Capitolo 4

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''Non sorridi, non piangi e non mostri i tuoi sentimenti nonostante io riesca a leggerli. Eppure mi piaci, non sei come le altre''

Brigitte e Jackson continuarono a correre per un bel pezzo, e si fermarono soltanto quando seppero di essere ormai al sicuro. Erano giunti ad una zona periferica della città. Più precisamente, in un parchetto ormai abbandonato da anni. Nel silenzio della notte a far rumore erano solamente i battiti accelerati di due cuori, e i respiri affannati di due giovani. Entrambi erano a dir poco sconvolti, e per alcuni minuti non proferirono parola. Brigitte ne approfittò per sedersi alla punta di uno scivolo ormai malandato, consumato dal tempo ed eroso dalla ruggine. Si portò le ginocchia al petto, come se fossero una protezione per lei. Con occhi lucidi, guardava un punto fisso del parco avvolto dalla luce fioca di un lampione. Da essere forte si rivelò fragile, vulnerabile. Per questo odiava la notte. La intimoriva. Aveva paura di ciò che poteva celarsi nel buio e allo stesso tempo sapeva cosa riusciva a far riemergere. Infatti, la notte è quel momento della giornata in cui ritornano tutte le ansie e i timori che avevi cercato di buttare giù non pensandoci. In particolar modo, diventi così piccola e sensibile, che anche i tuoi pensieri stessi ti fanno paura e non puoi scacciarli, perché non puoi fuggire da te stessa. Perciò, non ti spetta che ascoltarli e anche se non vuoi ammetterlo, ti dicono la verità.


Ormai notte fonda, Brigitte non poteva scappare da se stessa e soprattutto dalla realtà. Jackson invece rimase in piedi. Più che scosso era teso. Aveva i pugni serrati, la mandibola rigida e uno sguardo assassino. Lui non stava pensando, anzi. Il panico si era impadronito della sua mente. Sembrava che sarebbe sbottato da un momento all'altro. Infatti, proprio come un mare in tempesta, interruppe la quiete della notte e attaccò colei che aveva fatto saltare all'aria i suoi piani.

- Perché eri lì!- urlò lui. I suoi occhi sembravano sputare sangue. Brigitte invece, sollevò di appena lo sguardo.

- Perché mi hai seguito? Hai rovinato tutto! Da quando ci conosciamo, sembra quasi che non riusciamo a stare l'uno senza l'altro. Ci ritroviamo sempre in qualunque situazione - Questa volta, abbassò di poco il tono della voce, nonostante fosse adirato. Aveva capito di esser stato troppo brusco con lei.

-Qualcosa vorrà dire, no?- Disse lei, con voce tremante, mentre si alzava da quello scivolo riacquistando lucidità. Brigitte ormai non credeva più alle coincidenze. Dopo quello che era successo a sua madre, aveva ormai capito che il suo destino era segnato e che tutto tendeva ad esso. Rimasero uno di fronte all'altro. Due sguardi che lottavano, senza azzuffarsi tra loro. E poi, istintivamente, lui l'abbracciò. Un abbraccio che non aveva mai ricevuto prima. Un abbraccio reale, deciso, che la faceva sentire al sicuro. Quell' abbraccio che avrebbe tanto voluto provare prima, ma quella corazza che si portava dietro glielo impediva.

-Su, vieni con me- la esortò Jackson, come se fosse riuscito a reperire quella calma perduta. L'abbraccio era riuscito a placare le anime di entrambi. Perché uniti erano più forti, e solo col tempo l'avrebbero compreso.

Dopo dieci minuti di tragitto, giunsero al mare. Si levarono le scarpe, venendo così a contatto con la sabbia tiepida della notte. Potevano percepire quella sensazione di spensieratezza, come quando si è bambini e si corre per raggiungere il mare cristallino. Le acque intanto si muovevano appena, accompagnate da un delicato venticello che gli rinfrescava la pelle. La quiete dopo la tempesta. Durante tutto il tragitto, erano rimasti in silenzio. Loro erano così. Ciò che li legava non erano le parole, ma i gesti. E anche se non lo avevano capito, si erano affezionati più di quanto pensassero.

Alla fine, decisero di sedersi su quella spiaggia deserta in compagnia del mare.

- Questo è il mio posto preferito- disse lui sussurrando, quasi non volendo disturbare la quiete di quel luogo.

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