VI. Mal di testa

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Tommaso sembrò quasi scocciato dalla mia proposta di dormire con lui eppure gliene avevo già parlato. Lo facevo piú per me che per lui a essere sincero, volevo essere sicuro che stesse bene. Che la notte dormisse sereno, che fosse felice. Volevo molto bene a quella testa matta.

"Dai Fra, me ne ero dimenticato e poi Guenda è appena uscita. Facciamo così domani che c'è la serata facciamo a estrazione su chi deve dormire con chi, magari mi inventerò qualche gioco. Ma per oggi rimaniamo così" Mi sembrava sulla difensiva, quindi decisi di non insistere. Non volevo farlo sentire pressato.

"Va bene allora decidiamo domani" Detto questo andai a prendere il mio hamburger e mi chiusi in un silenzio riflessivo.

Oggi la puntata era stata strana. Tommaso aveva detto che voleva cambiare Focus, allontanarsi da me. Mentre io desideravo solo potergli stare più vicino, non capivo. Lo annoiavo? Avevo fatto qualcosa di sbagliato senza rendermene conto? Pensavo che il nostro rapporto fosse speciale, ma se così non fosse?

Mi ero quasi messo in crisi per quel ragazzo, per niente. Non provava nulla per me, anzi sognava altri. Che poi io tutta questa bellezza in quel ragazzo non l'avevo mica vista. Cosa avrà avuto di tanto speciale, ancora non l'ho capito. Anzi mi era sembrato noioso, tutto impettito, lì impalato come un baccalà e vestito come un impiegato di banca. Ma in fondo non conosco così tanto Tommaso, di certo non posso sentenziare sui suoi gusti, non è affar mio. Semplicemente sarebbe stato sprecato con un tipo come quello, era evidente. Ed essendo suo amico gli auguravo il meglio, ecco perché la cosa mi infastidiva. Era questo il motivo nient'altro.

"Francesco ma non mangi? Stai fissando quell' hamburger da 5 minuti buoni, come se fosse la risposta a tutte le domande del mondo." La voce dell' Orlando si intromise nei miei pensieri e aveva ragione. Non avevo ancora toccato cibo.

Effettivamente ero affamato, e mangiai velocemente il mio hamburger con maionese, dentro un panino. Non so se fosse la fame a parlare ma era buonissimo.

"Fra sei sporco" mi disse allora Tommy.

"Sì dove?" Feci per pulirmi ma evidentemente non ci avevo preso, perché poi fu Tommaso stesso a portare il tovagliolo al lato della mia bocca e a farlo per me.

"Ecco qua, tutto risolto. Giuro a volte sei come i bambini Oppini" mi disse con un sorriso benevolo.

Il primo che mi rivolgeva in quei giorni. Rimasi quasi incantato. Ero riuscito a farlo sorridere, quello era un inizio. Sorrisi di rimando, erano passati solo due giorni e mi mancava già terribilmente. Me ne resi conto, questo non succedeva con tutti i miei amici, solo con i più stretti, i più cari. Se in un solo mese era diventato così speciale per me, mi chiedevo come sarebbero state le cose tra un anno.

E poi era bellissimo. Non mi era mai capitato di rapportare quest'aggettivo a un uomo. Forse un bell'uomo, piacente, ma sempre senza interesse alcuno.

In relazione a lui era qualcosa di diverso. Non era solo una questione estetica, ma anche caratterialmente era una persona particolare, diversa da tutte quelle che avevo incontrato nella mia vita fin'ora. Era innegabile che ne fossi attratto come una falena alla fiamma. Ma in che modo? Quanto attratto?

Tutte quelle domande mi avevano procurato un gran mal di testa e poggiai la testa sul tavolo dopo aver finito la mia cena.

"Ehy Francy, tutto bene?" Mi si avvicinò Tommaso che ormai si era messo il pigiama, mi resi conto di essere l'unico ancora seduto a quel tavolo, si erano alzati tutti.

"Nulla Tommy, ho solo un forte mal di testa. Vai pure a socializzare, non voglio che ti senta trattenuto da me."

"No Fra, non fraintendermi. Non mi trattieni dal fare nulla. Mi preoccupo per te lo sai. E solo che è giusto che stiamo anche con loro. Me lo hai detto anche tu che dovrei essere più aperto a nuove conoscenze. Non ho legato con gli altri al tuo stesso modo, forse dovrei cominciare ad aprirmi di più."

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