Capitolo 26

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"L'inconscio è un abisso talmente profondo che nemmeno la luce è in grado di illuminare il fondo. E dove la luce non può arrivare, arriva la ragione. "

In molti casi un secondo in più o uno in meno, non fa la differenza. Il tempo corre e tu non lo insegui. Semplicemente lo guardi mentre ti passa davanti e non fai niente per raggiungerlo. Non poteva dire lo stesso Brigitte visto che non solo gli andava dietro, ma addirittura cercava di superarlo, di essere più rapida del tempo. Nessuno sa quanto due minuti possano cambiare la vita di una persona, segnando profondamente il suo destino. E forse non lo sapeva nemmeno lei, troppo impegnata nella lotta contro il tempo. Quando ti proponi certe sfide non pensi ma agisci, non senti nulla tranne il battito del cuore che ti esplode nel petto. Mancava sempre meno e mentre i secondi passavano, loro erano sempre più vicine alla meta. Anche Rose si fece trasportare dall'entusiasmo di Brigitte e pian piano si stava recuperando. Quando ti trovi in mezzo ad un uragano di energia è difficile non venire travolti. Continuarono a correre, e si fermarono non appena si trovarono dinanzi al famoso bagliore luminoso. Ce l'avevano fatta. Brigitte e Rose si scambiarono una fugace occhiata dettata da due sorrisi meravigliati. Non riuscivano a credere a ciò che stavano vedendo. Non era uno di quei soliti raggi di sole, anzi aveva qualcosa di diverso. Per un momento si chiesero se tutto quello stupore fosse dovuto al fatto che non fossero più abituate a vedere lo splendore a causa dell'oscurità del Cave. Si avvicinarono, godendo di quella luce bianchissima che poco a poco s'infrangeva tra i colossi frondosi che le stavano attorno. Si scomponeva in fasci più sottili, e le sue particelle rifulgenti si posavano sulla loro pelle come fiocchi di neve. Riuscivano a conferir loro calore, ma al tatto erano così leggere da non essere affatto invasive. Era una sensazione strana, ma inappagabile. Eppure, dovettero presto dire addio a quella luce che, un attimo dopo, era già andata via come se si fossero appena svegliate da un sogno. I loro volti tornarono ad essere turbati, ignari di ciò che stava per succedere. Per un istante pensarono che tutti quegli sforzi fossero stati invani , inutili, dato che non era ancora accaduto nulla. Ma la pazienza è un'arma costruita per tutti coloro che non sanno aspettare. E se molti il tempo lo lasciano andar via o lottano per averlo indietro, altri lo coltivano nutrendosi voracemente della disperazione altrui. Il Capo si compiacque mentre la preoccupazione cresceva sui loro visi e vedeva ogni loro speranza svanire fino ad annichilirsi. Tutti lo avrebbero considerato un sadico maniaco, ma questa era l'unica via che gli avrebbe permesso di conquistare il mondo. Godere del dolore altrui ti rende invincibile, o almeno era quello che pensava il Capo. Dopo aver ottenuto quello che voleva, apparve improvvisamente una cassa in corrispondenza del fascio di luce che c'era fino a poco prima. Brigitte e Rose indietreggiarono istintivamente pensando si trattasse di un'ulteriore dispositivo esplosivo. I loro cuori sintonizzati si bloccarono per un secondo e ripresero a battere quando sentirono una voce provenire da quella scatola. Era la stessa che proveniva dal fucile di Brigitte. Rabbrividì solamente a sentirla.

 - Non vi preoccupate potete avvicinarvi - disse la voce che, continuando ad essere camuffata, inquietava decisamente - É tutto finito. Siete voi le vincitrici - concluse frettolosamente il Capo, e Brigitte avvertì quasi un sapore amaro in bocca. C'era dell'altro, anzi doveva essercelo sicuramente.

 - Vi faccio i miei complimenti. Questo vuol dire anche che diventerete le nuove assistenti del Cave - riprese a dire, e Brigitte avrebbe voluto spaccargli la faccia. Odiava quella voce - Ma come di rituale, è necessario che giuriate fedeltà al Capo. D'ora in poi dovrete ubbidire direttamente ai miei ordini perciò è fondamentale che non ci siano segreti tra noi - Brigitte sbiancò e sgranò gli occhi allo stesso tempo, lasciandosi scappare un gemito ribelle che avrebbe voluto soffocare. Si morse l'interno guancia per non urlare, e lo fece talmente forte da sentire quasi il sapore del sangue in bocca. Rivelare i propri segreti significava condannarsi a morte anche se, il Capo non avrebbe mai saputo se avesse detto o no la verità. Era un lusso che non poteva permettersi. 

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