Capitolo 15.

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"Sai, il cuore umano a me dà l'impressione di un pozzo profondissimo. Nessuno sa cosa ci sia laggiù. Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla."

(Haruki Murakami)

«Razza di imbecille.»

Tenni stretto il sedere del manichino.

«Pallone gonfiato con un fottuto ego smisurato e una faccia da schiaffi.»

Tirai un orlo.

«Presuntuoso senza cuore. Senza palle. Senza niente.»

Mi punsi.

«Coglione!»

«E cosa ti ho fatto per essere definito così?» domandò una voce maschile alle mie spalle.

Sobbalzai, voltandomi di scatto.

«Gary?» chiesi, con una mano sul cuore.

«Gavin.» mi corresse lui, sorridendo.

«Oh.»

Dio, che figuraccia.

«Tutto bene? Cosa ti ha fatto il manichino per meritarsi tanta rabbia? Lo sai vero che non è una bambola voodoo? O forse lo è?»

Seguii il suo sguardo, e notai gli spilli in quasi tutto l'addome del manichino.

Risi. «Sono un po' nervosa, ma niente bambola voodoo.»

«Oh, bè, allora portati dietro sempre un manichino, o rischierai di uccidere qualcuno, un giorno o l'altro.» ridacchiò.

«Lo farò.» risposi imbarazzata.

Lui mi sorrise, appoggiandosi ad una scrivania piena di bottoni, nastri e cianfrusaglie varie.

«Cercavi Lavone?» gli chiesi.

«Già. Ma a quanto pare non c'è. E questa volta è lei a non rispondere alle mie chiamate.» alzò gli occhi al cielo.

«Ha accompagnato sua nuora a fare un'ecografia. Pare che sia l'ultima prima del grande evento.»

«Già. Tra poco la piccola Maraya sarà tra di noi.» fece un sorriso dolce.

Ero terribilmente in imbarazzo per essere stata beccata in pieno mentre sfogavo la mia rabbia su un povero manichino come una squilibrata.

Stavo facendo un vestito per una ragazzina che festeggiava il suo sedicesimo compleanno.

«Hai bisogno di qualcosa? O vuoi che le riferisca quello che hai da dirle quando torna?»

«Ero passato per avere dei vecchi dati per una questione burocratica, e non credo che tu sappia dove sono. Non lo so nemmeno io.» fece spallucce.

E gli dissi che infatti era così.

«E così dovrai startene qui tutto il pomeriggio da sola?»

Feci spallucce. «Così sembra. Ma non mi dispiace. Mi rilassa cucire. Posso mettere gli Oasis a tutto volume senza che Lavone si lamenti di essere sul punto di tagliarsi le vene.»

«E con dell'ottima musica, quindi.» ammiccò. «Sei mai andata ad un loro concerto?»

Scossi la testa. «Ero troppo piccola e con meno gusto in fatto di musica per andarci. E me ne pento ogni giorno della mia vita.»

«Mio fratello ci è andato. Minneapolis, nel 2008. L'anno dopo il gruppo si è sciolto. Ha avuto culo, e dice che sono stati fenomenali.»

Misi il broncio. «Non farmici pensare...»

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