XXI. Scusate?

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Ero completamente in balia di quel ragazzo, dei suoi baci, dei suoi morsi leggeri sul collo, ormai tutto per me si riduceva a noi due su quel letto.

Quella volta fui io a interrompere quella dolce tortura.

"Sei bellissimo Tommy" dissi carezzandogli la guancia.

"Anche tu non sei male...Fra per quanto mi piacerebbe stare qui con te a baciarci per ore, dobbiamo parlare"

Sospirai.

"Sì, lo so"

Mi misi mezzo disteso sopra il suo cuscino, prendendolo tra le braccia. Lui inspirò a pieni polmoni nel mio collo, senza però dire nulla.

"Beh, non dovevamo parlare?"

"Si, è solo che la tua presenza mi distrae" Mi diede un ultimo bacio sul collo, aggiungendo poi.

"Volevo solo accertarmi che tu sia davvero qui, che questo non sia solo un sogno"

Guardai il più piccolo negli occhi.
"Mi sogni?"

Arrossì un poco.
"Sì. E tu?"

"Qualche volta...tu cosa sogni?"

Il minore abbassò lo sguardo e il suo rossore si intensificò.

"La maggior parte sono sogni spinti tra noi due, uno però non lo era"

Aveva accesso la mia curiosità.

"E cos'hai sognato?"

"Fra ti prego, non voglio ripensarci"

Gli presi il viso tra le mani, delicatamente.

"Se è stato così brutto, me ne parlerai quando sarai pronto, okay? Non sei obbligato a fare o dire nulla, non con me"

Dandogli poi un bacio a stampo.

Dopo questa mia affermazione, prese forse il coraggio necessario e distogliendo lo sguardo dal mio, mi rispose.

"Ho sognato di essere tra gli invitati al tuo matrimonio, con Cristina"

Lo strinsi più forte tra le mie braccia.

"Non accadrà mai, lo sai"

"Però era quello che volevi prima di entrare qui, no? Stai cambiando tutta la tua vita per me, non vorrei ti rendessi poi conto che non ne vale la pena, tornando sui tuoi passi"

"Tommy ascoltami, se si tratta di te ne vale sempre la pena. Mi fai impazzire... anche se non sempre in senso buono"

Forse lo prese come un input e il riccio mi rispose.

"A proposito di questo, tra me e Giacomo non c'è stato niente. Ho inventato tutto per allontanarti, volevo spingerti verso la scelta più facile. Ma non è una decisione che posso prendere per te, grazie a Stefania l'ho capito"

"Lo so, vi ho sentito"

Mi diede uno schiaffo sulla pancia.

"Ehi, e questo per cos'era?"

"Oppini non si origliano le conversazioni altrui, non è educazione. Te l'hanno mai detto?"

"Ne ho sentito solo una parte, poi è arrivato Giacomo e sono dovuto andare via, però comunque avevo intuito il concetto generale"

"Passi molto tempo con Giacomo e con Dayane ultimamente..."

Iniziò il venticinquenne, mentre con finta noncuranza si rigirava i ricci tra le dita.

"Dovrei essere geloso Oppini?"

Mi veniva da ridere solo all'idea, ma decisi di testare la sua pazienza.

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