelli. Il ragazzo rimase sorpreso: non si sarebbe mai aspettato che lo rincorresse, ma stranamente era lì insieme a lui.
Ancora una volta, nessuno dei due fiatò, restando in silenzio. Jackson sperò che fosse Brigitte a parlare, facendogli quella domanda tanto attesa. Tuttavia, non proferì parola. Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma venne travolta dall'emozione.
- Non avresti dovuto seguirmi - dichiarò il ragazzo, iniziando lui la conversazione.
-E allora perché te ne sei andato? - gli chiese con voce tremante.
-Non ne potevo più - le confessò Jackson. Brigitte fece un passo in avanti, avvicinandosi sempre più a lui, interessata ad ascoltarlo.
-Di cosa? - gli domandò stupita, non comprendendo l'origine del suo fratello atteggiamento.
-Di vederti soffrire. Di sentirti dire che va tutto bene, e invece non va bene per niente. Di sentirti dire che stai bene, e invece non stai bene affatto - continuò Jackson tutto d'un fiato, questa volta, senza guardarla negli occhi ma posando lo sguardo su un angolo del corridoio.
Brigitte si sentì pugnalare all'udire quelle parole. Avrebbe dovuto capirlo sin da subito che a lui non poteva mentire, e soprattutto nascondere i suoi sentimenti. Eppure, si augurava che Jackson non capisse mai che stava nascendo per lui qualcosa di più forte del dolore che provava.
La giovane non rispose, rimanendo a corto di parole. Sapeva che quella era la cruda realtà, per cui non si oppose. Anche lei distolse lo sguardo, che fino a un momento prima era rivolto verso di lui, e si morse istintivamente il labbro sentendo vivo il sangue della sua ferita. Si sentì così sguarnita, che decise di fuggire anche lei. La verità non è sempre bella da ascoltare: quando ti penetra dentro, ti scalfisce poco a poco e tu non puoi farci niente per ovviarla. Eppure, Brigitte non avrebbe permesso a quella stupida verità di intralciare il suo animo. Avrebbe fatto tutto per non assorbirla, e farla scivolare liscia come l'acqua, senza che la ferisse. Il dolore che provava era troppo grande per sopportare anche quella.
Tuttavia, Jackson non se la fece scappare. Pertanto, l'afferrò da un braccio, e guardandola negli occhi continuò a illustrarle la verità, alzando un po' di più la voce:
- Non ti rendi conto di quanto mi faccia male vederti così. I tuoi occhi sono così lividi e rotti dal pianto, le labbra sfregiate dal sangue e i capelli così ribelli, che ora chiedono pace. E non posso che dare la colpa a me per tutto questo - mentre le parlava, le accarezzava la guancia, dalla quale scese una piccola e calda lacrima che potè sentire propria. Calcò con la voce le ultime fatidiche parole che Brigitte non si sarebbe mai aspettata. Perché avrebbe dovuto condannarsi per qualcosa che avevano deciso insieme? Non era di certo colpa sua se si trovava in quelle condizioni: il male fisico non era nulla in confronto al dolore che proveniva dalla periferia del suo cuore.

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