EPILOGO.

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Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.
(C.S. Lewis)


Un mese dopo

«Erik...» mormorai, scossa da un brivido che percorse tutto il mio corpo.

«Mhh?»

«Ti prego...» mi si spezzò la voce. «Non possiamo. Non ora. E non qui! Stanno per...»

«E ora il lancio del bouquet!» sentimmo dire in lontananza dalla voce del dj che avevano assoldato Allison e Jackson per il loro matrimonio.

La sua bocca lasciò una scia di baci lungo il mio collo, e istintivamente allacciai le gambe intorno alla sua vita.

«Sei sicura che vuoi che mi fermi?» mi chiese, puntando i suoi occhi color ghiaccio nei miei.

Deglutii a fatica. Ero incapace di dire no a quegli occhi. A quello sguardo famelico. A quelle mani su di me, al suo respiro contro la mia pelle...a tutto quello che eravamo, quando diventavamo una cosa sola, come in quel momento.

«Erik! Zia Flor! Siete qui?» la voce di Tyler fermò i miei bassi gemiti, che Erik cercò di zittire posando la bocca sulla mia, ridacchiando. «Noely, non sono qua!» lo sentimmo dire, per poi udire i suoi passi allontanarsi.

Gemetti quando Erik si mosse, e mi aggrappai alle sue spalle. «Io e te non riusciamo a trovare dei posti normali come la gente normale...»

Mi fermai, e improvvisamente un'ondata di piacere si propese in tutto il mio corpo, facendomi rabbrividire. Pochi secondi dopo, Erik mi seguì.

Quando mi mise giù, mi aiutò a sistemare il vestito da damigella, e mi diede un bacio sulla fronte. «Noi non siamo normali. E i posti normali sono solo per gente noiosa. Io e te siamo creativi, Flor. Dentro e fuori dal letto.»

Sentii il sangue defluirmi tutto sulle guance. E scoppiai a ridere. «Erik!»

Lo osservai mentre si sistemava i pantaloni, e gli diedi una mano. Quando alzò di nuovo lo sguardo su di me, gli presi il viso tra le mani, perdendomi dentro i suoi occhioni. «Ti amo, Erik Maxwell. Sei pazzo, e ti amo da morire.»

Avevo provato quel sentimento per anni e anni senza mai poterglielo dire apertamente. E ora che potevo, non avrei smesso di farglielo sapere, di dirglielo, di dimostrarglielo in tutti i modi possibili.

«Ti amo anche io, Florencia Crownover. E ti amo perché sei pazza quanto me. E niente è come noi due, insieme.»

***

Il ricevimento era terminato da poco, e quasi tutti gli ospiti erano già andati via.

Era stato un matrimonio splendido, ricco di emozioni, pianti e risate, e soprattutto, all'insegna dell'amore. Quello reale. Quello che ti lascia col fiato sospeso, che non smette mai di sorprenderti, e che in fondo, mai potrà smettere di farlo.

Perché quando si ama davvero, ogni giorno, ogni lato dell'altra persona, ogni sfumatura, è sempre una nuova scoperta.

Io ed Erik fummo quasi tra gli ultimi ad andarcene, e dovemmo quasi supplicare Tyler e Noely per tornare a casa.

Quando arrivammo nel parcheggio del ristorante, notai la Jeep dei miei ancora parcheggiata. E di lato, la BMW di Roy. Con Noely e Tyler che mi trottavano dietro, andai in direzione dell'auto.

«Coraggio bambini, saltate su! Chi ha voglia di andare a cercare lucciole, stasera?» disse mio padre, guardando Erik con uno sguardo complice. I bambini non se lo fecero ripetere due volte, e sparirono in men che non si dica con i miei genitori.

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