Capitolo 16.

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"Anche in mezzo ad una folla, gli spiriti affini riescono a comunicare. Si riconoscono tra la folla per qualcosa di familiare, di intimo, che ognuno dei due ritrova nell'altro."(Banana Yoshimoto)


«Giuro che il mio umore non era minimamente paragonabile al tuo neppure mentre mi iniettavano l'ossitocina per indurmi il travaglio. Ma a scuola non vi insegnano a controllare il cattivo umore e quel brutto muso lungo che vi rovina il viso?» tuonò la voce di Lavone.

Cercai di ignorarla, facendo un sorriso gentile a Madlene, la ragazza che avrebbe compiuto gli anni e per cui stavo facendo quel vestito strepitoso.

Avevo usato del tulle viola per la gonna, e della seta lilla per il corpetto, che avevo poi adornato con lustrini, sotto richiesta di Madlene. Non era il genere di vestito che avrei cucito per me stessa, ma dovevo ammettere che non era affatto male, anche se Lavone aveva fatto qualche grugnito, quando lo aveva visto. Per lei era fin troppo "principesco". E forse un po' lo era.

Insomma, era come il vestito di Tiana de "Il principe e il ranocchio", solo, viola.

«Non far caso a lei, Mad. Adora il sarcasmo. E con i complimenti ancora ci sta lavorando.» tranquillizzai la ragazza, che in tutta risposta accennò un sorriso timido.

La mia capa farfugliò qualcosa che non capii.

«Hai avuto più notizie della Cenerentola e del Principe del Country Club?» chiese alla ragazza, dopo un po'.

Mi fermai con la mano a mezz'aria, e per poco non mi venne un colpo al cuore.

«No.» piagnucolò Madlene, risvegliandosi dall'imbarazzante silenzio che era calato. «Ma è ingiusto. Papà può vedere attraverso le telecamere chi si nasconde dietro le maschere, eppure preferisce far rimanere questa faccenda nell'ombra, per dare maggiore visibilità al Club, con la storia del mistero e tutto quanto. Uffa. Avrei tanto voluto sapere cos'è successo tra quei due.»

Madlene Amstrong era la figlia dell'erede, nonché capo e proprietario, dello Stowe Country club.

Era evidente che la vita di Stowe fosse davvero molto ma molto fiacca, se dopo tutti quei mesi ancora pensavano a quella faccenda. D'accordo, c'era stato un cospicuo ricavato e la storia della scrittrice e tutto il resto erano state molto commovente, ma...basta.

«Credo che non lo sappiano nemmeno i diretti interessanti, mia cara.» gli sfuggì una risata. «Comunque, puoi sempre guardare di nascosto dalle telecamere. Sono certa che sia ancora tutto lì.» le suggerì la mia capa, a cui rivolsi un'occhiataccia.

«Tutto bene, tesoro?» mi domandò a bruciapelo, con un falso tono cortese.

Grugnì, e ripresi a ricucire un orlo sfilacciato.
Poi dicevano perché me la prendevo con stoffe, manichini o qualsivoglia oggetto con cui lavoravo.

«Chissà se stanno insieme, se ce l'avranno fatta.» sospirò Madlene.

«Ovvio che no.» rispose Lavone.

«E tu come lo sai?» domandò la voce intristita della ragazza.

Mi voltai di scatto, e le feci cenno di tagliarle la gola.

Fece spallucce. «Non credo che nella realtà Cenerentola abbia il coraggio di confessare al Principe tutta la verità. E che il principe abbia avuto il coraggio di tornare indietro e prendersi ciò che entrambi volevano.»

«La verità? Ma la storia non è andata così nella favola!»

Senza voler sentire altro, uscii dal magazzino e corsi in bagno.

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