XLVII. Scelte

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Francesco era in sauna, era il momento giusto. Non avevo intenzione di prolungare ancora quel silenzio. La sauna era stata riparata da poco, ma le telecamere non reggevano la temperatura interna elevata, così come i microfoni e questo permetteva una certa riservatezza, soprattutto perché i vetri della sauna si appannavano, nascondendo ancora di più le persone all'interno da occhi indiscreti.

La storia raccontata da Maria Teresa mi aveva colpito, guardavo Francesco con occhi diversi, era giusto affrontare con lui questo discorso. Volevo che si assumesse le sue responsabilità.

Entrai e lui alzò la testa di getto, sembrava stupito, forse non si aspettava fossi io.

"Sono qui" iniziai.

"Meglio tardi che mai" ribatté prontamente il maggiore.

"Allora se cominci così me ne vado"

Sospirò. " Io non comincio proprio niente, ora ti prego finalmente siediti e parlami"

"Vorrei che mi parlassi tu" gli dissi sedendomi e guardandolo negli occhi.

"Di cosa esattamente?"

"Di Christian"

Un lampo di riconoscimento balzò nei suoi occhi.

"Cosa vorresti sapere esattamente?"

"Inanzitutto perché non ti sei fidato nel dirmi che non sono il primo uomo con cui sei stato "

"Frena, Frena. Penso di aver capito che Christian intendi, ma non siamo mai stati insieme"

"Parla ti ascolto"

"Ero giovane, in quinta liceo, quando arrivò un nuovo ragazzo, timido, abbastanza introverso. Cercai di fargli fare amicizia col mio gruppo e ci riuscii abbastanza facilmente"

Si interruppe.

"Continua..."

"Purtroppo però si scoprì a un certo punto che era gay. E in quella scuola privata i bigotti e gli omofobi erano all'ordine del giorno. Alcuni miei amici scelsero di abbandonarlo, per un periodo provai anch'io a staccarmi da lui, ma senza successo. Era un po' il fratellino che non ho mai avuto, volevo proteggerlo. Ma per lui non era la stessa cosa. Io non me ne resi neanche conto, ma si era innamorato di me. Passavamo spesso tanto tempo insieme e un giorno me lo confessò a scuola, ci sentirono e iniziarono le prese in giro anche per me. Non ressi il peso e mi trasferii in un altra scuola lasciandolo da solo, da lì ripresero i pestaggi. Cercai una volta di mettermi in mezzo, ma le presi anch'io, mi ruppi il naso e lui spaventato dalle minacce di quei bulli, disse ai poliziotti che ero io l'artefice delle sue ferite, il mio naso rotto, solo il risultato della mia autodifesa. Forse è stato anche il suo modo di vendicarsi, non so dirtelo. Vedi a volte nemmeno essere il "figlio di", ti salva dal ricevere calugne"

Non era proprio la storia che mi era stata raccontata.

"Non stavate insieme? E non sei stato tu a fargli violenza, per poi metterti con la Fabiani perché non volevi si sapesse in giro, che non eri etero?"

Mi guardò ferito.

"Ma come cazzo ti viene in mente una cosa del genere"

"Così mi è stato raccontato"

"Da Maria Teresa?"

"Non sono cazzi tuoi questi"

"Certo che lo sono, soprattutto se si inventa cose che non esistono e tu tra l'altro le credi"

"Non avrebbe motivo di mentirmi"

"Neanch'io" disse deciso.

" Tu l'avresti. Diciamoci la verità, cosa mi dà la certezza che tu davvero abbia chiesto in confessionale di parlare con tua madre e Cristina, che io non sia un altro tuo segreto da nascondere e di cui liberarsi una volta diventato troppo ingombrante"

"Tu credi veramente a quello che stai dicendo?"

Ci pensai su.

"Non so cosa credere, Maria Teresa non avrebbe motivo di dirmi una bugia"

" Dunque è stata lei, chissà come diamine è venuta a conoscenza di questa storia"

"Dice che nel mondo dello spettacolo lo sanno tutti"

"Cazzate, sono tutte cazzate"

"E se non lo fossero?"

Alzò gli occhi al cielo arrabiato.

"Se non ti fidi di me e delle mie parole è meglio finirla qui. Come puoi solo pensare che farei mai una cosa del genere?"

"Proteggo solo me stesso"

"Già solo te stesso. Peccato che in questa storia siamo in due"

"Neanche tu me ne hai parlato"

"Io sarei disposto a rinunciare a tutto per te, nemmeno questo ha valore per te?"

" Sono solo parole. Chi mi dice che non mi avresti abbandonato, come hai fatto con lui"

"Sono passati anni Tommaso, anni. Mi sento in colpa per averlo lasciato solo? Certo. Ma non gli avrei nemmeno torto un capello, mai. Non sono un violento, non farei male a una mosca. Il fatto che tu non lo capisca, mi ferisce molto e mi fa capire che forse tutto questo amore nei miei confronti non c'è. O me ne avresti parlato, avresti ascoltato la mia versione, senza invece saltare subito alle conclusioni"

Volevo credergli, volevo davvero credergli, ma la paura mi bloccava.

"Sappi che ti amo e continuerò a farlo, nonostante tutto" continuò il maggiore.

"Fra... non rendere tutto ancora più difficile"

"Sei tu ad averlo fatto. Io mi sarei fidato di te, ti avrei ascoltato. L'ho sempre fatto. Hai fatto la tua scelta, spero solo non te ne pentirai" Detto questo si alzò e si avvicinó lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.

"Addio amore mio" mi sussurò.

"Cosa significa?"

"Significa che voglio uscire, stasera"

"Aspetta fino alla puntata almeno, sei in nomination"

"Ci penserò"
Poi si girò andando via, lasciandomi immerso in tutto quel vapore.

Non riuscii a trattenermi e scoppiai in un pianto che di liberatorio aveva ben poco.

Avevo davvero fatto la scelta giusta?


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