XX. Massaggi

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Ero pronto psicologicamente, quel pomeriggio avrei dovuto fare il massaggio a Francesco. Okay no, non ero affatto pronto, ma non potevo fare i capricci e scappare. Che poi, c'erano punizioni molto peggiori che toccare Francesco Oppini, sentire la sua pelle contro la mia, vederlo sdraiato lì per me.

Mi dovevo concentrare, basta con quei pensieri. Tra noi non ci sarà più niente, perché ho scelto così, insomma praticamente sono un idiota.

Quella mattina cercai di scaricare la tensione facendo allenamento, già questo faceva presagire che qualcosa non andasse. Anche perché io, generalmente, facevo giusto il primo giorno di palestra, pagavo l'iscrizione e mi presentavo poi solo alla festa di fine mese, per cercare una sana scopata con il belloccio, personal trainer, di turno. Almeno così non era una spesa del tutto inutile, ma più un investimento no?

"Tommy tu che ti alleni è fantascienza"
Se persino Zelletta se n'era accorto, la cosa era grave.

"André ma tutta questa confidenza?" Rincarai la dose io.

"Eh smettila, che alla fine un po' mi vuoi bene"

Com'è che si diceva?
"La convinzione uccise il gatto"

Scoppiò a ridere.
"La curiosità uccise il gatto, Tommy"

Mi lasciai scappare una risata anch'io, che però ebbe vita breve. Eravamo tutti a fare allenamento, tranne 3 persone.

"Scusami Andre, ma dove sono Giacomo, Dayane e Francesco?"

" In piscina, a fare una nuotata. Credo che anche con l'aiuto di Giacomo, Dayane e Fra stiano recuperando il rapporto"

Recuperando il rapporto? Ma scherziamo? Quella se lo voleva fare, era evidente. Beh, d'altronde come biasimarla.

Sbuffai, comunque non potevo fare nulla, finii quindi l'allenamento in silenzio.

Quando Francesco rientrò non mi degnò di uno sguardo, sembrava stare benissimo, chiacherava amabilmente con tutti, si era ripreso in fretta. Erano bastati Dayane e Giacomo, pensai acido.

Per distrarmi preparai il pranzo, un sostanzioso polpettone, tutti lo apprezzarono e la cosa mi rese davvero felice. Persino Francesco, per la prima volta in quei giorni mi rivolse la parola.

"Sei stata bravissimo Tommy, uno di questi giorni mi dovrai insegnare a cucinare. L'unico piatto che riesco a fare sono le insalatone."

Risi.
"Dai non sminuirti sai anche tagliare le patate, male, ma comunque è un inizio"

"Quindi mi insegnerai?" E accompagnò questa sua richiesta a degli occhi dolci.

"Sì certo, ti insegnerò tutto quello vorrai" e terminai questa mia frase con l'occhiolino, sedendomi poi al tavolo, nel mio nuovo posto, accanto Stefania.

Non so perché gli avessi risposto così, ma provocarlo era facile, fin troppo e a me veniva naturale.

Iniziarono poi i turni dei massaggi poco dopo pranzo e quando fu il nostro turno, mi vidi Francesco entrare in camera in costume.

Caldo, sentivo caldo.

"Se hai finito di farmi la radiografia, io mi sdraierei"

"Non vedi l'ora vero Oppini?"

"In effetti si" Con tanto di occhiolino finale annesso.

Rimasi lì ammutolito, quando si sdraiò a pancia in giù, nel letto al posto di Giacomo.

Okay potevo farcela, mi misi l'olio tra le mani sfregandole tra loro, pronto a iniziare.

Iniziai dai polpacci.
"Oppini, queste gambe a stecchetto dovresti rinforzarle però"

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